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Bartolo Ciccardini, la politica raccontata ai giovani

L’On. Silvia Costa, in un articolo pubblicato sul quotidiano Europa del 12 giugno scorso, ricorda Bartolo Ciccardini, democristiano di lungo corso e grande comunicatore, appena scomparso.

«La prima immagine che ho di Bartolo Ciccardini è di lui, poco più che quarantenne, nella sede della Discussione di cui da poco era stato nominato direttore, insieme ad un gruppo di neo laureati e giovani universitari, tra cui Filippo Landi, ora corrispondente da Gerusalemme della Rai, Laura Teodori, o scout come Gigi Mastrobuono, o Alfonso Dall’Erario.

ciccardini-de-mita-forlaniCiccardini li aveva riuniti insieme ad Antonio Bruni, giornalista e programmista della Rai, per dar vita ad una esperienza di formazione politica di giovani che, come me, avevano interesse alla cultura e alla storia dei cattolici democratici ma in una modalità libera e autogestita.

Mi affascinava la sua cultura storica e politica, la sua capacità di comunicare passione per le radici del pensiero e della azione sturziana, l’antifascismo dei “ribelli per amore”, il codice di Camaldoli, i giovani costituenti, la ricostruzione e il riformismo degasperiano, la grande idea della Europa unita fino alla fatica e alle sfide di quegli anni. Eravamo nel ‘75, con la crisi della Democrazia Cristiana dopo l’onda lunga del Sessantotto, l’anno delle Giunte rosse nelle Regioni, del commissariamento del Movimento giovanile, della crisi del collateralismo cattolico, che avrebbe portato alla nascita della Lega democratica di Scoppola, Lipari, Gaiotti, Ardigò e altri intellettuali cattolici, critici verso la Democrazia cristiana e nel ‘76 al rinnovamento guidato da Moro con Zaccagnini segretario.

E così Fanfani, eletto da poco segretario, aveva nominato direttore della Discussione, il settimanale fondato da De Gasperi, Bartolo Ciccardini, giovane parlamentare marchigiano ma romano d’adozione, grande comunicatore con esperienza televisiva in Rai, vivace e aperto, totalmente fuori dal soffocante gioco romano correntizio e di potere (che mai mi avrebbe attratta) e collegato con giovani professionisti, uomini di cultura e giornalisti Rai che cominciarono ad affiancarci negli incontro di piazza Sant’Ignazio: da Ludovico Incisa di Camerana a Paolo Valmarana, da Nuccio Fava a Luciano Scaffa, da Giorgio Cazzella a Carlo Fuscagni.

E così nasce l’idea di un giornalino autogestito, supplemento della Discussione, che si chiamo Noi giovani idee, di cui fui la prima “direttore”. È proprio attraverso questa esperienza giornalistica che entrai in contatto con il Movimento femminile Dc e con donne del calibro di Tina Anselmi, Franca Falcucci, Valeria Bernardini, Paola Gaiotti, Rosa Jervolino, Luisa Cassanmagnago.

Devo a Bartolo e alla sua apertura, curiosità e onestà intellettuale, amore per il confronto delle idee, alla sua pulizia morale e soprattutto alla idea nobile e alta che mi ha trasmesso della politica se poi decisi di impegnarmi in prima persona quando Franca Falcucci mi propose di impegnarmi come incaricata per le giovani nel Mf e più tardi come candidata alle elezioni comunali a Roma.

Ma Bartolo Ciccardini e stato anche un grande innovatore nelle successive stagioni politiche. Penso alla prima Festa dell’amicizia della Dc a Palmanova nel ‘76, da lui voluta e progettata, penso alla sua proposta per l’elezione diretta del sindaco, una delle riforme più positive ed efficaci.

Ma penso anche alla sua lunga battaglia per rinnovare modi e contenuti della politica condotta con Gerardo Bianco, Roberto Mazzotta e Mario Segni, che poi porterà alle riforme elettorali degli anni Novanta.

E accanto a questa vivacità politica, durata fino ad oggi, penso alla sua militanza nelle Acli e al suo impegno nella associazione da lui fondata, Ciao Italia, che valorizzava e coinvolgeva ristoratori e operatori italiani nel mondo.

Da giovane ottantenne, fiero antiberlusconiano, ha compreso a fondo le ragioni della nascita del Ppi e poi dell’Ulivo, fino alla nascita del Partito democratico, e continuava con i suoi scritti a tener viva la cultura politica riformista di ispirazione cristiana.

Siamo in tanti a sentirci debitori verso Bartolo e ad essere addolorati per la sua scomparsa. E voglio dirgli grazie dal più profondo del cuore, con il rimpianti di non essere riuscita in questi ultimi anni, dopo il suo ottantesimo compleanno, a rivederlo».

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