Pubblichiamo la dichiarazione finale di voto del Gruppo del Partito Democratico sul decreto legge “Artbonus” svolta da Flavia Piccoli Nardelli alla Camera dei Deputati.
«Grazie, Presidente. Come sappiamo, il decreto interviene con disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo, introducendo importanti novità per quanto riguarda il mondo dei beni culturali e la sua fruizione, intervenendo per semplificare e rendere effettive molte delle disposizioni del decreto sul valore della cultura, approvato in quest’Aula nell’ottobre scorso, e proponendo una serie di interventi attesi da troppi anni dal settore del turismo.
Lo fa soprattutto introducendo una serie di norme coraggiose per favorire il mecenatismo culturale, offrendo uno strumento concreto ed operativo per sostenere il nostro patrimonio culturale sofferente per carenza di risorse.
Chi lavora nel mondo della cultura sa che per anni si è tentato invano di ottenere forme di defiscalizzazione serie, capaci di coinvolgere direttamente i cittadini in una forma virtuosa di cittadinanza attiva, che faccia sentire propri i luoghi della cultura di cui parla il decreto, le biblioteche, i musei, gli archivi, i complessi monumentali che sono il tessuto del patrimonio culturale diffuso di cui è fatto il nostro Paese.
Allo stesso modo, il provvedimento interviene anticipando il percorso di riforma del Titolo V della Costituzione per dare risposte al settore del turismo, che ha visto invecchiare la propria offerta, vissuta troppo spesso come una rendita di posizione, consapevole ormai che la ricchezza straordinaria del nostro patrimonio storico-naturalistico non basta più a reggere da solo la vocazione turistica del Paese. Per questo propone di riunificare le competenze frammentate in un’attività organica di valorizzazione, di indirizzo e di coordinamento delle politiche di promozione turistica dell’Italia.
Non intendo entrare nello specifico di misure che sono state ampiamente illustrate ed esaminate in questi giorni di dibattito parlamentare. Ricordo solo che gli articoli 1, 7, 8 e 12 operano su nuove proposte per i beni culturali: l’art bonus di cui abbiamo parlato e che connota tutto il provvedimento, ma anche un piano annuale per un grande progetto su cui impegnare risorse sufficienti a realizzarlo e progetti di attività di valorizzazione delle periferie urbane e riapertura di luoghi della cultura chiusi al pubblico grazie a giovani professionisti dei beni culturali assunti con contratto a tempo determinato, ai sensi della «legge Madia-Ghizzoni» sulle professioni del settore, da poco approvata dal Parlamento.
Gli articoli 2, 3, 5, 6, 14 e 15 sono invece strettamente legati e in continuità con i provvedimenti approvati ad ottobre. Significano Pompei, la Reggia di Caserta, le fondazioni lirico-sinfoniche, di cui vediamo i primi piani di risanamento arrivare in porto e che rifinanziamo significativamente, e il cinema sia per la parte relativa alla produzione sia introducendo il recupero delle sale cinematografiche storiche, con la riorganizzazione e, infine, la riassegnazione di personale al Ministero dei beni e delle attività culturali.
E, infine, ci sono gli articoli 4, 9, 10, 11, 13 e 16 dedicati al turismo: interventi che riconoscono un credito di imposta significativo per promuovere la digitalizzazione delle strutture ricettive e la loro riqualificazione, mobilità turistica, nuove forme di turismo con specializzazioni ed offerte diversificate, che ci allineano a quelle dei Paesi stranieri, offrendo possibilità a cooperative formate da giovani che vogliono investire nel settore.
E poi semplificazioni, riconoscimento di standard condivisi, tourist card, interventi per trasformare l’ENIT in un ente pubblico economico. Tutti interventi che danno il senso di una strategia per il turismo centrale per l’intero sistema Paese, arrivando anche ad affrontare temi delicati, come quello dell’articolo 4, in cui si incrociano le esigenze del decoro dei grandi centri storici monumentali delle nostre città e le esigenze del commercio nelle aree pubbliche, riconoscendo la necessità di una seria programmazione e di una valutazione corretta e congiunta tra sindaci e sovrintendenti, che tenga conto delle richieste complessive.
Il senso del provvedimento è molto chiaro, la struttura del decreto lega insieme due importanti realtà sociali ed economiche del Paese: la cultura ed il turismo, in coerenza con quanto previsto dal nuovo statuto del Ministero dei beni e delle attività culturali. Due settori che hanno una dimensione economica evidentissima e che possono crescere in maniera significativa in termini di prodotto interno lordo, di occupati e di imprese coinvolte, tanto più importanti nelle more della crisi che il Paese sta attraversando.
I gravi effetti della crisi finanziaria che ha colpito le economie europee hanno costretto i Governi e le istituzioni a rivedere i propri obiettivi di spesa e a ripensare molte delle politiche dei propri Paesi. Il decreto non porta nuove imposte o accise di alcun genere: è stato finanziato per intero con risorse a valere sui fondi di investimento del Ministero dell’economia e delle finanze. È un aspetto che va sottolineato, perché il sostegno e la valorizzazione di cultura e turismo non sottraggono finanziamenti ad altri settori, ma utilizzano la leva fiscale.
Il provvedimento ripensa meccanismi che regolano donazioni e contributi di privati e di aziende, mettendo in azione, dicevamo, la leva della fiscalità di vantaggio e modificando il trattamento riservato ai contributi e alle donazioni di privati e di enti. Siamo tutti consapevoli che la società ha bisogno di cultura e richiede più educazione, più conoscenza e più investimenti per la ricerca e per la valorizzazione del proprio capitale di cultura, di arte e di ambiente. Che di simili disposizioni vi sia necessità e urgenza è certo.
Il decreto, che oggi arriva al voto finale, è stato sensibilmente arricchito nel lavoro parlamentare da parte delle Commissioni riunite cultura e attività produttive, che hanno lavorato in grande sintonia e con aiuto reciproco; desidero darne atto alle relatrici. Il Governo non ha presentato emendamenti di modifica in corso d’opera e ha lasciato che fossero i parlamentari ad intervenire sul testo, nella convinzione che il dibattito e la collaborazione con tutti gli attori coinvolti – maggioranza, opposizione, Ministro, rappresentanti dei beni culturali e del turismo – lo avrebbero proficuamente arricchito. E mi sembra di poter dire che così è stato.
La quantità degli emendamenti presentati e molti degli ordini del giorno dovranno fungere da promemoria per il Governo e per il Ministero, ma anche per questo Parlamento, per le questioni che non si sono potute risolvere. Ne cito solo una per tutte: la richiesta, che dalla gran parte del mondo legato alla cultura si leva, per estendere lo sgravio fiscale agli enti privati senza scopo di lucro, ma che attivamente operano sul fronte del rilancio e della tutela dei beni culturali privati, seppur di interesse pubblico, resta per ora un auspicio, che troverà risposta in un intervento futuro, se sapremo far bene fruttare gli anni di monitoraggio previsti per l’art bonus.
Concludo, Presidente: serve, ne siamo consapevoli, un progetto di largo respiro, che veda il rapporto pubblico-privato in un ambito di collaborazione vera, che non sia sostitutiva dell’intervento pubblico, ma sia fondata sulla condivisione e la complementarietà. E servono misure di sistema capaci di sostenere le imprese del turismo e di gettare le basi per una nuova politica industriale del settore: con la nuova legge quadro sul turismo, che è in preparazione, e con la riforma del Titolo V, saranno in grado di rendere di nuovo competitivo il nostro Paese a livello internazionale.
Nell’esprimere il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico in merito al disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, ribadisco la convinzione del nostro voto, consapevoli di trovarci di fronte ad una strategia complessiva di interventi, ad un discorso sistemico che coniuga cultura e turismo, superando la frammentazione e favorendo l’interconnessione tra i due settori.
Siamo consapevoli che oggi si declina un disegno organico che corrisponde pienamente alle nuove competenze attribuite al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, con una visione di lungo periodo di cui questo provvedimento si pone come una significativa tappa intermedia tra i provvedimenti presi con il decreto «valore cultura» e nella legge di stabilità dello scorso anno e quelli che sappiamo essere oggi in preparazione da parte del Ministero» (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Guarda il video della Dichiarazione di voto finale di Flavia Piccoli Nardelli su decreto “Artbonus”