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La nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento dell’On. Maria Coscia sulla nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014, per gli argomenti di pertinenza della Commissione Cultura della Camera.

La Nota riadegua gli obiettivi programmatici di finanza pubblica tenuto conto del difficile quadro macroeconomico, rispetto ai dati dello scorso aprile, e fornisce indicazioni sulle tendenze e gli obiettivi di finanza pubblica per il 2015 e gli anni successivi.

def-2014

Maria COSCIA (PD), relatore del provvedimento in Commissione Cultura, illustra la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014, che costituisce un passaggio fondamentale nel ciclo di programmazione del bilancio. Rileva che la legge di contabilità pubblica, la n. 196 del 2009, dispone, sulla base del calendario previsto nell’ambito del cosiddetto Semestre europeo, che il processo di programmazione economica inizi il 10 aprile di ogni anno, data di presentazione alle Camere del Documento di economia e finanza (DEF), al fine di consentire al Parlamento di esprimersi sugli obiettivi programmatici in tempo utile per l’invio, entro il 30 aprile, al Consiglio dell’Unione europea e alla Commissione europea, del Programma di stabilità e del Programma nazionale di riforma (PNR) che sono contenuti nel DEF. Aggiunge che, anche al fine di tener conto delle raccomandazioni formulate dalle autorità europee, il Governo presenta alle Camere, entro il 20 settembre di ogni anno, una Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, per le conseguenti deliberazioni parlamentari. Precisa che la Nota di aggiornamento del DEF rappresenta un passaggio necessario, propedeutico alla presentazione del disegno di legge di stabilità e del disegno di legge di bilancio.

Specifica quindi che alla Nota di aggiornamento del DEF sono allegate, sulla base dell’articolo 10-bis della predetta legge di contabilità, le relazioni programmatiche sulle spese di investimento per ciascuna missione di spesa del bilancio dello Stato e le relazioni sullo stato di attuazione delle relative leggi pluriennali (Allegato I) e il programma delle infrastrutture strategiche (Allegato III). Aggiunge che, in attuazione dell’articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, recante disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio e del citato articolo 10-bis, comma 6 della legge di contabilità è stata, inoltre, allegata alla presente Nota la relazione che illustra l’aggiornamento del piano di rientro verso l’obiettivo di medio periodo (MTO) contenuto nel Documento di economia e finanza (DEF) dello scorso aprile (Allegato Pag. 160II), prevedendosi che il pareggio di bilancio in termini strutturali dovrebbe essere pienamente conseguito nel 2017, con un anno di ritardo rispetto a quanto programmato nel DEF 2014.

Ricorda, infatti che, in relazione a tale aggiornamento del piano di rientro, il suddetto articolo 6 della legge n. 243 del 2012 prevede che il Governo, sentita la Commissione europea, presenti una relazione alle Camere con cui aggiorna gli obiettivi programmatici di finanza pubblica e chieda una specifica autorizzazione che indichi la durata e la misura dello scostamento, le finalità alle quali destinare le risorse disponibili in conseguenza dello scostamento e il relativo piano di rientro verso l’obiettivo programmatico, da attuare a partire dall’esercizio successivo a quelli per i quali è autorizzato lo scostamento, tenuto conto della durata e della gravità degli eventi da fronteggiare.

L’autorizzazione del Parlamento è concessa mediante l’approvazione di deliberazioni conformi delle due Camere sulla base di una procedura che prevede un voto a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti. Osserva quindi che l’Italia non intende superare, come invece ha annunciato la Francia, il tetto del 3 per cento del rapporto deficit/PIL per l’anno 2014, essendo intenzione del nostro Paese adempiere agli obblighi comunitari contratti, bensì la stessa chiede semplicemente maggiore flessibilità nella gestione del bilancio. Reputa quindi necessario, come sostenuto dal Presidente del Consiglio Renzi, rilanciare una forte politica di investimenti, ed una politica di riforme che diano rilancio al mercato interno, in accordo con il resto dell’Europa, fermo restando l’obiettivo del pareggio di bilancio. Con riguardo al quadro macroeconomico osserva che la Nota presenta una revisione al ribasso delle stime sull’andamento dell’economia italiana per l’anno in corso e per il 2015 rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile 2014, in considerazione dell’andamento recessivo dell’economia italiana nella prima parte dell’anno. In particolare, per il 2014, la Nota stima una contrazione del PIL pari a –0,3 per cento, rispetto ad una crescita dello 0,8 per cento indicata dal DEF. In questo quadro, l’indebitamento netto a legislazione vigente si attesta al 3 per cento del PIL, pari, quindi, alla soglia definita dalle regole di bilancio europee, mentre le previsioni assunte nel DEF lo collocavano al 2,6 per cento. Aggiunge che, peraltro, sia il quadro tendenziale che quello programmatico – da perseguire con gli interventi e le politiche che saranno iscritti nella legge di stabilità – stimano per il 2015 l’uscita dalla recessione e un calo del rapporto deficit/PIL. A partire dal 2017 la Nota evidenzia una crescita dell’economia italiana che, anche prescindendo da ulteriori azioni del Governo, si riporta tendenzialmente su livelli superiori all’1 per cento (1,1 per cento nel 2017 e 1,2 per cento nel 2018).

Precisa che la Nota rivede in leggero miglioramento le stime del tasso di disoccupazione, che si attesterebbe nel 2014 al 12,6 per cento (valore più basso di circa 0,2 punti percentuali rispetto alle previsioni di aprile), mantenendosi stabile anche nel 2015. Nel biennio successivo il tasso dovrebbe tornare a ridursi, fino all’11,8 per cento nel 2018. Aggiunge poi che la Nota evidenzia, inoltre, con riferimento alla manovra di bilancio 2015-2017, che il Governo considera collegato alla decisione di bilancio, fra gli altri, un disegno di legge per la promozione dell’occupazione e degli investimenti nei settori del cinema e dello spettacolo dal vivo, non ancora presentato alle Camere. Sottolinea inoltre che, nell’ambito delle raccomandazioni, la n. 6, riguardante istruzione e formazione, fa riferimento: all’operatività del sistema nazionale per la valutazione delle scuole; al rafforzamento del collegamento fra scuola e lavoro e dell’istruzione terziaria professionalizzante; all’istituzione del registro nazionale delle qualifiche; all’assicurazione che i finanziamenti pubblici premino in modo più congruo la qualità dell’istruzione superiore e della ricerca. Rileva altresì che l’operatività del sistema nazionale per la valutazione degli istituti scolastici è finalizzata a migliorare i risultati della scuola e, di conseguenza, a ridurre il tasso di abbandono scolastico (tasso fissato dal PNR 2014 al 16 per cento entro il 2020, a fronte di un obiettivo europeo del 10 per cento). Auspica quindi che, anche alla luce dell’indagine sulla dispersione scolastica effettuata dalla VII Commissione, si possa ridurre ulteriormente questa previsione verso un obiettivo che si avvicini il più possibile a quello europeo del 10 per cento. Al riguardo, la Nota ricorda che il 18 settembre 2014 è stata emanata la Direttiva n. 11, recante le priorità strategiche del Sistema nazionale di valutazione per gli anni scolastici 2014/15, 2015/16, 2016/17. Aggiunge che, in base alla stessa direttiva: dall’anno scolastico 2014/2015, tutte le scuole dovranno redigere un Rapporto di autovalutazione contenente gli obiettivi di miglioramento, da pubblicare entro luglio 2015 nel portale Scuola in chiaro e nel sito della stessa scuola; le attività di valutazione esterna avranno inizio dall’anno scolastico 2015/2016; entro dicembre 2014 l’INVALSI definirà gli indicatori per la valutazione dei dirigenti scolastici; entro ottobre 2015, e per ciascun anno successivo, l’INVALSI predisporrà un rapporto sul sistema scolastico italiano; al termine dell’anno scolastico 2016/2017 sarà pubblicato nel portale Scuola in chiaro il primo rapporto di rendicontazione sociale, con il quale saranno diffusi i risultati raggiunti in relazione agli obiettivi di miglioramento individuati e perseguiti.

Ricorda, poi, che, come è noto, il 15 settembre 2014 è stata avviata una consultazione on line sul piano «La buona scuola», che si concluderà il 15 novembre 2014 e che l’obiettivo è quello di rinnovare profondamente la scuola italiana, per migliorare la qualità degli apprendimenti e dotare il Paese di un meccanismo permanente di innovazione e sviluppo. Osserva, con riguardo al rafforzamento del collegamento fra scuola e lavoro e dell’istruzione terziaria professionalizzante, che la Nota rammenta che, a seguito dell’articolo 8-bis del decreto-legge n. 104 del 2013 – che ha previsto, fra l’altro, un programma sperimentale per il triennio 2014/2016, per lo svolgimento di periodi di formazione in azienda degli studenti degli ultimi due anni della scuola secondaria di secondo grado, che contempla la conclusione di contratti di apprendistato –, è stato emanato il decreto interministeriale n. 473 del 17 giugno 2014. Segnala quindi che al decreto interministeriale ha fatto seguito, in particolare, il Protocollo d’intesa tra MIUR, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, regioni interessate e il Gruppo Enel, siglato nel luglio 2014. Ricorda, inoltre, che lo stesso articolo 8-bis del decreto-legge n. 104 del 2013 ha previsto giornate di formazione in azienda per gli studenti, a partire dal primo biennio della scuola secondaria di secondo grado, con particolare riferimento a quelli degli istituti tecnici e professionali, e la diffusione dell’apprendistato di alta formazione nei percorsi degli istituti tecnici superiori (ITS), anche attraverso misure di incentivazione finanziaria. Nello stesso ambito, il 5 agosto 2014 è stato raggiunto in Conferenza Unificata l’accordo per la realizzazione del sistema di monitoraggio e valutazione dei percorsi degli ITS, presentato dal MIUR il 23 settembre 2014, che prevede anche un nuovo sistema di distribuzione delle risorse per il 2015, a titolo sperimentale. Aggiunge, con riferimento all’istituzione del Registro nazionale delle qualifiche, finalizzata a garantire un ampio riconoscimento delle competenze, che la Nota richiama, in particolare: il decreto legislativo n. 13 del 2013, che ha introdotto il diritto all’apprendimento permanente e la certificazione delle competenze a livello nazionale; l’adozione di un cronoprogramma di lavoro interistituzionale, diretto ad assicurare (entro novembre 2014) un riferimento unitario per il riconoscimento a livello nazionale delle qualifiche regionali nell’ambito del Repertorio delle qualificazioni; la creazione di un primo quadro omogeneo di riferimenti operativi e applicativi volto all’attuazione del citato cronoprogramma (i cui risultati saranno formalizzati in un decreto ministeriale da adottare entro dicembre 2014); l’adozione di una metodologia simile per la definizione del Repertorio delle professioni.

Con riferimento all’assicurazione che i finanziamenti pubblici premino in modo più congruo la qualità di istruzione superiore e ricerca, ricorda che la Nota fa riferimento, anzitutto alla prossima pubblicazione del Programma nazionale della ricerca, che era stato presentato dall’allora Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca al Consiglio dei Ministri il 31 gennaio 2014.

In materia, ricorda, peraltro, che l’articolo 23, comma 2, del decreto-legge n. 104 del 2013 ha disposto che per la ripartizione del finanziamento premiale agli enti di ricerca – operativo dal 2011 – si fa riferimento ai risultati della Valutazione della qualità della ricerca (VQR).

Rileva, poi, che la nota fa riferimento alla prossima emanazione del decreto di riparto del Fondo di finanziamento per le università (FFO) «che prevede l’allocazione di una parte dei fondi (18 per cento) in base alla valutazione dei risultati raggiunti».

In materia di premialità, ricorda, peraltro, che l’articolo 60, comma 01, del decreto-legge n. 69 del 2013 ha previsto un incremento della cosiddetta «quota premiale» del FFO in misura non inferiore al 16 per cento per il 2014, al 18 per cento per il 2015 e al 20 per cento per il 2016, con successivi incrementi annuali non inferiori al 2 per cento e fino ad un massimo del 30 per cento. Osserva poi che la quota premiale potrà avere una piena efficacia solo se, almeno per i primi anni, essa sarà aggiuntiva rispetto alle risorse allocate nel fondo destinato al funzionamento ordinario delle università. La Nota fa, altresì, riferimento ai contributi per la diffusione della cultura scientifica. Al riguardo, ricorda che il 1o luglio 2014 è stato emanato il bando per la concessione degli stessi, con una disponibilità complessiva di 3.720.000 euro. Precisa che hanno potuto concorrere scuole, soggetti pubblici e soggetti privati.

La medesima nota fa riferimento altresì all’accordo per sostenere la realizzazione di infrastrutture, promuovere il credito a studenti universitari e favorire l’occupazione giovanile sottoscritto tra la Banca europea per gli investimenti e il MEF. In pratica, verranno impiegati 100 milioni di euro del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese del Ministero dello sviluppo economico per coprire i rischi di prima perdita in progetti di ricerca e sviluppo delle imprese, grazie ai quali la BEI attiverà un portafoglio di prestiti di 500 milioni. La stessa nota infine fa riferimento alla previsione di utilizzo del Fondo per la crescita sostenibile per agevolare i progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale di piccola e media dimensione, negli ambiti tecnologici individuati dal programma «Horizon 2020» (progetti di importo compreso fra 800 mila e 3 milioni di euro). Precisa quindi che il decreto direttoriale 25 luglio 2014 ha individuato i termini e le modalità di presentazione delle domande per l’accesso alle agevolazioni del Fondo. Al riguardo segnala che la nota n. 127, per un refuso, richiama, invece, il decreto ministeriale 24 luglio 2014.

Osserva quindi che riferimenti a interventi normativi di competenza della VII Commissione sono, altresì, presenti in altre raccomandazioni. In particolare, in relazione alla raccomandazione n. 2, concernente il sistema fiscale, la Nota ricorda che l’articolo 1 del decreto-legge n. 83 del 2014 ha introdotto un regime fiscale agevolato di natura temporanea, sotto forma di credito d’imposta nella misura del 65 per cento nel 2014 e nel 2015 e del 50 per cento per il 2016, in favore delle persone fisiche e giuridiche che effettuano erogazioni liberali in denaro per interventi a favore della cultura e dello spettacolo (cosiddetto Art-bonus). Al riguardo, ricorda che con circolare dell’Agenzia delle entrate n. 24/E del 31 luglio 2014 sono state specificate le modalità di effettuazione delle liberalità e di utilizzo dell’agevolazione. In relazione alla raccomandazione n. 5, concernente il mercato del lavoro, la Nota ricorda che tra le misure per incentivare l’occupazione, a seguito dell’articolo 24 del decreto-legge n. 83 del 2012 e del decreto interministeriale 23 ottobre 2013, è stato emanato il decreto dirigenziale del 28 luglio 2014, con il quale sono state definite le modalità di presentazione delle istanze, da parte delle imprese, per la richiesta del credito d’imposta per l’assunzione a tempo indeterminato di personale altamente qualificato in attività di ricerca e sviluppo. In particolare, è previsto un credito d’imposta del 35 per cento, con un tetto massimo di 200.000 euro annui per impresa, sulle spese effettuate per le nuove assunzioni relative a personale in possesso di: dottorato di ricerca; laurea magistrale in discipline di ambito tecnico o scientifico, impiegato nelle attività di ricerca e sviluppo. Precisa che le risorse inizialmente stanziate per la concessione del credito d’imposta ammontavano a 25 milioni di euro per il 2012 e a 50 milioni di euro annui a decorrere dal 2013. Successivamente, tuttavia, il Ministero dello sviluppo economico ha comunicato che le risorse finanziarie effettivamente disponibili ammontano a 25 milioni di euro per il 2012, 33,2 milioni di euro per il 2013, e a 35,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015, per effetto di accantonamenti e riduzioni. Inoltre, la Nota ricorda che, nella seduta del 1o agosto 2014, il CIPE ha approvato la proposta del MIUR di assegnare, a valere sul Fondo integrativo speciale della ricerca (FISR), 11 milioni di euro per il progetto «PhD ITalents», che prevede la selezione di 136 giovani dottori di ricerca da inserire, per un periodo non inferiore ai due anni, in imprese fortemente orientate all’innovazione e alla ricerca. Segnala che il finanziamento totale dell’iniziativa – sviluppata in collaborazione con la Fondazione CRUI e con Confindustria – ammonta a 16,2 milioni di euro e che le rimanenti risorse provengono da soggetti privati. La Nota ricorda, altresì, che l’articolo 7, comma 3, del decreto-legge n. 83 del 2014 ha previsto il rifinanziamento del Fondo «Mille giovani per la cultura» per un ammontare di 1 milione di euro per il 2015. Precisa che criteri e modalità di accesso al Fondo «Mille giovani per la cultura» sono poi stati definiti con il decreto ministeriale 9 luglio 2014, e che la premessa del decreto evidenzia che le risorse disponibili non consentono l’attivazione di mille tirocini formativi e di orientamento, e che la dicitura «Fondo mille giovani per la cultura» va quindi, necessariamente, intesa come indicativa di un auspicio e della possibilità di erogare in futuro ulteriori risorse al Fondo. Pertanto, pur rimanendo fermo l’obiettivo, il decreto ministeriale prevede l’attivazione di 150 tirocini. Al riguardo segnala che, probabilmente per un refuso, le risorse cui si fa riferimento all’ultimo punto del sottoparagrafo «Misure per incentivare l’occupazione» (un milione di euro per 150 tirocini a favore di giovani di età non superiore ai 29 anni nel settore dei beni e delle attività culturali: pag. 110 della Nota) sono le medesime con le quali è stato rifinanziato il Fondo «Mille giovani per la cultura» (cui si fa riferimento già al primo periodo del penultimo punto del medesimo sottoparagrafo).

Aggiunge che la Nota ricorda, altresì, che l’articolo 8 del medesimo decreto legge n. 83 del 2014 ha previsto anche che, per esigenze temporanee di rafforzamento dei servizi di accoglienza e di assistenza al pubblico, gli istituti e i luoghi della cultura di Stato, regioni ed enti territoriali possono impiegare, mediante contratti di lavoro a tempo determinato, giovani professionisti, di età non superiore a 40 anni, competenti ad eseguire interventi sui beni culturali, ai sensi dell’articolo 9-bis del decreto legislativo n. 42 del 2004, inserito dall’articolo 1 della legge n. 110 del 2014, in materia di professionisti dei beni culturali. I destinatari dei contratti saranno individuati mediante apposita procedura selettiva. Aggiunge poi che, in relazione alla raccomandazione n. 7, concernente le semplificazioni e la concorrenza, la Nota ricorda che l’articolo 12, commi 3 e 4, del decreto legge n. 83 del 2014 ha inteso semplificare la riproduzione dei beni culturali e la consultazione degli archivi. In particolare, sono state ampliate le ipotesi nelle quali non è dovuto alcun canone per le riproduzioni delle opere d’arte ed è stato previsto che alcune operazioni sono libere (e, dunque, non necessitano di preventiva autorizzazione). Inoltre, è stato ridotto (da 40) a 30 anni il termine previsto per il versamento della documentazione degli organi statali all’archivio centrale dello Stato e agli archivi di Stato ed è stata prevista la libera consultabilità dei documenti versati prima di tale termine. In relazione alla raccomandazione n. 8, concernente le infrastrutture, la Nota ricorda l’intervento effettuato con l’articolo 9 del decreto-legge n. 133 del 2014 (cosiddetto Sblocca Italia), esaminato anche in questa Commissione in sede consultiva la scorsa settimana.

In particolare, ricorda che la disposizione citata è volta a qualificare come interventi di «estrema urgenza», considerati indifferibili, in conseguenza della certificazione da parte dell’ente interessato, gli interventi – anche su impianti, arredi e dotazioni – funzionali (fra l’altro) alla messa in sicurezza degli edifici scolastici e di quelli dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), comprensivi di nuove edificazioni sostitutive di manufatti non rispondenti ai requisiti di salvaguardia della incolumità e della salute della popolazione studentesca e docente, nonché quelli funzionali alla tutela del patrimonio culturale. Aggiunge che per l’avvio di questi interventi sono introdotte disposizioni in deroga alle procedure di scelta del contraente e alle fasi delle procedure di affidamento dei contratti, previste nel Codice dei contratti. Per ulteriori approfondimenti, rinvia alla documentazione predisposta dagli uffici.

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