La Commissione Cultura della Camera dei deputati ha dato “parere favorevole con osservazioni” al PNRR, fornendo al Governo indicazioni, di obiettivo e di spese d’investimento, utili per lavorare al Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza
PARERE APPROVATO
La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione),
esaminata la proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza di cui al Doc. XXVII, n. 18, presentata dal Governo Conte II alle Camere il 16 gennaio 2021;
viste le note tecniche analitiche sottostanti alla predetta Proposta trasmesse dal Ministro dell’economia e delle finanze l’11 marzo 2021;
richiamato il dibattito svoltosi nella Commissione a settembre 2020 ai fini dell’individuazione, nei settori di sua competenza, delle priorità per l’utilizzo delle risorse europee del cosiddetto Recovery Fund e il parere espresso alla V Commissione, il 29 settembre 2020, all’esito di quel dibattito, in vista della relazione della medesima Commissione all’Assemblea; nonché infine la risoluzione n. 6-00138, approvata dalla Camera dei deputati il 13 ottobre 2020, al termine della discussione della relazione della V Commissione sulla individuazione delle priorità nell’utilizzo del Recovery Fund (Doc. XVI, n. 4);
premesso che:
rispetto a settembre 2020, quando la Commissione ha svolto il primo dibattito sull’utilizzo delle risorse derivanti all’Italia dal programma NGEU, la situazione è profondamente cambiata: le misure di contrasto della pandemia, che in quel momento si poteva sperare potessero essere in breve tempo revocate, sono state invece necessarie ancora per molti mesi, e tuttora sono in atto: tra di esse c’è la sospensione dell’attività didattica in presenza, per milioni di studenti, e quella delle attività culturali, sia pure in maniera eterogenea, e la sospensione delle attività sportive, soprattutto di base;
il PNRR che l’Italia presenterà in Europa deve essere quindi rimodulato, al suo interno, in considerazione delle conseguenze del perdurare della pandemia sulle nuove generazioni;
la chiusura delle scuole e dei centri di vita culturale e intellettuale sta causando grandi lacune formative ed educative nei giovani, nonché un generale impoverimento di tutta la popolazione, soprattutto dei minori, con conseguenze deteriori anche sul piano relazionale e psicologico: si riscontra un ampliamento della percentuale di minori che vivono in condizioni di povertà culturale ed educativa (che spesso è correlata a quella economica) e un aumento dei fenomeni di disagio psicologico. Come ricorda Save the children, analizzando i dati ISTAT, un milione e 346 mila minori in Italia vivono in condizioni di povertà assoluta, pari al 13,4 per cento dei bambini e ragazzi italiani; le conseguenze dei provvedimenti di contrasto della pandemia rischiano quindi di avere effetti nei prossimi anni anche sui livelli di abbandono scolastico, già troppo alti, sul benessere psicologico di bambini e ragazzi e sul numero dei NEET, perché rischia di aumentare enormemente la platea di minori che avrà difficoltà ad avere accesso alle leve formativa e culturale come elementi di partecipazione ed emancipazione sociale;
quest’emergenza nazionale non può essere affrontata soltanto con interventi settoriali, che sono già previsti, ma richiede una strategia globale, da delineare attraverso un grande piano nazionale pluriennale che delinei politiche coordinate e integrate di più amministrazioni centrali (innanzitutto Ministero dell’istruzione, Ministero dell’università e della ricerca e Ministero della cultura, oltre che Dipartimenti per lo Sport e per l’Informazione e Pag. 109l’editoria), oltre che delle Regioni, degli enti locali e del terzo settore, e che sia prioritariamente orientato ai contesti territoriali maggiormente colpiti e che presentano una situazione pregressa con indicatori già critici;
appare evidente la necessità di programmare gli interventi applicando, con eventuali aggiustamenti, il criterio di riparto tra i Paesi previsto per le sovvenzioni dal Dispositivo di ripresa e resilienza (popolazione, PIL pro capite e tasso di disoccupazione) anche all’interno del Paese (tra le regioni e le macro-aree), in modo da colmare i divari territoriali, superando in maniera significativa la quota del 34 per cento di investimenti per il Mezzogiorno e non considerando in tale computo le risorse per interventi «in essere», quelle già incluse nei tendenziali di finanza pubblica e quelle del REACT-EU;
la sezione della proposta di Piano dedicata alla cultura – che è inclusa nella componente 3 (Turismo e cultura 4.0) della missione 1, ma che ora, alla luce della riorganizzazione delle attribuzioni dei Ministeri disposta dal Governo Draghi, e in particolare della separazione delle attribuzioni in materia, rispettivamente, di cultura e di turismo, potrebbe essere esposta in una componente autonoma – è apprezzabilmente molto più articolata rispetto alla versione illustrata nella proposta di Linee guida del Governo esaminata dalle Commissioni a settembre 2020;
il turismo a vocazione culturale rimane senza dubbio un asset strategico per l’economia del Paese, ma la prospettiva del Piano sulla cultura appare incompleta. Sono infatti necessari interventi pubblici pensati espressamente e solo per la promozione della cultura, a maggior ragione dopo una chiusura così prolungata dei luoghi della cultura e un’interruzione così pesante degli eventi culturali, dagli spettacoli teatrali ai cinema, dai concerti musicali alle mostre d’arte. Non si rinvengono, nel Piano progetti specificamente pensati per la promozione dell’interesse e della fruizione culturale, per esempio per la promozione della lettura o dell’arte. È indispensabile, invece, mettere più chiaramente a fuoco, come obiettivo assolutamente prioritario per l’azione pubblica degli anni a venire, la promozione della cultura come tale, in quanto leva d’importanza primaria per la crescita e lo sviluppo del Paese, a cominciare proprio dalle scuole, e riconoscere quindi con più decisione il ruolo fondamentale che la cultura può e deve svolgere come fattore di coesione e di crescita sociale e come strumento di contrasto della povertà anche materiale, chiarendo di conseguenza quali risorse finanziarie, e per quali azioni, saranno destinate ai beni e alle attività culturali; si suggerisce di sviluppare fra gli ecosistemi della conoscenza previsti alla Missione 4 del PNRR (sia in M4C1 sia in M4C2) un intervento che utilizzi le reti delle organizzazioni culturali come alleato prezioso di scuole e università, grazie ad un accordo fra Ministero dell’università e della ricerca, Ministero dell’istruzione e Ministero della cultura per creare e gestire una cinghia di trasmissione tra ricerca e divulgazione;
occorre, nel perseguire questi obiettivi, superare il dualismo fra il bene culturale e l’attività culturale, per l’intera industria culturale e dello spettacolo, da valorizzare congiuntamente, a cominciare dalle arti performative e dalle varie espressioni della creatività, compresa la musica contemporanea, la cui crescita avrebbe positive ricadute occupazionali; occorre cioè sostenere in modo deciso modalità nuove di fruizione e assicurare offerte diversificate del patrimonio culturale immateriale, creativo e performativo;
per quanto poi riguarda l’attenzione del Piano ai luoghi della cultura, è comprensibile e condivisibile la cura per quelli che sono i più grandi attrattori turistici, e ancor di più occorre lavorare per far conoscere e rendere attrattive, oltre a quelle paesaggistiche e agroalimentari, anche le bellezze storiche e monumentali, comprese le dimore storiche, dei piccoli borghi e delle aree meno conosciute e in generale tutto il diffuso patrimonio culturale del Paese;
dal momento che l’attuazione del Piano richiederà un imponente impegno lavorativo Pag. 110 della pubblica amministrazione, a tutti i livelli, è indispensabile approntare una pubblica amministrazione che sia all’altezza dell’impresa, adeguatamente dotata sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, con personale qualificato e preparato, fornita di competenze e professionalità plurime, quante ne richiede la complessità del mondo moderno, oltre che di risorse e strutture confacenti: occorre, ad esempio, reclutare personale per il Ministero della cultura e per il Ministero dell’università e della ricerca, che soffrono di una forte carenza di organico in tutti gli uffici, sia centrali sia periferici;
istruzione e formazione, nonché vita culturale, sono dimensioni del Benessere equo sostenibile (BES). Nel Piano in esame la valutazione di impatto dei progetti è prevista soltanto a livello macroeconomico, nonostante le indicazioni della Commissione europea siano nel senso di valutare gli impatti su tutte le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: economica, sociale ed ambientale, sul modello degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. L’Italia, oltre che per il progetto BES dell’ISTAT, avviato nel 2010, è all’avanguardia mondiale nella valutazione del progresso sociale inteso dal punto di vista non soltanto economico ma anche sociale e ambientale, per aver introdotto nel 2018, prima tra i Paesi europei, la valutazione degli indicatori di BES nel ciclo di programmazione economico-finanziaria, attraverso un apposito allegato al DEF;
è condivisa dalla Commissione l’attenzione posta dalla proposta di Piano alla parità di genere, in quanto obiettivo trasversale delle politiche pubbliche, da perseguire anche nei settori del mondo del lavoro e delle attività che corrispondono alle competenze della VII Commissione; il PNRR è un’occasione unica per superare la gravissima diseguaglianza di genere che colpisce il nostro Paese molto più di altri. Un obiettivo che non può essere mancato e il cui raggiungimento dipenderà dalle priorità che indicheremo e dalle scelte che saranno fatte per valorizzare il capitale umano femminile presente in ogni ambito. Non è soltanto una questione di giustizia sociale, ma di urgenza assoluta nell’interesse dell’intera società e dell’economia del nostro Paese: un Paese dove lavora solo il 48 per cento delle donne a fronte di una media europea del 62, dove solo il 12 per cento dei bambini trova posto negli asili nido pubblici e dove le aziende guidate da donne rappresentano solo il 22 per cento del totale. Ecco perché la parità di genere non va incardinata in una missione a parte, ma deve essere invece inserita trasversalmente in tutte le missioni del Piano; nel testo definitivo del PNRR dovrà essere indicata con chiarezza per ogni missione l’entità delle risorse destinate a progetti che promuovano la parità di genere, e in particolare, per quanto riguarda la VII Commissione, ai progetti per il sostegno alla formazione delle giovani donne nelle materie scientifiche e tecnologiche (STEM) nonché nelle materie finanziarie;
poiché la lotta contro la povertà educativa e la promozione dell’interesse per la cultura passano innanzitutto per la scuola e per l’università – che non sono un qualunque servizio pubblico, ma il luogo dove si formano e imparano a pensare gli italiani di domani, dove si delinea l’embrione della Nazione che saremo – è essenziale anche intervenire con decisione per guidare il rinnovamento del personale docente della scuola e dell’università, orientando le politiche di valorizzazione del personale, sia nelle scuole che nelle università, tra l’altro verso un abbassamento dell’età media, che al momento, in Italia, è tra le più alte d’Europa, e verso un aumento delle retribuzioni medie, per allinearle ai livelli europei;
è condiviso dalla Commissione l’obiettivo del potenziamento del sistema dell’istruzione professionale superiore e degli Istituti tecnici superiori (ITS) e, in generale, del rafforzamento, quantitativo e qualitativo, dell’offerta della formazione professionalizzante (anche attraverso l’integrazione dei percorsi ITS con il sistema universitario delle lauree professionalizzanti); appare pure indispensabile migliorare il raccordo tra scuola e mondo del lavoro Pag. 111anche attraverso politiche che favoriscano tra gli studenti l’esperienza del mondo del lavoro già negli anni di scuola, fermo restando che – come affermato anche nel parere espresso il 29 settembre 2020 – le competenze insegnate nelle scuole non devono semplicemente essere adeguate alle esigenze dell’economia e al mondo del lavoro, ma devono anche e innanzitutto tendere a formare cittadini consapevoli, forniti degli strumenti culturali e cognitivi che occorrono per comprendere le dinamiche e le sfide del loro tempo;
per quanto riguarda i docenti scolastici, è condivisa dalla Commissione la finalità di una riforma stabile del sistema di accesso alla professione docente e di una loro formazione continua che coniughi formazione disciplinare, formazione pedagogico-didattica e formazione sul campo (tirocini), fermo restando che – per la valorizzazione del personale docente – occorre, oltre alla riforma del sistema di reclutamento e alla formazione continua, l’introduzione di incentivi economici e di una vera e propria carriera;
sono condivisibili le iniziative previste nella proposta di Piano per il potenziamento delle scuole dell’infanzia (3-6 anni) e delle sezioni «primavera» (dai 24 ai 36 mesi), in quanto – come ricordato anche nel parere espresso il 29 settembre 2020 – è fondamentale valorizzare la formazione del bambino nella fase che precede la scuola primaria, che è un momento essenziale del processo di apprendimento cognitivo, oltre che di acquisizione delle capacità sociali e relazionali ed è per questo indispensabile garantire la presenza di una rete di strutture formative per la fascia 0-6 anni (sia pubbliche, sia private con adeguati standard di servizio) capillarmente diffusa su tutto il territorio nazionale ed effettivamente accessibile a tutte le famiglie;
è condiviso dalla Commissione l’obiettivo del potenziamento degli istituti per garantire il diritto allo studio (alloggi per gli studenti, residenze universitarie, borse di studio, etc.), allo scopo di aumentare il numero dei laureati in Italia, che – come ricordato anche nel parere espresso dalla Commissione il 29 settembre 2020 – è un obiettivo fondamentale;
il comparto delle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) – data l’importanza strategica che riveste in un Paese come l’Italia, anche come anello di raccordo tra il mondo dell’istruzione e quello della cultura – dovrebbe ricevere più attenzione nel PNRR;
è anche condivisa dalla Commissione la centralità strategica attribuita dalla proposta di Piano alla ricerca – sia alla ricerca scientifica di base, sia a quella applicata e al trasferimento tecnologico – la cui importanza è richiamata in diversi passaggi del Piano, trasversalmente, oltre che, in maniera specifica e articolata, nella Missione 4; fermo restando però che la pluralità degli interventi previsti dal Piano nel campo della ricerca richiede un sistema di governance organica che coordini l’insieme dei soggetti di ricerca (le Università, gli Enti pubblici di ricerca, i Centri di ricerca pubblici e privati), razionalizzandone il lavoro e rendendoli un sistema integrato, anche in un’ottica di rapporto con le imprese; e a tale scopo andrebbe anche avviata una riflessione sull’Agenzia nazionale della ricerca, che è stata istituita dalla legge di bilancio 2020, ma non è ancora operativa;
tenuto conto delle due grandi transizioni previste dal Piano, quella digitale e quella ecologica, ed evidenziata la necessità di concentrarsi sulla terza transizione, quella culturale, di diretto interesse della VII Commissione;
esprime
PARERE FAVOREVOLE
con le seguenti osservazioni:
a) con riferimento alla Missione n. 5 (Inclusione e coesione), e in relazione anche alla Componente 1 (Potenziamento delle competenze e diritto allo studio) della Missione n. 4 (Istruzione e ricerca), e in particolare alla Linea progettuale «Accesso all’istruzione e riduzione dei divari territoriali», occorre che il contrasto alla povertà Pag. 112 educativa e culturale – che è aumentata a causa della pandemia – e in generale a tutti i disagi socio-psico-culturali, in particolare a quelli dei minori, sia un obiettivo strategico primario di tutto il PNRR, attraverso una strategia integrata articolata in più interventi e che coinvolga tutte le amministrazioni pubbliche, centrali e locali, nonché il terzo settore; occorre che le misure già previste (ad esempio nella Missione 4 con le iniziative per la riduzione dei divari territoriali nelle competenze e il contrasto dell’abbandono scolastico) siano innestate in un piano di azioni più comprensivo, che contempli interventi coordinati su più piani: educativo e formativo, sociale, culturale (ad esempio con misure di sostegno della fruizione culturale e della lettura) e sportivo; in quest’ottica, per rafforzare le misure riguardanti i giovani ed evitare la dispersione delle misure economiche, formative e sociali riguardanti i giovani previste dal PNRR, sarebbe auspicabile un rafforzamento delle misure già esistenti rivolte ai giovani, come la 18app e la Carta giovani nazionale;
b) per gli investimenti nei settori della cultura (Missione 1, Componente 3) e dell’istruzione (Missione 4, Componente 1), va introdotto un sistema strutturato di valutazione delle politiche pubbliche, che consenta di orientare le scelte in modo più produttivo, individuando ex ante le soluzioni più efficaci, al fine di verificare la coerenza delle attività progettate con i requisiti posti dalla Commissione europea e l’idoneità degli investimenti programmati a produrre gli effetti desiderati: a questo fine, appare opportuno che il PNRR, nella sua versione definitiva, preveda un adeguato sistema di governance per la valutazione degli impatti dei progetti delineati rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e alle dimensioni del Benessere equo e sostenibile (BES), coinvolgendo le strutture di coordinamento deputate della Presidenza del Consiglio dei ministri, l’ISTAT e il CNEL;
c) per quanto riguarda la componente 1 (Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA) della Missione n. 1, si osserva che, oltre alla digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni, è indispensabile, per l’effettiva attuazione delle misure del PNRR, affiancare un progetto di riforma organica della pubblica amministrazione, reclutando nuovo personale con concorsi veloci, con competenze e professionalità diversificate, comprese le necessarie capacità manageriali, da impegnare su progetti di innovazione, che coinvolgano più settori; appare indispensabile, per il fruttuoso impiego delle risorse del programma NGEU, che la pubblica amministrazione sia adeguatamente dotata di risorse finanziarie e di personale qualificato e preparato;
d) per quanto riguarda la Missione n. 4 (Istruzione e ricerca), va considerato che l’innovazione nella didattica richiede innanzitutto l’introduzione dell’educazione ai linguaggi digitali in tutte le scuole, che non deve essere solo un’esperienza occasionale, ma un paradigma didattico intorno al quale avviare un aggiornamento delle discipline e degli insegnamenti, e avendo come riferimento il Quadro di Riferimento Europeo per le competenze digitali che suddivide le conoscenze, competenze e comportamenti, di cui tutti i cittadini hanno bisogno in una società digitale in rapida evoluzione, nelle seguenti 5 aree: alfabetizzazione su informazioni e dati; comunicazione e collaborazione; creazione di contenuti digitali; sicurezza; problem solving;
e) per quanto riguarda la Linea d’azione sulla formazione in ingresso e continua del personale scolastico, compresa nella Linea progettuale 2 («Competenze STEM e multilinguismo») della Componente 1 (Potenziamento delle competenze e diritto allo studio) della Missione 4 (Istruzione e ricerca), che prevede – per la formazione continua del personale scolastico – un impianto di moduli formativi organizzati per competenze, con frequenza obbligatoria, cui sono legati crediti formativi professionali spendibili per l’avanzamento della carriera, secondo un sistema di valorizzazione della professione e attraverso forme di erogazione che troveranno il loro luogo di elezione in una Scuola di alta formazione, da costituirsi, rivolta a tutto il personale scolastico, si osserva che si tratta di un progetto che occorre definire bene Pag. 113nel dettaglio e che deve essere accompagnato da forme di gratificazione, anche economica, della formazione continua, dal coinvolgimento di INDIRE e delle Università, da uno standard elevato dell’offerta formativa per il personale scolastico, dalla necessità di rafforzare la formazione sulle competenze digitali, dalla consapevolezza che le competenze pedagogico-didattiche, necessarie per la professione docente, e un’esperienza di formazione in classe debbano essere momenti imprescindibili di un percorso di formazione in ingresso per i futuri docenti;
f) per quanto riguarda gli interventi previsti per l’edilizia scolastica e universitaria, di cui in particolare alla Componente 3 (Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici) della Missione n. 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica), si sottolinea l’importanza di allineare, dove ancora necessario, ai parametri europei il numero di alunni per classe, si ribadisce l’importanza della riqualificazione o ricostruzione delle scuole e delle sedi universitarie in chiave di efficienza energetica e antisismica e del loro cablaggio con fibra ottica, nell’ottica della digitalizzazione e della transizione green. Gli interventi del PNRR non si limitino alla riqualificazione energetica e ai miglioramenti tecnologici e antisismici, ma tendano a un rinnovamento complessivo degli ambienti di apprendimento, per realizzare poli infrastrutturali dotati di strutture collegate (laboratori, palestre, campus, biblioteche, etc.) concepiti secondo le esigenze della didattica moderna e delle innovazioni che comporta, in grado di fungere anche da fattori di rigenerazione urbana e da centri di aggregazione sociale e culturale e di ricostituire il patto scuola-territorio erogando attività e servizi attrattivi per tutta la popolazione. È richiesta una visione d’insieme sugli interventi, ancora troppo frammentati e con finalità distinte, e con l’obiettivo prioritario di arrivare a un unico piano coordinato in base a obiettivi definiti; si valuti come inserire misure, anche attraverso agevolazioni fiscali, per la riqualificazione degli edifici e la trasformazione digitale delle scuole paritarie, e per un incremento delle risorse per la costruzione di nuove scuole;
g) per quanto riguarda la Riforma del sistema di orientamento, inclusa tra le riforme previste per la Componente 1 (Potenziamento delle competenze e diritto allo studio) della Missione 4 (Istruzione e ricerca) – con la quale si intendono introdurre nel curriculum annuale moduli di orientamento formativo rivolti agli alunni delle classi quarte e quinte della scuola secondaria di II grado, per accompagnarli nella scelta consapevole di prosecuzione del percorso di studi (con particolare attenzione al gap ancora esistente tra le studentesse e gli studenti per quanto riguarda gli studi nelle discipline STEM) o di ulteriore formazione professionalizzante (ITS), propedeutica all’inserimento nel mondo del lavoro – si osserva che, per l’orientamento efficace, oltre che prevedere moduli informativi e implementare l’utilizzo del curriculum digitale dello studente, è indispensabile promuovere occasioni di esperienza diretta, durante gli anni di scuola, delle realtà del mondo extra-scolastico, coinvolgendo il terzo settore e il mondo del lavoro e favorendo significativamente le esperienze all’estero, così come attività che rafforzino le competenze trasversali e lo spirito di intraprendenza; si tratta di un obiettivo fondamentale anche per abbattere il numero di giovani che né studiano né lavorano (NEET);
h) per quanto riguarda l’alta formazione artistica, musicale e coreutica – che nel PNRR in esame non è in sostanza menzionata – è necessario riconoscerle il ruolo che merita in un Piano per il rilancio del Paese; occorre quindi chiarire che le iniziative previste per la transizione digitale ed ecologica devono riguardare anche le istituzioni dell’AFAM, a tal fine esplicitando, tra gli obiettivi del PNRR, quello della digitalizzazione dello straordinario patrimonio culturale delle biblioteche e degli archivi musicali, configurati come infrastrutture di ricerca locali o nazionali perché i materiali conservati, catalogati e digitalizzati siano resi pubblici e accessibili ai ricercatori e al pubblico generale; e che di conseguenza le biblioteche e gli archivi Pag. 114musicali, in particolare quelli degli ISSM, siano dotati del personale specializzato occorrente;
i) per quanto riguarda l’alta formazione, è necessario potenziare l’offerta formativa di università, ITS, enti pubblici e privati accreditati internazionalmente a vantaggio della costruzione di nuove professionalità e profili sempre più indispensabili nell’Italia post-pandemica, a partire dalle competenze green per la transizione ecologica, dalle competenze digitali e legate all’intelligenza artificiale e alla raccolta, gestione e uso dei dati per la trasformazione digitale, e dalle competenze manageriali necessarie per governare processi e organizzazioni pubbliche e private sempre più complesse;
l) per quanto riguarda la ricerca scientifica e tecnologica – oggetto soprattutto della Missione n. 4 (Istruzione e ricerca), ma interessata trasversalmente da tutto il Piano – appare indispensabile rafforzare il sistema di governance unitaria, per consolidare il coordinamento e la visione d’insieme delle politiche pubbliche per la ricerca ed evitare lo sperpero di risorse derivante dalla mancanza di visione d’insieme e dalla frammentazione e conseguente duplicazione dei progetti di ricerca, avviando una riflessione sulla costituenda Agenzia Nazionale della Ricerca e sul suo potenziale ruolo strategico; è essenziale, nel definire il contenuto finale del PNRR da presentare all’Europa, tenere conto di quanto in materia di ricerca è stato disposto dalla legge di bilancio 2021 e dal Programma nazionale per la ricerca 2021- 2027, che già pongono le basi per una visione d’insieme della ricerca in Italia; è altresì fondamentale affrontare il tema di una revisione delle carriere, oltre che delle retribuzioni, per i ricercatori, che le renda appetibili, così da evitare la perdita del capitale umano formato in Italia; a questo scopo, può essere opportuno tra l’altro costituire, ai fini della contrattazione collettiva nazionale, un autonomo e specifico comparto della ricerca, riconoscendo la specificità del personale del settore;
m) per quanto riguarda la Cultura – che nel Piano è principalmente collegata al turismo, entro la Componente 3 (Turismo e cultura) della Missione n. 1 (Digitalizzazione, innovazione competitività e cultura) – si osserva che gli interventi sulla cultura per stimolare il turismo sono certamente importanti, ma sono necessari anche interventi finalizzati solo alla promozione della cultura e della sua fruizione, per esempio sotto forma di misure di agevolazione fiscale; si ribadisce poi quanto già rilevato nel parere espresso il 29 settembre 2020, ossia che – anche per aumentare l’attrattività del patrimonio culturale materiale – è necessario promuovere l’attività culturale immateriale, creando linee di investimento indirizzate alla valorizzazione dello spettacolo dal vivo e delle arti performative e al sostegno delle tante professionalità di alto livello operanti in ambito artistico, in tutta la filiera a partire dalla fase creativa e autoriale; è altresì fondamentale un piano di azione per tutelare e sviluppare il capitale umano del settore culturale, allestendo strumenti legislativi più idonei e più allineati alle norme europee, nella consapevolezza che il valore del patrimonio artistico e culturale strettamente connesso alle condizioni di lavoro di chi opera nel settore; si ribadisce, inoltre, che è essenziale l’elaborazione di piani che mettano in connessione la creatività, una solida attività di contrasto della povertà educativa e la sostenibilità del patrimonio culturale con i bisogni specifici di valorizzazione culturale e professionale delle comunità e dei territori, con particolare riguardo ai borghi storici delle aree interne e ai luoghi che non riescono a garantire un’offerta culturale adeguata anche per l’assenza di strutture: manifestazioni, eventi, spettacoli devono diventare un veicolo di attrazione dei luoghi meno conosciuti, che fuoriescono dai canali turistici mainstream; a tutto questo deve contribuire anche una politica di valorizzazione delle dimore storiche; si ribadisce, infine, che è necessario prestare attenzione al sistema delle imprese culturali e creative, che sono centrali per la cultura e la creatività e che saranno indispensabili nei processi di rivitalizzazione del tessuto civile ed economico del Paese;
n) nell’ottica di una generale valorizzazione del nostro patrimonio materiale e immateriale, è opportuno rafforzare i prossimi appuntamenti culturali a rilevanza internazionale – come Procida 2022, Bergamo e Brescia 2023 e le ulteriori Capitali italiane della cultura che saranno selezionate, Gorizia e Nova Gorica Capitali europea della cultura 2025, le celebrazioni per gli 800 anni del primo presepe di Greccio nel 2023 – così come identificarne di nuovi, anche sul modello delle recenti celebrazioni di Leonardo, Raffaello e Dante, che possono fungere da cassa di risonanza globale e per la costruzione di un posizionamento internazionale sul fronte culturale, della produzione artistica e dell’istruzione; in questo contesto, è utile trovare per questi appuntamenti una occasione di accreditamento internazionale anche nel quadro della partecipazione dell’Italia all’Expo di Dubai che si terrà tra ottobre 2021 e marzo 2022;
o) per quanto riguarda digitalizzazione e cultura, si ribadisce – con riferimento alla Missione n. 1 – quanto già rilevato nel parere espresso il 29 settembre 2020, e cioè che è necessario realizzare un piano per la digitalizzazione del patrimonio culturale, mirato ad alimentare il sistema dei beni e delle attività culturali, quello del turismo e il complesso delle attività della stessa amministrazione e ad ampliare la sfera di libero accesso al patrimonio culturale, associando alla digitalizzazione uno sviluppo che ne moltiplichi un uso replicabile in diversi campi e funzioni a scopo di tutela, di prevenzione dei rischi, di promozione editoriale, di comunicazione, di educazione, di sviluppo della fruizione, assicurando contributi al longlife learning, ai processi di gamification, di merchandising e di promozione turistica, stimolando la creazione di reti che possano facilitare la diffusione di conoscenza e tecnologie, assicurando compensi adeguati per attrarre forza lavoro qualificata; un’attenzione particolare dovrà essere rivolta poi alla promozione di forme creative d’ibridazione tra digitale e arti, in chiave sia di produzione, sia di fruizione culturale; a questo proposito è importante verificare anche le nuove opportunità derivanti dallo sviluppo dei cosiddetti non-fungible tokens (NFT) che consentono la certificazione, tutela e commercializzazione di prodotti artistici digitali;
p) per quanto riguarda la Componente 3 della Missione n. 1, si condivide l’obiettivo di rigenerare i borghi e le periferie urbane attraverso la promozione della partecipazione alla cultura, il rilancio del turismo sostenibile, della tutela e valorizzazione dei parchi e giardini storici, ma si sottolinea la necessità di prevedere modalità di sostegno amministrativo a favore dei piccoli comuni per l’attuazione dei progetti;
q) per quanto riguarda l’editoria – e segnatamente la digitalizzazione delle imprese del comparto editoria e della filiera della stampa, di cui alla Componente 2 (Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo) della Missione n. 1 (Digitalizzazione, innovazione competitività e cultura) – si osserva che la transizione digitale non va imposta come un obbligo, ma prospettata, attraverso stimoli, come forma di potenziamento degli asset produttivi, in una logica di differenziazione dell’offerta, sostenendo e incoraggiando la transizione dell’editoria verso il digitale; è necessario che lo Stato accompagni la rivoluzione digitale, aiutando le imprese e i dipendenti a passare alle nuove tecnologie, senza danno per i livelli occupazionali, che dal 2009 sono crollati a seguito della crisi del settore, con la riduzione delle vendite dei quotidiani e di quelle degli spazi pubblicitari; è necessario sostenere anche radio, emittenti e stampa locali; è prioritario assicurare risorse adeguate e provvedimenti tempestivi per l’editoria giornalistica, un settore economico che ha un valore anche per la qualità della democrazia: è prioritario prevedere misure per la transizione tecnologica e digitale di tutta la filiera della stampa, compresa quella di prossimità, per la formazione di competenze nelle nuove professioni digitali, per la valorizzazione della professione giornalistica e per il sostegno alla domanda di informazione di qualità; è anche indispensabile adottare iniziative a tutela dei giornalisti, mediante inquadramento nella categoria Pag. 116 del lavoro subordinato e riqualificazione professionale, al fine di contrastare il precariato e garantire nuove forme di sostegno, modalità di distribuzione e opportunità; sostenere la stampa introducendo incentivi fiscali a supporto del rinnovamento dei processi produttivi e del bisogno di informazione di qualità e garantire il supporto all’intera filiera editoriale, comprese le imprese poligrafiche; favorire il processo di digitalizzazione ed ammodernamento delle librerie, con attenzione all’imprenditoria giovanile e alla promozione del libro e della lettura; nonché, introdurre la gratuità dell’acquisto di libri per le famiglie meno abbienti, implementando gli strumenti già esistenti, promuovendone la fruizione ed incentivando lo sviluppo di competenze digitali all’interno di percorsi di educazione all’uso critico dei media; adottare iniziative per incrementare il fondo per le emittenti locali, profondamente in crisi in questo periodo a causa dei tagli agli investimenti pubblicitari, anche al fine di garantire ai cittadini la più ampia informazione oltre che sostenere il settore;
r) per quanto riguarda lo sport, si condivide la Linea progettuale Sport e periferie, compresa nella Componente 2 (Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore) della Missione n. 5 (Inclusione e coesione), ma si osserva che i finanziamenti dell’iniziativa Sport e periferie andrebbero programmati a livello centrale e destinati in modo selettivo, sulla base dei risultati di un censimento e di un monitoraggio costante dell’impiantistica sportiva, di proprietà sia pubblica sia privata; è fondamentale poi stanziare somme più consistenti per lo sport di base e prevedere interventi decisi per il rilancio degli sport invernali, e quindi indirettamente dei territori montani, che sono stati colpiti in modo estremamente pesante dalle misure governative di contrasto della pandemia; in particolare è indispensabile investire risorse per incentivare lo sport giovanile e scolastico, anche attraverso la costruzione di impianti a servizio delle scuole ma aperti alla comunità territoriale, così da promuovere il più possibile la diffusione della pratica sportiva e motoria e per garantire la disponibilità di impianti sportivi idonei allo sport di vertice, anche attraverso la realizzazione (o la ristrutturazione) di stadi e arene, in modo da riqualificare le aree urbane, incrementare il benessere sociale, i livelli occupazionali, i ricavi di gettito fiscale e potenziare l’immagine internazionale dello sport italiano; nell’ottica, inoltre, di promuovere la pratica sportiva anche come forma di cura e prevenzione sanitarie, è necessario sviluppare una Rete nazionale di «Palestre della salute» caratterizzate da competenze specifiche e al contempo avviare uno screening della popolazione per la valutazione del rischio ancora latente e non sfociato in patologia, in modo da poter impostare azioni concrete per attivare percorsi di benessere esteso.