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Storia dell’arte: è falsa la notizia della cancellazione dell’insegnamento dalle scuole

La notizia appare ormai superata dagli eventi. Riteniamo comunque utile che pubblicare la documentazione relativa alla polemica scatenata dall’articolo, confermatosi poi infondato, che la Camera dei Deputati avrebbe cancellato l’insegnamento di storia dell’arte dalle scuole italiane.

Riportiamo sia la dichiarazione del Ministro Carrozza, sia la nota preparata dalla capogruppo del PD in Commissione Cultura, Maria Coscia.

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Dichiarazione dell’On. Maria Chiara Carrozza, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

sapienzaL’insegnamento della storia dell’arte è un pilastro del nostro sistema scolastico, fondamentale per comprendere e interpretare al meglio il nostro Paese, fondato e sviluppato sull’immenso patrimonio artistico costruito nei secoli della nostra straordinaria storia.

Conoscere e saper valutare il nostro tesoro più grande è di vitale importanza per lo sviluppo delle future generazioni. Perché come diceva Vassily Kandinsky: “L’arte oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla, e indica il contenuto del futuro”.

Per questo ritengo inevitabile iniziare una discussione su come si possano affrontare al meglio le questioni della tutela, della conservazione, del restauro e della valorizzazione del nostro patrimonio, consapevole che la scuola ha il ruolo primario nella sensibilizzazione e nella formazione dei nostri giovani.

La cattedra di “storia dell’arte” ha quindi la necessità di essere potenziata, visto che dopo il riordino del 2010 ha visto un calo sensibile nel numero delle ore insegnate, sia nei licei che negli istituti tecnici e professionali.

Durante la conversione del decreto “l’istruzione riparte” mi ero impegnata a farlo, ricercando non solo le risorse necessarie (stimate in centinaia di milioni), ma anche offrire progetti e percorsi extracurriculari che possano rilanciare la consapevolezza del valore culturale, economico e sociale dell’arte e del nostro patrimonio.

Saremo ricettivi a ogni sollecitazione e alle nuove idee che andranno in questa direzione; come ad esempio la possibilità di aprire l’insegnamento di storia dell’arte alle ultime espressioni, come la cinematografia, la fotografia o le arti digitali, specchio di una società delle immagini in continuo mutamento, cambiando la dicitura in “storia delle Arti” o semplicemente “Arti”.

Oppure promuovere l’utilizzo di laboratori scolastici durante il pomeriggio, organizzando corsi aperti a tutta la cittadinanza con lo scopo di mettere la scuola al servizio di chi vuole svolgere attività artistiche e confrontarsi con persone che hanno medesimi interessi e passioni.

Inoltre possiamo collegare il semestre greco e quello italiano che inizierà il prossimo Luglio puntando sul rilancio della cultura classica, partendo dalla Magna Grecia e da quella identità culturale trimillenaria che non ha paragoni.

Questi sono solo piccoli esempi di come riportare al centro dell’attenzione pubblica un tema fondamentale, di coesione e di prospettiva, come quello dell’educazione all’arte.

Faremo di tutto per fare passi in avanti, forti del sostegno delle migliaia di persone che in questi giorni hanno mostrato interesse al rilancio di questo insegnamento, perché crediamo che “l’arte non ci insegna nulla, salvo il significato della vita. (Henry Miller)”

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Comunicato dell’on. Maria Coscia, capogruppo PD Commissione Cultura della Camera

Nella giornata di ieri su alcuni siti è apparsa la notizia della cancellazione dell’insegnamento della storia dell’arte nelle scuole per decisione della Commissione Cultura della Camera dei Deputati. E’ questa una notizia priva di alcun fondamento.

E’ vero invece che la diminuzione delle ore destinate all’insegnamento nelle scuole della storia dell’arte è avvenuto nel settembre del 2010 per scelta del governo Berlusconi, in attuazione della cosiddetta riforma voluta dal duo Gelmini Tremonti che nel 2008 ha attuato un taglio draconiamo di ben 8 miliardi di euro all’istruzione e la riduzione di 132.000 posti di insegnanti e personale ATA. Si è così assestato un colpo mortale all’istruzione pubblica nel nostro Paese. La mannaia si abbatté in particolare su alcune classi di concorso: insieme alla storia dell’arte, furono duramente colpite chimica, fisica, musica, matematica, diritto, laboratorio e altre ancora.

Il gruppo parlamentare del Partito Democratico si oppose con forza a queste scelte scellerate perché riteneva e ritiene che un impoverimento così grave dell’offerta formativa delle scuole avrebbe provocato un grave danno alla formazione dei nostri giovani e al futuro del nostro Paese. Ne sono testimonianza gli atti parlamentari con le innumerevoli mozioni, interrogazioni, interpellanze, odg presentati dal nostro gruppo e il parere contrario circostanziato al regolamento che prevedeva il riordino delle classi di concorso.

Non si comprende quindi da dove nasca questa falsa notizia e con quali scopi.

La verità e del resto facilmente verificabile leggendo i verbali delle sedute della Commissione che si sono tenute nelle ultime settimane.

Se poi essa nascesse dalla discussione dell’autunno scorso sul Decreto 104 sull’istruzione, e’ bene ricordare che il PD presentò e fece approvare in commissione un emendamento che prevedeva l’attivazione del monitoraggio e della verifica rigorosa degli effetti e dell’impatto negativo prodotti dalla cosiddetta riforma Germini. Il nostro obiettivo e’ di acquisire i dati necessari per procedere ad una revisione organica delle classi di concorso e dei quadri orari, per il potenziamento dell’offerta formativa in tutte le discipline ove sarà necessario.

Il PD, dunque, ha continuato con coerenza a battersi per promuovere la revisione del riordino delle classi di concorso e per affrontare i problemi in un quadro di rilancio e rafforzamento complessivo dell’istruzione nel nostro Paese.

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