BEGIN TYPING YOUR SEARCH ABOVE AND PRESS RETURN TO SEARCH. PRESS ESC TO CANCEL

Riforma del Mibact

Un piu’ forte contributo dei privati nella gestione e valorizzazione di siti e musei: questa la sostanziale novita’ della riforma del ministero dei Beni culturali varata oggi dal Consiglio dei ministri, rispetto alla prima bozza illustrata a luglio dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, che resta immutata nell’impianto centrale. Le altre principali misure riguardano: la divisione dei compiti di tutela e valorizzazione, la creazione di due settori del ministero che si occuperanno di educazione alla cultura e di arte e cultura contemporanea.

mibacLa riforma punta a estendere i modelli di gestione mista pubblico-privata di siti e istituti, ma prevede anche, in base all’articolo 115 del Codice dei beni culturali, la possibilità di dare in gestione diretta a privati alcuni siti.

La lista aggiornata degli istituti e musei di rilevante interesse nazionale dotati di piena autonomia gestionale e finanziaria, con direttori altamente specializzati e selezionati con procedure pubbliche, è così costituita: 1) Soprintendenza speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’area archeologica di Roma (sotto cui viene ricondotto anche il Museo Nazionale Romano); 2) Soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia; 3) la Galleria Borghese; 4) la Galleria degli Uffizi; 5) la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma; 6) le Gallerie dell’Accademia di Venezia; 7) il Museo di Capodimonte; 8) la Pinacoteca di Brera; 9) la Reggia di Caserta; 10) la Galleria dell’Accademia di Firenze; 11) la Galleria Estense di Modena; 12) la Galleria Nazionale d’arte antica di Roma; 13) il Polo Reale di Torino; 14) il Museo Nazionale del Bargello; 15) il Museo Archeologico Nazionale di Napoli; 16) il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria; 17) il Museo Archeologico Nazionale di Taranto; 18) Paestum; 19) il Palazzo Ducale di Mantova; 20) il Palazzo Reale di Genova.

Resta confermato, per il resto, l’impianto della riforma, con l’ammodernamento della struttura centrale del ministero e la semplificazione di quella periferica; l’integrazione definitiva tra cultura e turismo; il rilancio delle politiche di innovazione e formazione; la valorizzazione delle arti contemporanee; la revisione delle linee di comando tra centro e periferia (semplificazione delle procedure per ridurre i contenziosi) e il taglio delle figure dirigenziali (37 dirigenti in meno). (ANSA).

Dal sito del Mibact riportiamo la scheda della RIORGANIZZAZIONE DEL MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO

La riorganizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MIBACT) trae origine, come è noto, dalle politiche di spending review attuate da ultimo con il decreto legge n. 66 del 2014, convertito nella legge n. 89 del 2014. In base ai tagli operati nel 2012-2013, infatti, ogni Ministero era tenuto a dotarsi di un nuovo regolamento di organizzazione che recepisse le riduzioni di pianta organica. Il MIBACT adempie, finalmente, a tale obbligo e ridisegna se stesso in modo fortemente innovativo, in linea con le misure già adottate con il d.l. n. 83 del 2014, convertito nella legge n. 106 del 2014 (c.d. decreto ArtBonus).

L’adeguamento ai numeri della spending review è divenuto l’opportunità per intervenire sull’organizzazione del Ministero e porre rimedio ad alcuni problemi che da decenni segnano l’amministrazione dei beni culturali e del turismo in Italia. Si tratta di disfunzioni e lacune riconosciute ed evidenziate molte volte e da più parti:

  1. la assoluta mancanza di integrazione tra i due ambiti di intervento del Ministero, la cultura e il turismo;
  2. la eccessiva moltiplicazione delle linee di comando e le numerose duplicazioni tra centro e periferia;
  3. il congestionamento dell’amministrazione centrale, ingessata anche dai tagli operati negli ultimi anni;
  4. la cronica carenza di autonomia dei musei italiani, che ne limita grandemente le potenzialità;
  5. la scarsa attenzione del Ministero verso il contemporaneo e verso la promozione della creatività;
  6. il ritardo del Ministero nelle politiche di innovazione e di formazione.

La riforma è stata costruita innanzitutto per risolvere questi sei “nodi” e può essere quindi descritta lungo sei linee di azione: 1) la piena integrazione tra cultura e turismo; 2) la semplificazione dell’amministrazione periferica; 3) l’ammodernamento della struttura centrale; 4) la valorizzazione dei musei italiani; 5) la valorizzazione delle arti contemporanee; 6) il rilancio delle politiche di innovazione e di formazione e valorizzazione del personale MIBACT.
Nel complesso, la riorganizzazione prevede, secondo quanto stabilito dal d.P.C.M. 22 gennaio 2013 sulle piante organiche dei Ministeri, il taglio di 37 dirigenti (6 di I fascia, 31 di II fascia).

1. VERSO UN VERO MINISTERO PER LA CULTURA E IL TURISMO
È divenuto prioritario e improrogabile per il Paese assicurare la piena integrazione tra i due ambiti strategici di intervento del Ministero, cultura e turismo. A tale scopo, in linea con quanto previsto con il recente decreto legge n. 83 del 2014, convertito nella legge n. 106 del 2014, vengono potenziati i collegamenti tra gli uffici operanti nei due settori:

  1. le competenze della Direzione generale Turismo sono aggiornate per assicurare la massima integrazione tra i due settori;
  2. le Direzioni generali centrali competenti per i beni culturali sono arricchite di funzioni rilevanti anche per il turismo, come ad esempio la realizzazione di itinerari e percorsi culturali e paesaggistici di valenza turistica;
  3. le Direzioni regionali, trasformate in uffici di coordinamento amministrativo, sono dotate di specifiche competenze in materia di turismo, rafforzando l’interazione con Regioni ed enti locali, nonché di promozione delle attività culturali.

2. VERSO UN MIBACT PIÙ SNELLO MA PIÙ FORTE SUL TERRITORIO
Allo scopo di risolvere il vero e proprio “ingorgo” burocratico venutosi a creare negli anni a causa della moltiplicazione delle linee di comando e dei frequenti conflitti tra Direzioni regionali e Soprintendenze, l’amministrazione periferica è stata ripensata, mantenendo, secondo quanto previsto dalla ipotesi di riforma dell’amministrazione centrale, il livello regionale quale ambito ottimale di riferimento.

Fermo rimanendo che sarà un successivo decreto ministeriale a identificare in concreto il numero e la sede degli uffici periferici del Ministero aventi natura dirigenziale non generale (in particolare, soprintendenze, archivi di stato e biblioteche), sono state perciò adottate le seguenti misure:

  1. le Direzioni regionali sono trasformate in Segretariati regionali del MIBACT, con il compito di coordinare tutti gli uffici periferici del Ministero operanti nella Regione. Viene così pienamente riconosciuto il ruolo amministrativo di tali uffici, tutti dirigenziali di II fascia, senza però sovrapporsi alle competenze tecnico-scientifiche delle Soprintendenze;
  2. la linea di comando tra amministrazione centrale e Soprintendenze è ridefinita e semplificata: le Soprintendenze archeologiche sono articolazioni periferiche della relativa Direzione centrale; quelle miste, belle arti e paesaggio, lo sono della relativa Direzione. Nel rispetto della distribuzione territoriale, sono quindi accorpate le Soprintendenze per i beni storico-artistici con quelle per i beni architettonici, come già avveniva in diversi casi e come già era e rimarrà al centro, con una sola Direzione generale. Con successivo decreto ministeriale, comunque, saranno definite le sedi delle Soprintendenze, sulla base delle dotazioni organiche e delle effettive esigenze organizzative;
  3. l’amministrazione dei beni archivistici è razionalizzata: sono meglio definite e arricchite le funzioni della Direzione generale Archivi, nonché quelle delle soprintendenze archivistiche e degli archivi di Stato; resta l’Istituto centrale per gli archivi;
  4. l’amministrazione delle biblioteche è razionalizzata, da un lato, mantenendo l’autonomia scientifica degli istituti indipendente dalla loro natura dirigenziale; dall’altro, prevedendo che sia la Biblioteca nazionale centrale di Roma, sia la Biblioteca nazionale centrale di Firenze, uffici dirigenziali di II fascia, svolgano anche le funzioni di poli bibliotecari comprendenti le biblioteche operanti nel territorio comunale, ferma restando la vigilanza della Direzione generale centrale Biblioteche e istituti culturali;
  5. la collegialità delle decisioni sul territorio è rafforzata, in quanto il comitato di coordinamento regionale, presieduto dal segretario regionale e composto dai soprintendenti, diviene il luogo in cui sono assunte le decisioni un tempo adottate dalla direzione regionale, come la dichiarazione e la verifica di interesse culturale.

3. VERSO UN MIBACT PIÙ EFFICIENTE E PIÙ MODERNO AL CENTRO E PIÙ AUTOREVOLE A LIVELLO INTERNAZIONALE
Le riforme operate negli anni hanno progressivamente accorpato le Direzioni generali del Ministero, portando però a sacrifici eccessivi nei confronti sia del buon andamento dell’amministrazione, sia di settori di grande importanza per il Paese. La struttura centrale è stata quindi ripensata allo scopo di:

  1. rafforzare i poteri di indirizzo, di impulso e di coordinamento del Segretariato generale, affidando a tale ufficio i compiti di natura trasversale e rilevanti per l’intero Ministero, come ad esempio il coordinamento della programmazione dei fondi comunitari diretti e indiretti;
  2. costituire due Direzioni trasversali di supporto, una per l’organizzazione e il personale e una per il bilancio, così da rendere più efficiente la gestione e il funzionamento del Ministero, nonché assicurare l’attuazione e il monitoraggio delle norme sulle agevolazioni fiscali (il c.d. ArtBonus);
  3. dare maggior importanza alle politiche di promozione, valorizzazione e formazione;
  4. riconoscere la valenza internazionale degli istituti d’eccellenza del MIBACT e rafforzare le politiche di cooperazione culturale all’estero.

4. VERSO UN “SISTEMA MUSEALE ITALIANO”
Un punto dolente dell’amministrazione dei beni culturali in Italia è sempre stata la sotto-valutazione dei musei: privi di effettiva autonomia, essi sono tutti, salvo casi sporadici e non legati a un disegno unitario, articolazioni delle soprintendenze e dunque privi di qualifica dirigenziale.

La riforma intende mutare radicalmente questo aspetto, assicurando al contempo che sia mantenuto il legame dei musei con il territorio e con le Soprintendenze e fatte salve le prioritarie esigenze di tutela e dell’unitarietà del patrimonio culturale della Nazione. I musei archeologici e le aree archeologiche, ad esempio, fatta eccezione delle due Soprintendenze speciali per Roma e per Pompei, sono articolazioni dei poli museali regionali, ma dipendono funzionalmente anche dalla Direzione generale Archeologia, che definisce le modalità di collaborazione con le Soprintendenze archeologia anche ai fini delle attività di ricovero, deposito, catalogazione e restauro dei reperti.

Sono state quindi previste le seguenti misure:

  1. è istituita una nuova Direzione generale musei, cui affidare il compito di attuare politiche e strategie di fruizione a livello nazionale, favorire la costituzione di poli museali anche con Regioni ed enti locali, svolgere i compiti di valorizzazione degli istituti e dei luoghi della cultura, dettare le linee guida per le tariffe, gli ingressi e i servizi museali, favorire la costituzione di fondazioni museali aperte alla partecipazione di soggetti pubblici e privati, favorire la partecipazione del Ministero ad associazioni, fondazioni, consorzi o società per la gestione e la valorizzazione dei beni culturali;
  2. è conferita a 2 Soprintendenze speciali e a 18 musei (si veda lista allegata) la qualifica di ufficio dirigenziale, riconoscendo così il massimo status amministrativo ai musei di rilevante interesse nazionale, i cui direttori potranno essere scelti tramite selezione pubblica tra interni o esterni all’amministrazione, anche stranieri; con successivo decreto ministeriale saranno definiti gli istituti afferenti ai 20 musei, potendo prevedere ulteriori accorpamenti; inoltre, in futuro sarà possibile individuare ulteriori musei cui conferire tale qualifica;
  3. sono creati i poli museali regionali, articolazioni periferiche della Direzione generale musei, incaricati di promuovere gli accordi di valorizzazione previsti dal Codice dei beni culturali e del paesaggio e di favorire la creazione di un sistema museale tra musei statali e non statali, sia pubblici, sia privati; la sede dei poli sarà definita con successivo decreto ministeriale sulla base della presenza dei musei sul territorio, delle dotazioni organiche e delle effettive esigenze organizzative, e potrà quindi anche non essere il capoluogo della Regione;
  4. tutti i musei sono dotati di autonomia tecnico-scientifica e di un proprio statuto, in linea con i più elevati standard internazionali; le 2 Soprintendenze speciali e i 18 musei dirigenziali di rilevanza nazionale hanno anche autonomia contabile;
  5. sono individuati i musei e i luoghi della cultura la cui gestione può essere affidata a soggetti privati ai sensi dell’artt. 115 del Codice dei beni culturali e del paesaggio.

5. VERSO UN MIBACT PIÙ ATTENTO ALLE ARTI CONTEMPORANEE
Per riconoscere piena dignità all’arte e all’architettura contemporanea e alla riqualificazione delle periferie urbane è prevista un’apposita direzione generale.

La direzione generale ‘Arte e architettura contemporanee e periferie urbane’ promuove la qualità dell’arte e dell’architettura contemporanee e partecipa direttamente all’ideazione di opere pubbliche, anche fornendo indicazioni per la loro progettazione. La direzione promuove anche la riqualificazione ed il recupero delle periferie urbane.

6. VERSO UN MIBACT PIÙ TRASPARENTE E PIÙ ATTENTO ALL’EDUCAZIONE, ALLA FORMAZIONE E ALLA RICERCA
È sempre stato lamentato il ritardo del Ministero nei settori della innovazione e della formazione. La riforma intende colmare questa lacuna mediante le seguenti azioni, tutte finalizzate a valorizzare le professionalità del personale MIBACT:

  1. creare una apposita direzione generale per l’educazione e la ricerca, cui affidare il compito di lavorare con il MIUR, il CNR e altri enti di ricerca, le università e le scuole per assicurare la realizzazione di adeguati percorsi formativi, anche d’intesa con le Regioni;
  2. rafforzare l’attività di studio, formazione e ricerca delle strutture periferiche del Ministero, in particolare delle Soprintendenze, anche mediante convenzioni con le università, le scuole e gli istituti di formazione;
  3. attivare risorse straordinarie per la crescita professionale del personale MIBACT e il rafforzamento organizzativo delle strutture;
  4. aggiornare le competenze di tutte le strutture centrali e periferiche del Ministero, al fine di potenziare la digitalizzazione, la raccolta delle informazioni e, soprattutto, la pubblicità e la trasparenza dell’azione amministrativa;
  5. potenziare le misure di pubblicità e trasparenza, così da assicurare la pubblicazione sul sito del Ministero dei provvedimenti adottati dalle soprintendenze.

7. SONO ALTRESI DOTATI DI AUTONOMIA SPECIALE I SEGUENTI ISTITUTI E MUSEI DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE:

MUSEI

  1. Soprintendenza speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’area archeologica di Roma;
  2. Soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia
  3. la Galleria Borghese;
  4. la Galleria degli Uffizi;
  5. la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma
  6. le Gallerie dell’Accademia di Venezia;
  7. il Museo di Capodimonte;
  8. la Pinacoteca di Brera;
  9. la Reggia di Caserta.
  10. la Galleria dell’Accademia di Firenze;
  11. la Galleria Estense di Modena;
  12. la Galleria Nazionale d’arte antica di Roma;
  13. il Polo Reale di Torino;
  14. il Museo Nazionale del Bargello;
  15. il Museo Archeologico Nazionale di Napoli;
  16. il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria;
  17. il Museo Archeologico Nazionale di Taranto;
  18. Paestum;
  19. il Palazzo Ducale di Mantova;
  20. il Palazzo Reale di Genova.

17 Poli museali regionali

NUOVA ORGANIZZAZIONE MiBACT

Uffici centrali
Segretariato generale
Direzione generale “Educazione e ricerca”;
Direzione generale “Archeologia”
Direzione generale “Belle arti e paesaggio”
Direzione generale “Arte e architettura contemporanee e periferie urbane”
Direzione generale “Spettacolo”
Direzione generale “Cinema”
Direzione generale “Turismo”
Direzione generale “Musei”
Direzione generale “Archivi”
Direzione generale “Biblioteche e istituti culturali”
Direzione generale “Organizzazione”
Direzione generale “Bilancio”

Uffici periferici
Segretariati regionali
Soprintendenze ‘archeologia’
Soprintendenze ‘belle arti e paesaggio’
Poli museali regionali
Musei
Soprintendenze archivistiche
Archivi di Stato
Biblioteche

Lascia un commento

Please be polite. We appreciate that. Your email address will not be published and required fields are marked