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Mattarella sarà un presidente sopra le parti e mai sopra le righe. Parola di Piccoli Nardelli

Sulla nomina di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica pubblichiamo l’nteressante intervista di Francesco De Palo (Rivista Formiche di febbraio 2015) all’on. Flavia Piccoli Nardelli, Vicepresidente della Commissione Cultura della Camera, deputato del Pd dal 2013 e in precedenza segretario generale dell’Istituto Sturzo, che ha affermato: «l’elezione del nuovo presidente è stato un momento grandissimo per tutti noi, un’emozione vera. L’intero Parlamento sin dall’inizio ha visto crescere i voti per Mattarella, c’è stato un riscatto rilevante rispetto a diciotto mesi fa».

mattarella2Non è solo l’intero centrosinistra ad esultare per l’elezione del nuovo capo dello Stato, ma anche chi come Flavia Piccoli Nardelli proviene fisicamente da quel mondo composto di cultura, sobrietà e senso delle istituzioni.

IL LEGAME CON STURZO
Segretario generale per anni dell’Istituto Luigi Sturzo, ente morale fondato nel 1951 intitolato al fondatore del Partito Popolare Italiano, Flavia Piccoli Nardelli si è dimessa in seguito alla sua elezione a parlamentare. Proprio nell’Istituto qualche tempo fa, racconta a Formiche.net, Mattarella ha portato un piccolo faldone «con le lettere di suo padre indirizzate a Sturzo che si trovava in Inghilterra: una storia quindi che ha trovato in Parlamento il giusto riconoscimento». Mattarella fa parte di tutta una schiera di persone che «per lo Sturzo sono state assolutamente significative»: era amico di Leopoldo Elia, di Gabriele De Rosa, di Pietro Scoppola, di Rosetta Russo Jervolino. Persone che «non solo aderivano ad un mondo ma in quel contesto rappresentavano una grande cultura e dietro quella comunanza c’era e c’è una storia comune, che innerva quella di oggi».

IL SENSO DEL RISCATTO
Prima la gioia per quel nome, poi il senso del riscatto. «Ognuno di noi se la portava addosso quella votazione del 2013. Per tutti noi c’era il bisogno di dimostrare che questo è un Parlamento in grado di prendere decisioni e di condurle in porto per i bisogni del Paese». Accanto a ciò naturalmente «anche l’orgoglio del Pd, dato dal 40% di elettori che si sono espressi alle scorse europee». Ma non solo, «per me in più c’era l’emozione di una storia importante, fatta da gente per bene che affonda le proprie radici nel popolarismo sturziano». Non va dimenticato infatti che Bernando Mattarella fu quello che per primo scrisse a don Luigi Sturzo quando quest’ultimo era in Inghilterra. L’archivio dell’Istituto Sturzo è pieno del carteggio intercorso fra loro.

OLTRE IL GRUPPO
Ma la percezione che si scopre nella ricostruzione di Piccoli Nardelli è stata anche di altro tipo: «Certamente il gruppo parlamentare si è comportato benissimo, abbiamo ricevuto un messaggio molto bello quando è stato raggiunto il quorum. Il gruppo ringraziava tutti i parlamentari per la correttezza manifestata. Ma tutti noi abbiamo maturato anche dell’altro». Il riferimento è alla consapevolezza di ciò che Mattarella portava «di suo, come uomo, come persona, come individuo, come valori». Quelli ricevuti un attimo prima del voto, aggiunge, «non erano solo ordini di scuderia, c’era anche qualcosa di più che il Parlamento ci ha messo: il fatto di votare per un uomo per bene».

ALLE ORIGINI DEL VOTO
Perché quel voto quindi? Per dedizione, per storia, per il partito, per l’Istituto ma anche «perché Mattarella è un uomo che garantisce il Paese». Lo dimostra il fatto che nei minuti successivi al voto «siamo stati tempestati di numerosi attestati di ringraziamento e non è una cosa che capita spesso di questi tempi». Decisivo è stato e sarà il suo essere democristiano, «nei modi e nei gesti». Un aggettivo che è sinonimo di «senso dell’equilibrio, tutte doti che gli riconoscono in larga misura ma che io so fanno parte di una tradizione politica specifica, di un certo mondo». Il tutto mescolato a doti personali, «che anche per il mio mondo assumono una particolare rilevenza».

IL MONDO DC
Politica e persona si legano nel nome di Mattarella, secondo Piccoli Nardelli, come dimostra quel «grande senso del dovere che lui ha, come la consapevolezza della responsabilità che questa indicazione di Renzi comporta». Il nuovo Capo dello Stato sa che si è trattato di «un investimento molto forte da parte del Premier ed è conscio di ciò: una consapevolezza che rientra in una tradizione». Quale? Quella di mostrarsi «mansueto, sempre sotto le righe, come si evince delle sue prime parole: un modo di essere di cui questa Italia zavorrata da mille difficoltà ha un tremendo bisogno». Il senso della misura quindi è visto come un valore anche in rapporto al timone nelle mani di Palazzo Chigi. «Sono stata molto orgogliosa in questi giorni di come Renzi si sia dimostrato un grande leader: anche questo ha giocato un ruolo». Racconta di essere entrata in Parlamento con i renziani e «devo dire che in questa elezione ho visto l’orgoglio di pensare che il Premier ha fatto una scelta e l’ha condotta in porto fino alla fine straordinariamente bene. E il Paese lo percepisce come una sperenza».

UNA BUSSOLA CHIAMATA CULTURA
Infine l’altro grande tema che lega politica, Sturzo e Dc: la cultura. «La sua cultura politica potrà rappresentare una bussola per chi l’ha smarrita e per un Paese che sta tentando di rimettere assieme i cocci culturali in un momento di crisi economica». Non solo perché Mattarella è nel solco di quella sinistra democristiana che ha fatto del dialogo, del confronto e della discussione «tre grandi valori». Ma perché si tratta di un atteggiamento che «non comportava la rinuncia» alla propria identità e alla propria consapevolezza. «Aggiungo una sua attenzione rivolta ai bisogni delle persone: è molto silenzioso ma si percepisce sempre la cura e l’interesse per l’interlocutore che ha dinanzi. E non è un passaggio banale

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