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Flavia Piccoli Nardelli è intervenuta alla Camera per illustrare l’interpellanza urgente del PD sulla revoca dell’incarico di Presidente dell’Agenzia spaziale italiana all’astrofisico Roberto Battiston  e sulle conseguenti dimissioni del Comitato internazionale di scienziati nominato dal MIUR, in aperto dissenso con il Ministro Bussetti per i nuovi criteri del bando ministeriale che avrebbe dovuto provvedere alla successione del presidente ASI.

Il procedimento adottato verso Battiston ha visto utilizzare per la prima volta lo spoils system per un ente di ricerca e ha creato grave danno anche alla reputazione della comunità scientifica italiana, così come abbiamo visto accadere recentemente con le dimissioni del consiglio superiore di sanità.
Di seguito pubblichiamo l’intervento integrale di Flavia Piccoli Nardelli.


XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell’Assemblea
Seduta n. 114 di venerdì 25 gennaio 2019
Svolgimento di interpellanze urgenti
Chiarimenti e iniziative di competenza in merito alla situazione determinatasi a seguito della revoca del Presidente dell’Agenzia spaziale italiana

PRESIDENTE. Passiamo all’interpellanza urgente Ascani ed altri n. 2-00201. Chiedo all’onorevole Nardelli se intenda illustrare l’interpellanza di cui è cofirmataria o se si riservi di intervenire in sede di replica.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Grazie, Presidente. Devo dire che ci dispiace non vedere il rappresentante del MIUR – non se ne abbia a male il sottosegretario Micillo – ma i sottoscrittori in realtà hanno chiesto di interpellare il Ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca su un tema che consideriamo molto importante in merito alle dimissioni presentate il 3 dicembre 2018 da Lamberto Maffei, Fabiola Gianotti, Lucia Votano e Aldo Sandulli, quattro dei cinque scienziati che facevano parte del comitato internazionale nominato dal MIUR nel 2015 e incaricato di scegliere i presidenti degli enti di ricerca italiani. Parliamo dell’INAF, del CNR, dell’INGV e dell’ASI. I richiedenti, Presidente, sottolineano come la risposta all’interpellanza arrivi con grave ritardo rispetto al succedersi degli avvenimenti rendendo meno cogente il tema proposto. Ciò nonostante, riteniamo importante sollevare il problema nell’Aula del Parlamento per la scorrettezza del metodo utilizzato e denunciato nella lettera di dimissioni di Maffei che, ricordo, è presidente emerito dell’Accademia dei Lincei, di Gianotti, direttrice del CERN di Ginevra, di Votano, ex direttrice dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso e di Sandulli, preside di giurisprudenza al Suor Orsola Benincasa di Napoli.

Il comitato, secondo il decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213, è composto di persone scelte tra esperti della comunità scientifica nazionale ed internazionale ed esperti di alta amministrazione con il compito di predisporre l’avviso pubblico per la selezione dei candidati presidenti degli enti, nonché l’esame entro 60 giorni delle candidature pervenute per avanzare la proposta al Ministro di una rosa di cinque nominativi. Sappiamo che il comitato deve – è una citazione evidentemente dal testo della legge – prioritariamente garantire che il profilo dei candidati risponda ad elevata qualificazione tecnico-scientifica comprovata da particolari competenze professionali acquisite in ambito internazionale. Maffei, Gianotti, Votano e Sandulli si sono dimessi in dissenso con i criteri individuati per il nuovo bando ministeriale che avrebbe dovuto provvedere alla successione del presidente dell’Agenzia spaziale italiana, dopo la revoca del 6 novembre 2018 dall’incarico dell’astrofisico Roberto Battiston. Venti giorni fa il Ministero ha nominato un nuovo comitato di esperti che dovrà individuare i cinque nomi dai quali il Ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca dovrà selezionare il prossimo presidente dell’Agenzia spaziale italiana.

Ricordiamo che la revoca di Battiston, mettendo in discussione tutta la politica sullo spazio fin qui portata avanti, è intervenuta su un ente con un budget di quasi un miliardo di euro e un indotto in Italia di 1,6 miliardi all’anno e, elemento non ininfluente, con 6.300 posti di lavoro impegnati nel settore, che lavora a livello nazionale e internazionale e che ha visto l’Agenzia spaziale italiana in questi anni impegnata con l’Europa e con la NASA a collaborare con i maggiori partner internazionali.

Il procedimento adottato verso Battiston ha visto utilizzare per la prima volta lo spoils system per un ente di ricerca e ha creato grave danno anche alla reputazione della comunità scientifica italiana, così come abbiamo visto accadere recentemente con le dimissioni del consiglio superiore di sanità.

La ricerca in Italia vanta straordinarie eccellenze, Presidente, ma deve essere trasparente nella sua gestione e chiara nei suoi obiettivi nazionali e internazionali. La decisione ministeriale ha leso i principi di indipendenza, di autonomia e anche di autorevolezza della ricerca scientifica e ha messo in dubbio i principi costituzionali di autonomia nelle scelte organizzative degli enti. I costituenti – non occorre ricordarlo, ma credo anche giusto farlo – hanno considerato così importante il tema dell’indipendenza della ricerca da sottolinearlo in ben due articoli: l’articolo 9 della Costituzione che recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e la tecnica (…)” e i commi 1 e 6 dell’articolo 33 che rimarcano “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento (…)”. “Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato”. La Costituzione ha quindi normato i rapporti tra politica e scienza ispirando le leggi istitutive degli enti pubblici di ricerca e ne ha difeso l’autonomia tenendo separati l’aspetto di garanzia scientifica, selezionata in base alle competenze, dalle scelte legate invece all’opportunità politica.

Enti come il CNR, l’INFN, l’ASI, l’ENEA e tutto il sistema delle università sono nati sulla base di tali principi capaci di garantire una ricerca autonoma che rispondesse però a linee strategiche di ampio respiro. I sottoscrittori chiedono oggi al Ministro interpellato di sapere quali indicazioni siano state date al comitato appena nominato in merito al profilo richiesto per la presidenza dell’ASI.

Il comitato dovrà proporre persone di altissima qualificazione tecnico-scientifica, come la legge istitutiva prevede, oppure più genericamente, come sembra indichi il Ministero, dei manager appartenenti al settore aerospaziale?

Inserire nella scelta del presidente dell’ASI un profilo di manager sminuisce le caratteristiche scientifiche del presidente e si confonde con il ruolo manageriale che deve avere invece il direttore generale dell’ASI. È in corso un giudizio al TAR sulla vicenda della revoca del mandato al presidente dell’ASI, di cui si attende ancora l’esito.

Si chiede comunque che sia adesso che in futuro il Ministro lasci alle esclusive competenze del comitato la definizione del contenuto dei bandi per la scelta delle candidature alla nomina dei presidenti di tutti gli enti pubblici di ricerca dipendenti dal MIUR. Il tema appare decisivo in merito all’atteggiamento di diffidenza, se non di ostilità, che in questi mesi è maturato nei rapporti tra politica, scienza e ricerca nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

La risposta del Ministero dell’Istruzione all’interpellanza sulla situazione determinatasi a seguito della revoca del Presidente dell’Agenzia spaziale italiana

La replica di Anna Ascani, capogruppo del PD in Commissione Cultura alla Camera, alla risposta del Miur sulla situazione determinatasi a seguito della revoca del Presidente dell’Agenzia spaziale italiana