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Bray nel question time: 2,5 mln nel 2014 per gli archivi

Massimo_Bray Il riordino del sistema degli archivi, nell’ambito della riorganizzazione del Mibact, «sarà svolto nell’ottica di ampliare le funzioni degli istituti, dare un maggior impulso al settore, garantire l’efficacia e l’efficienza dei servizi resi, nella convinzione del decisivo ruolo che gli archivi svolgono nella tutela e valorizzazione dell’ingente patrimonio di conoscenza della nazione».

Lo ha assicurato il ministro Massimo Bray, rispondendo al question time alla Camera interrogato da Flavia Nardelli ed Irene Manzi sul delicatissimo tema del riordino del settore.

Il ministro Bray ha sottolineato che l’articolo 2 del decreto Valore Cultura è dedicato proprio «allo sviluppo delle biblioteche e degli archivi» e prevede «la realizzazione di un programma, per il quale è stata autorizzata la spesa di due milioni e mezzo di euro per l’anno 2014, integrata anche con eventuali finanziamenti europei, che incrementi le attività di inventariazione, catalogazione e digitalizzazione del patrimonio culturale». Infine, ha concordato il ministro: «condivido il suggerimento di procedere ad un confronto che coinvolga le associazioni di settore nel progetto di riordino del sistema archivistico».

Nella replica Flavia Piccoli Nardelli ha precisato che «è importante l’attenzione e la sensibilità del ministro Bray sul tema delicatissimo del riordino del sistema archivistico. La notizia dell’arrivo di nuovi fondi per l’anno 2014 è positiva perché è indispensabile sostenere l’immenso lavoro di inventariazione e digitalizzazione del nostro patrimonio culturale. Gli archivi, sia quelli cartacei che digitali, tra i quali non vanno dimenticati quelli della Pubblica Amministrazione – ormai quasi integralmente digitali – svolgono un ruolo centrale nella valorizzazione dell’ingente patrimonio di conoscenza del nostro paese. Occorre perciò dare impulso al lavoro di riordino, ampliando le funzioni degli istituti e tutelando le professionalita’ impegnate, nella consapevolezza che tutto questo non va a beneficio solo di poche categorie di ricercatori ma dell’intera nazione».

Guarda il video del question time di Flavia Piccoli Nardelli al ministro Massimo Bray

CAMERA DEI DEPUTATI – XVII LEGISLATURA
seduta n. 108 di Mercoledì 30 ottobre 2013
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Interrogazione Piccoli Nardelli: intendimenti in merito all’eventuale riordino del sistema degli Archivi di Stato – n. 3-00404

PRESIDENTE. La deputata Irene Manzi ha facoltà di illustrare per un minuto l’interrogazione Piccoli Nardelli n. 3-00404, concernente intendimenti in merito all’eventuale riordino del sistema degli Archivi di Stato (Vedi l’allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

IRENE MANZI. Gentile Ministro, Onorevoli Colleghi, forte è il dibattito sorto in questi mesi intorno alla situazione degli Archivi di Stato, oggetto di un possibile riordino che, agli occhi di molti ( come testimoniano anche i numerosi appelli lanciati sul web e gli interventi di illustri studiosi), potrebbe preludere ad un’ulteriore contrazione e riduzione delle capacità operative di questi enti, finendo così per sommarsi ad una situazione, più complessiva, di disagio e difficoltà che gli istituti archivistici stanno affrontando da molti, troppi, anni.

Tante sono le problematiche presenti: la progressiva riduzione delle risorse finanziarie a disposizione, spesso volatili ed incerte, che impedisce l’avvio di una programmazione annuale e pluriennale, certa e definita. Una dotazione organica sempre più esigua, a causa del blocco del turn over, che continua a penalizzare i tanti professionisti specializzati formatisi in questi anni.

La necessità di investimenti materiali che adeguino le sedi archivistiche alle più recenti norme di sicurezza, unita ad un piano complessivo di riorganizzazione delle sedi e di coordinamento delle politiche di acquisto, in un’ottica di virtuoso ed efficace contenimento delle spese.

Ma, ancor più, penso a settori nuovi e importanti che richiederanno una complessiva messa alla prova delle nuove professionalità formatesi in questi anni: la catalogazione e la gestione dei documenti digitali e di quelli prodotti dalle pubbliche amministrazioni -per i quali si rende necessaria l’adozione di una specifica strategia ad hoc di conservazione, anche attraverso l’attuazione di una seria e fattiva strategia di collaborazione tra Sovrintendenze archivistiche, Archivi di stato e Pubbliche Amministrazioni- l’incremento di politiche di digitalizzazione del patrimonio documentario presente, la individuazione di criteri per la gestione del patrimonio del secondo Novecento ( cartaceo, fotografico, sonoro, audiovisivo, informatico) la cui mole richiederà, ovviamente, competenze e strutture specialistiche.

Proprio per questo, Signor Ministro, siamo a sollecitare la sua attenzione – e siamo sicuri che non la farà mancare-su una complessiva riforma del sistema archivistico che non potrà non coinvolgere le istituzioni e l’intero settore per tutelate il nostro prezioso patrimonio culturale, strumento di democrazia e diritto per l’intero Paese.

PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, ha facoltà di rispondere.

MASSIMO BRAY, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nella mia audizione del 23 maggio scorso, presso le Commissioni cultura di Camera e Senato, ho illustrato le linee programmatiche dell’azione del Ministero del quale avevo, da poco, assunto la guida.

Un punto importante di quelle linee riguardava proprio gli archivi e la conservazione delle memorie digitali. Richiamavo il fatto che gli Archivi di Stato, spesso percepiti come strutture antiquate che operano in favore di una ristretta cerchia di studiosi, sarebbero stati oggetto del mio impegno per tornare ad essere strutture di eccellenza e all’avanguardia in linea con il ruolo fondamentale che essi sono chiamati ad assumere rispetto alla conservazione delle memorie digitali.

Sono a conoscenza del dibattito che si sta svolgendo anche in rete in merito al riordino degli Archivi di Stato, che paventa il rischio di un’ulteriore contrazione della capacità operativa degli istituti archivistici. A tal proposito desidero anzitutto rassicurare gli onorevoli interroganti circa il fatto che il riordino del sistema archivistico, nell’ambito della generale riorganizzazione del Ministero, sarà svolto nell’ottica di ampliare le funzioni degli istituti, dare un maggior impulso al settore, garantire l’efficacia e l’efficienza dei servizi resi, nella convinzione del decisivo ruolo che gli archivi svolgono nella tutela e valorizzazione dell’ingente patrimonio di conoscenza della nazione.

Una prima iniziativa è contenuta nel decreto «Valore Cultura», il cui articolo 2 è stato dedicato allo sviluppo delle biblioteche e degli archivi, per implementare il livello di inventariazione e digitalizzazione del patrimonio culturale. La norma prevede la realizzazione di un programma, per il quale è stata autorizzata la spesa di due milioni e mezzo di euro per l’anno 2014, integrata anche con eventuali finanziamenti europei, che, nel quadro delle indicazioni dell’Agenda digitale europea, incrementi le attività di inventariazione, catalogazione e digitalizzazione del patrimonio culturale. Il programma viene attuato negli istituti e nei luoghi della cultura statali individuati dal Ministero, con l’indirizzo e l’assistenza tecnico-scientifica degli istituti centrali competenti per la tipologia di patrimonio digitalizzato.

Sono inoltre consapevole dell’esigenza, richiamata dagli onorevoli interroganti, di dover rafforzare il ruolo degli istituti archivistici nei confronti degli archivi correnti delle pubbliche amministrazioni, ormai quasi totalmente generati in forma digitale, secondo quanto previsto proprio dal codice dell’amministrazione. È mia intenzione, a tale riguardo, procedere in accordo con il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri, per trovare le soluzioni adeguate e condivise. Anche in questa prospettiva non mancherà la dovuta considerazione alle esigenze del sistema archivistico e sarà mia cura concentrare l’attenzione su questo delicato settore.

Condivido, infine, il suggerimento di procedere ad un confronto che coinvolga le associazioni di settore nel progetto di riordino del sistema archivistico e a tale proposito ricordo l’avvenuta audizione dell’Associazione nazionale archivistica italiana e di altre associazioni proprio presso la Commissione incaricata della riorganizzazione del Ministero. Tornerò a riferirvi su questo argomento non appena la Commissione avrà concluso i propri lavori.

PRESIDENTE. La deputata Piccoli Nardelli ha facoltà di replicare.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI. Grazie Presidente, grazie signor Ministro, la ringrazio della risposta di cui mi dichiaro soddisfatta. Stiamo seguendo con grande attenzione il lavoro del Ministro e del Ministero.
Gli archivi italiani, sia quelli in analogico sia quelli in digitale, oltre a svolgere la funzione di strumenti fondamentali di efficienza amministrativa, di trasparenza democratica e di tutela dei diritti di tutti, raccolgono un patrimonio storico che testimonia la storia e l’articolata identità del nostro Paese.

Non occorre ricordare che l’efficacia dello svolgimento di tale funzione, a fronte delle cresciute esigenze della tutela, conservazione e fruizione di un patrimonio archivistico storico, che continua naturalmente a incrementarsi è in seria crisi.

La crisi coinvolge il personale, che rischia a breve termine di venire a mancare del tutto per assenza di ricambio, le strutture, che si trovano a fronteggiare oneri logistici crescenti, e le attività, che richiedono un maggiore sostegno finanziario e normativo.

Il codice dei Beni culturali e del paesaggio, [decreto legislativo 22 gennaio 2004 n° 42], alla lettera b) del comma 2, art. 10, definisce tra i beni culturali: gli archivi e i singoli documenti dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente ed istituto pubblico. Troppo perché si riesca oggi a gestire e mantenere questo patrimonio con le strutture esistenti.

Chiediamo a lei Signor Ministro di lavorare per una riforma di lungo respiro che contempli nuove responsabilità, pur rispettando le attuali competenze, che prenda in considerazione la documentazione amministrativa delle varie articolazioni della Pubblica Amministrazione, ormai prodotta quasi integralmente in formato digitale e bisognosa di adeguate infrastrutture, regolamentazione e professionalità per la sua complessa gestione e conservazione.

Le chiediamo, inoltre, Signor Ministro di avviare un confronto che coinvolga le istituzioni e il settore per tutelare gli archivi in tutte e due le loro specificità: sia quella del patrimonio culturale, gli archivi per la memoria storica, per la fruizione e valorizzazione della cultura del territorio, sia quella della governance, che vede gli archivi come strumenti di democrazia e diritto.

Siamo consapevoli che i passaggi tecnologici determinano spesso perdita di dati, di contenuti, di storia. Anche per questo il coordinamento nazionale delle attività di tutela e conservazione svolte dagli Archivi di Stato e dalle Soprintendenze archivistiche deve essere garantito adeguatamente attraverso la presenza di una direzione generale specifica e di un efficace apparato di vigilanza e tutela, affidato alle apposite istituzioni sul territorio, ma coordinato dal centro.

Sappiamo che la gestione e conservazione degli archivi correnti richiede un impegno fortemente partecipato e aperto alle innovazioni.

Per questo le raccomandiamo la tutela delle migliaia di archivi pubblici in tutte le loro fasi di vita, dalla creazione, alla corretta gestione, alla delicata fase della selezione e parziale distruzione, fino all’archiviazione storica, attraverso lo sviluppo e l’applicazione di metodologie omogenee, ma anche curando le numerose problematiche che via via emergono nella pratica quotidiana di tutta la PA, dei cittadini e delle imprese.

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