Il Ministero per i Beni e le Attività culturali e il Turismo ha risposto all’interrogazione di Flavia Piccoli Nardelli, nel corso del question time in Commissione Cultura alla Camera, che chiedeva di conoscere quali iniziative il Ministero intendesse adottare a sostegno della riqualificazione degli immobili storici privati, considerati parti integranti della nostra identità, che contribuiscono all’attrattività culturale e turistica del nostro Paese.
La sottosegretaria Anna Laura Orrico ha precisato che «il settore delle dimore storiche è considerato un volano per l’economia dei territori. Secondo le stime più prudenziali, ogni euro investito nelle dimore storiche determina benefici almeno doppi per l’economia dei luoghi nei quali sorgono. Esse rappresentano un patrimonio unico che affascina gli stranieri, e non solo: se ne contano oltre 9.400 sul territorio italiano. Come emerge da uno studio condotto dall’Osservatorio del Patrimonio culturale privato, nato dalla collaborazione fra l’Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI) e la Fondazione Bruno Visentini e presentato il 13 ottobre scorso al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, esse rappresentano un patrimonio privato che ogni anno accoglie 45 milioni di visitatori.
Le Dimore storiche italiane di proprietà privata, qualora riconosciute di interesse culturale particolarmente importante ai sensi del decreto legislativo n. 42/2004, sono assoggettate alle disposizioni della Parte II del Codice dei Beni Culturali e pertanto possono accedere ai contributi per l’esecuzione di lavori di manutenzione e restauro previsti dagli articoli 35, 36 e 37 del Codice.
Oltre ai benefici riconosciuti in base all’ordinamento dei beni culturali, anche alle dimore storiche è stata diretta una delle più rilevanti e apprezzate misure di sostegno adottate a seguito dell’emergenza sanitaria e dalla conseguente crisi economica. L’articolo 80, comma 6, del decreto-legge n. 104 del 14 agosto 2020, ha infatti esteso l’agevolazione fiscale prevista dal Decreto rilancio, il cosiddetto Superbonus, che eleva al 110 per cento l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1o luglio 2020 al 31 dicembre 2021 per specifici interventi in ambito edilizio, in particolare in materia di efficienza energetica, sisma bonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici, anche agli immobili di categoria catastale A9 (castelli, palazzi di eminente pregio artistico o storico), a condizione che siano aperti al pubblico.
Quanto al riferimento alle aree interne e ai borghi il Ministero, sviluppando azioni intraprese negli ultimi anni, ha predisposto e già emesso diversi avvisi pubblici per interventi di rigenerazione urbana attraverso la promozione di attività culturali e di imprese culturali e creative quali strumenti di sviluppo economico e sociale sostenibile e radicato nel territorio. Tali interventi si indirizzano prioritariamente alle aree marginali e complesse del Paese, dove si ravvisa la necessità dell’intervento pubblico per innescare processi di ripresa, coinvolgendo non solo le periferie urbane, ma anche la grande quantità di comuni e piccoli borghi in via di spopolamento e di abbandono – dove si trovano spesso proprio le dimore storiche – le cui risorse naturali, ambientali, storico artistiche, possono essere valorizzate anche per forme alternative di fruizione turistica, secondo un modello di sviluppo economico e culturale, decentrato e sostenibile».