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Potenza Picena festeggia il cinquantenario della Pro Loco

All’interno della storica manifestazione enogastronomica, culturale e folcloristica “Il Grappolo d’Oro”, si è svolto sabato 19 settembre il convegno celebrativo dei 50 anni di attività della Pro loco di Potenza Picenza. La presidente della Commissione Cultura della Camera, on. Flavia Piccoli Nardelli, è intervenuta portando il suo saluto.

All’incontro hanno preso parte il sen. Mario Morgoni, il Presidente della Pro Loco di Potenza Picena, Giuseppe Castagna, ed il Sindaco Francesco Acquaroli.

Pubblichiamo di seguito l’intervento dell’on. Piccoli Nardelli.

PICCOLI NARDELLI; «la fotografia scattata dal Rapporto Svimez, reso pubblico a luglio scorso, mette in luce un Paese sempre più diviso e diseguale.

Ciò è particolarmente vero anche in tema di beni culturali, soprattutto nell’ottica ormai imprescindibile di tenere insieme tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio culturale, favorendo un percorso integrato e partecipato, sostenuto da partnership tra pubblico e privato.

La gestione manageriale che caratterizza alcune delle eccellenze dell’offerta culturale italiana, dimostra che le imprese culturali possono attrarre quote crescenti di cittadini e turisti, e stabilire un rapporto virtuoso con una pluralità di soggetti privati. Fare buona progettualità, specie in chiave di valorizzazione del nostro straordinario patrimonio culturale, artistico, architettonico, paesaggistico, di tradizioni enogastronomiche e folcloristiche locali, specialmente in quelle aree meno interessate dai grandi flussi del turismo nazionale ed internazionale, necessita di una visione condivisa e coinvolge diversi livelli istituzionali.

Ci hanno provato le Aziende di soggiorno o gli Enti di Promozione Turistica naturalmente parlando di marketing, benchmarking e la necessità di un temporary management, per fare “attività strategica”.

Ma spesso quando si fanno progetti di valorizzazione, si declinano concetti, si indicano competenze che già esistono. Non sono moderne, nel significato che qualcuno da alla parola moderno. Non usano paroloni inglesi. Forse sono anche polverose. Ma hanno radici antiche.

Esistono dal 1881 le Pro Loco. L’associazione di cittadini volontari che si mettono insieme e, senza scopo di lucro, fanno qualcosa per il loro paese, per il loro territorio. Custodi della tradizione, custodi del loro territorio e promotori di cultura prima che di turismo.

Sono un po’ come le vecchie società di Mutuo soccorso, che con il linguaggio moderno della finanza oggi si chiamerebbero joint venture. Hanno il loro significato nel logo stesso che le definisce. Pro Loco. Senza l’imbroglio semantico della modernità. A noi piace “Pro Loco”. Piace, perché indica un programma, una missione. E non perché siamo legati al linguaggio del Novecento. A noi piace la modernità, l’efficienza. Ma ci piace anche che le parole abbiano un senso e indichino qualcosa di reale. Ci piace Pro Loco e non Turist Promotion o chissà quale inglesismo.

Le Pro Loco, in Italia sono più di 6000, grazie alla loro particolare struttura radicata e capillare, presente in tutto il territorio nazionale, svolgono un ruolo essenziale in sinergia con le amministrazioni comunali, sia nel valorizzare le locali attrattive culturali e turistiche, sia nell’organizzare attività del tempo libero, trasformandole in una grande risorsa per il territorio e diffondendone la conoscenza anche nelle aree più marginali del Paese.

Per formare e realizzare le politiche di diffusione della cultura, del turismo e del tempo libero sono indispensabili capillari collegamenti istituzionali, per programmare politiche tese a valorizzare al massimo le intelligenze, la passione per l’ambiente, per la storia, per le tradizioni e la cultura del proprio territorio

Nel luglio 2014, è stato firmato a Roma, al Tempio di Adriano, da Dario Franceschini e dal presidente dell’Anci Piero Fassino, un protocollo d’intesa con l’obiettivo di individuare nuovi e più efficienti modelli di cooperazione istituzionale per incrementare l’efficienza delle politiche territoriali di tutela e valorizzazione dei beni culturali, oltreché di promozione della cultura e di rilancio del turismo. Il protocollo persegue l’obiettivo di coordinare l’integrazione tra le strutture statali e civiche, con particolare riferimento alle forme di gestione, alle politiche degli orari dei musei e dei siti d’interesse culturale, alla bigliettazione integrata, alla fruizione del patrimonio, al decoro delle città anche attraverso la creazione di poli museali cittadini comprendenti musei statali, comunali e anche altri musei pubblici e privati.

L’ampia diffusione e l’operatività delle associazioni pro loco già lo esprimono attraverso una miriade di iniziative locali.

Cinquanta anni per promuovere cultura, per far conoscere un territorio, sono un tempo breve. Rapportati all’età anagrafica di una persona, è come se foste dei bambini.

Ecco, avete allora ancora tanto lavoro da fare. Avete una vita davanti. Cento di questi anniversari, allora».

Grappolo2015primo