I musei pagano lo scotto del terrorismo

Il Louvre perde 660 mila visitatori, re oggi un po’ più mesto dei musei del mondo. E tutta Parigi che paga lo scotto al terrorismo, con il Centre Pompidou che precipita e i musei della Ville Lumière che complessivamente perdono il 5%. A qualche mese dagli attentati che hanno sconvolto la Francia e l’Europa, terrorismo e paura lasciano la loro traccia anche sulla classifica annuale stilata dal Giornale dell’Arte con The Art Newspaper. Con un’ombra di preoccupazione che si allunga minacciosa sul turismo e i 100 musei più gettonati del mondo (8 sono italiani) che complessivamente perdono quest’anno 8 milioni di visitatori. Un quadro a luci e ombre che vede però L’Italia in controtendenza, con Firenze superstar e i primi dati 2016 che fanno sperare anche meglio, grazie ad una crescita dei musei statali che nel primo trimestre, secondo quanto risulta all’Agenzia, supera le due cifre percentuali e che oggi il ministro dei beni culturali Dario Franceschini renderà ufficiali oggi alla prima della tre giorni degli sugli “stati generali del turismo” al museo nazionale ferroviario di Pietrarsa, a Napoli.

(Fonte L’Unità 7 aprile 2016)

Gli italiani primi nella Museum Week di Twitter

Sono stati 3.500, di cui 355 solo in Italia, i musei e gli enti culturali in tutto il mondo che hanno preso parte alla terza #MuseumWeek. Appena conclusasi, la settimana che Twitter dedica all’arte ha registrato una

partecipazione crescente: l’hashtag #MuseumWeek ha generato oltre 664 mila tweet, visti oltre 294 milioni di volte. La terza edizione ha segnato un record per l’Italia: cinque musei nelle prime posizioni nella classifica dei più menzionati. In particolare, l’area archeologica di Massaciuccoli e il Museo Corona Arrubbia in Sardegna sono al primo e al secondo posto.

(Fonte La Stampa 6 aprile 2016)

Boom di visitatori nei musei e siti gratuiti

Si è chiusa con un successo la prima domenica primaverile dei musei e dei siti archeologici gratuiti. Stando ai dati del ministero dei Beni culturali, oltre 30 mila persone sono entrate al Colosseo e hanno visitato l’area archeologica centrale di Roma. 29 mila, invece, hanno frequentato gli scavi di Pompei, mentre 19.300 sono entrati alla Reggia di Caserta. «La prima domenica del mese è ormai un appuntamento fisso dei cittadini con il proprio patrimonio culturale, una grande festa per le famiglie», dice il ministro Dario Franceschini. Oltre 15 mila sono stati i visitatori dei Musei e dei giardini reali di Torino, 12 mila quelli del giardino di Boboli. In 4.800 sono andati a Villa d’Este, altri 6.500 agli scavi di Ostia antica, 6.300 al Museo nazionale romano, 6 mila alla Galleria dell’Accademia di Firenze e 5.500 a Castel Sant’Angelo.

(Fonte La Repubblica 4 aprile 2016)

Fondi per la cultura al Sud

Un invito agli imprenditori del settore turismo e alle amministrazioni locali ad attivarsi per utilizzare i 500 milioni del Pon Cultura destinati alle Regioni del Sud: quello espresso dal sottosegretario al ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dorina Bianchi, intervenuta a Sorrento al Forum internazionale del Turismo e della Cultura, promosso dalla Fondazione Biagio Agnes. Il sottosegretario ha anche annunciato l’imminente pubblicazione del primo bando. «Il turismo è una nostra risorsa naturale alla quale siamo naturalmente vocati. Per questo abbiamo messo in campo una strategia che punta a rilanciare le nostre potenzialità attraverso un Piano Nazionale per il Turismo che a Pietrarsa la prossima settimana vedrà un importante momento di sintesi”. Intanto, da Firenze il ministro Dario Franceschini ha a sua volta annunciato: «Nel giro di poche settimane verranno bandite dal ministero le gare per i punti di ristorazione nei musei italiani».

I musei italiani ancora troppo poco social

I musei italiani non usano i social media per creare una relazione bi-direzionale con il pubblico, sia a causa della mancanza di competenze professionali specializzate sia perché privilegiano la comunicazione tradizionale. È quanto emerge da “#SOCIALMUSEUMS. Social media e cultura fra post e tweet”, il decimo Rapporto dell’associazione Civita incentrato sul rapporto fra istituzioni culturali e social media. Secondo l’indagine, condotta insieme con Unicab, l’utilizzo delle piattaforme social, come mezzo per entrare in relazione con i propri pubblici o per attrarre visitatori, non costituisce ancora, per i musei italiani, un obiettivo strategico e rilevante. Alla base di tale scelta c’è una scarsa conoscenza delle effettive potenzialità dei social, dovuta alla poca esperienza e alla difficoltà di associare una piattaforma ad obiettivi specifici.

Per fare l’Europa non basta l’euro

Non è mai troppo tardi per interrogarsi sull’identità culturale europea: e anzi diventa urgente in un’epoca in cui le migrazioni mettono in gioco idee di chiusura che si scontrano con prospettive più aperte, in una fase di crisi economica, in un momento di tragedie e di odi primitivi. Sono passati quasi quindici anni, ma fatto l’euro bisognerà prima o poi fare l’Europa, meglio: gli europei.

I libri che hanno fatto l’Europa è una mostra che parte da questo presupposto: interrogarsi sulle sue numerose radici e ramificazioni, rappresentando materialmente, attraverso il percorso storico culturale che si è sviluppato da Carlo Magno alla rivoluzione gutenberghiana, gli oltre sei secoli che hanno portato dalla cultura e letteratura classico cristiana e mediolatina a quella romanza e  moderna. La mostra storico documentaria si tiene a Palazzo Corsini (via della Lungara 10, Roma) da domani 31 marzo fino al 22 luglio ed è curata da Roberto Antonelli, Michela Cecconi e Lorenzo Mainini, presenta 186 manoscritti e stampe della Biblioteca Corsiniana, ma anche da altre biblioteche pubbliche romane (Angelica, Casanatense, Nazionale, Vallicelliana), oltre che dalla Vaticana.

(Fonte Corriere della Sera 30 marzo 2016)

Piano sicurezza per i musei italiani

È scattato un solido piano di sicurezzamesso a punto al ministero dei Beni Culturali e lo hanno chiamato: «Progetto speciale di sicurezza nazionale». Si articola su due livelli, entrambi mirati a garantire l’incolumità dei visitatori di siti archeologici e musei. Attenzionati i siti dei beni culturali valutati più a rischio, in tutto una ventina. Moltiplicate le misure di sicurezza; raddoppiata la vigilanza, fatto intervenire polizia e carabinieri, installato metal detector, moltiplicate le telecamere.

(Fonte Corriere della Sera 29 marzo 2016)

Mostra per i Momunments men

Dal 24 marzo al Museo Archeologico di Mantova una mostra idealmente dedicata al Direttore del sito archeologico di Palmira Khaled Asaad. Ma anche al non meno prezioso, e spesso anonimo, esercito di “Monuments Men” che ovunque nel mondo si vota al recupero di un patrimonio di arte che è storia di tutti. Un patrimonio violentato da guerre, come quella in Siria appunto, ma anche da terremoti, alluvioni e da tutti quegli eventi che, ferocemente e improvvisamente, si sovrappongono al fisiologico effetto del tempo su ciò che è testimonianza del nostro passato.

Una grande storia raccontata, nei tre piani dell’Archeologico di Mantova, da immagini originali, documenti, filmati, reperti (simbolicamente preziosi quelli provenienti da Palmira), testimonianze dirette. Un laboratorio, aperto al pubblico, mostrerà dei restauratori all’opera su testimonianze di una villa distrutta dal terremoto del 2012 nel mantovano. Protagonisti di vicende di salvaguardia e difesa del patrimonio artistico mondiale incontreranno il pubblico nel corso di incontri calendarizzati nel periodo della mostra.

(Fonte La Repubblica 27 marzo 2016)