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FUS: Cutaia, nuovo decreto per sviluppo cultura e economia

«Un decreto moderno, che introduce la triennalità dei finanziamenti pubblici per il mondo dello spettacolo, dando quindi per la prima volta la possibilità alle imprese di programmare, e che apre le porte a nuovi soggetti incoraggiando i piu’ giovani e i progetti multidisciplinari».

Da pochi giorni chiamato alla guida della direzione generale per lo spettacolo del Mibact, Ninni Cutaia difende alla Camera il provvedimento del ministero di Franceschini che ha cambiato dal 2015 i criteri di ripartizione del fondo unico per lo spettacolo (Fus) provocando polemiche e anche ricorsi tra gli esclusi.

«Piccoli correttivi sono ancora possibili» anticipa ai deputati della commissione cultura di Montecitorio che l’hanno convocato oggi per un’audizione informale. «Anche se bisogna comunque stare attenti – avverte – a non fare norme che inficino tutto il buono che c’è».

Entro i primi di novembre in ogni modo, assicura il direttore generale, il Mibact mettera’ online, fatti salvi i dati sensibili, tutti gli atti. «Siamo una casa di vetro» assicura ai deputati il dg, che illustra passo passo tutte le novità e ribadisce che il decreto firmato nel 2014 da Franceschini (il progetto era stato avviato da Bray) «e’ stato pensato come strumento di sviluppo culturale e anche economico».

Quanto al problema degli esclusi, che viene poi ricordato e sottolineato da molti interventi dei deputati, si tratta in tutto di «137 su un totale di 1300 rispetto a quelli che nel 2014 percepivano il contributo», fa notare Cutaia.

Che sottolinea: «È giusto prevedere esclusioni, un fondo pubblico deve prevedere un ricambio anche per gli accessi».

Molto sentita tra i parlamentari della commissione presieduta da Flavia Nardelli Piccoli (Pd) è però la questione di un possibile “paracadute” per chi per la prima volta, magari dopo tanti anni, è stato estromesso dai contributi pubblici. Nel decreto, fa notare il dg, è previsto un aiuto per chi è stato ammesso ai finanziamenti con una quota minore rispetto al passato (e che nel 2015 non puo’ avere meno del 70% di quello che ha avuto nel 2014), ma nessun paracadute per chi e’ stato direttamente escluso. Le modifiche? «Vediamo cosa è possibile rispetto a un miglioramento del decreto, ma non si puo’ snaturarlo», risponde il dg. «Quello che si può fare oggi sono piccoli miglioramenti sul funzionamento, che non penalizzino chi sta lavorando sui territori».

In ogni modo, annuncia Cutaia, il 4 novembre la direzione per lo spettacolo dal vivo incontrerà su questo l’associazione generale per lo spettacolo (Agis) per raccogliere suggerimenti e idee per piccole modifiche. Una potrebbe riguardare proprio la vicenda del 70% con l’estensione al 2016 e 2017 della salvaguardia delle imprese che hanno avuto fondi decurtati rispetto al 2014. (ANSA).

Il video dell’audizione del dott. Onofrio Cutaia,  Direttore generale per lo spettacolo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, sul Fondo Unico per lo Spettacolo è scaricable dal sito della Camera: Video Cutaia sul Fus