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Appello di freudiani e junghiani: investire sulla psicoanalisi

Flavia Piccoli Nardelli ha presieduto la conferenza stampa di presentazione dell’incontro “L’efficacia della terapia psicoanalitica nei contesti di cura”, che si terrà il 7 giugno presso L’Università La Sapienza, presentato oggi alla Camera e promosso da Società psicoanalitica italiana (Spi), i soci italiani della European federation for psychoanalytic psychotherapy (Siefpp), Associazione italiana psicologia analitica (Aipa) e Associazione italiana di psicoterapia psicoanalitica dell’infanzia, dell’adolescenza e della famiglia (Aippi).

Quattro realtà – alcune di ispirazione freudiana e altre junghiana – che lanciano un appello al mondo politico, sottolineando che le evidenze scientifiche mostrano come le psicoterapie psicodinamiche abbiano una maggiore efficacia nel tempo, sostenuta dal tipo di cambiamenti prodotta a lungo termine in merito alle risorse psicologiche, alla struttura della personalità e a una maggiore duttilità delle difese della persona.

In Italia, si legge in un documento in vista del convengo, 2,8 milioni di persone soffrono di depressione, il 5,4% della popolazione dai 15 anni in su (ultimi dati Istat sulla salute mentale), mentre a livello globale il numero di persone colpite da disturbi depressivi supera i 300 milioni di individui. Secondo le ultime stime dell’Oms il 10-20%d i bambini e adolescenti nel mondo soffre di disturbi mentali mentre nel 2020 la depressione sarà la seconda causa di invalidità per malattia, subito dopo le patologie cardiovascolari.

“L’obiettivo della nostra iniziativa – spiega Anna Maria Nicolò, presidente Spi – è mostrare l’importanza della terapia a orientamento psicodinamico e della psicoterapia tout court nei servizi pubblici. Negli ultimi anni purtroppo la psicoterapia è diventata sempre di più una cenerentola, a favore delle cure farmacologiche o delle cure sintomatiche e noi stiamo rivendicando l’importanza della relazione tra terapeuta e paziente, il fatto che il paziente non è un sintomo ma è invece una persona e va accolto come tale in tutta la sua ricchezza e in tutta la sua specificità”. “Mentre le più diffuse terapie cognitivo-comportamentali – aggiunge – registrano risultati con minore tenuta nel corso del tempo, tanto che nel 50% dei casi i pazienti tornano in terapia nell’arco di 6-12 mesi, i trattamenti psicoanalitici producono cambiamenti più duraturi nel lungo periodo e garantiscono quindi al servizio pubblico un risparmio considerevole, grazie al minore ricorso alle strutture sanitarie da parte dei pazienti, sia per motivi psichiatrici che di salute generale”.

“L’Oms – spiega la presidente Societa’ psicoanalitica italiana Anna Maria Nicolo’ – ci ricorda che i sistemi sanitari di tutti i paesi non hanno ancora risposto adeguatamente al peso globale delle malattie correlate ai disturbi mentali. Anche in Italia, dove assistiamo ad una sostanziale esclusione di trattamenti psicoanalitici in seno al servizio pubblico, perche’ ritenuti lunghi, costosi e incompatibili con la pratica psichiatrica”.

Eppure la presidente dell’associazione italiana di Psicologia analitica, Alessandra De Coro, sottolinea come i numerosi interventi degli analisti Aipa in diversi contesti gia’ possono contribuire a “sfatare quella pregiudiziale immagine sociale che vede lo psicoanalista chiuso nel suo studio a lavorare solo con pazienti ricchi e nevrotici”.

A rappresentare le istituzioni i deputati Flavia Piccoli Nardelli (membro della Commissione cultura) e Vito De Filippo della Commissione affari sociali, nonché la senatrice Paola Binetti.

“Per quanto riguarda la Commissione cultura è emerso con grande forza il tema della formazione, di una formazione seria e importante che rispetti quelli che sono i problemi che caratterizzano la società, affinché vengano affrontati con tutti gli strumenti molteplici che le varie scuole che si occupano di psicanalisi possono offrire” afferma Piccoli Nardelli, mentre De Filippo spiega di aver presentato una risoluzione in Commissione affari sociali per rispondere allo “spread” che c’è sul tema.

“Dobbiamo dare risposte concrete ai pazienti che non possono passare soltanto per l’uso dei farmaci, dobbiamo riuscire a sostenere le persone con interventi positivi che riguardano i diversi tipi di trattamento di psicoterapia, tra cui ci sono quelli a indirizzo psicodinamico – sottolinea Binetti – Esistono diversi modelli di psicoterapia, per ogni paziente c’è bisogno di uno piuttosto che di un altro, che risponda meglio alla sua struttura psicologica: quelli a indirizzo psicodinamico sono quelli che hanno la più consolidata efficacia e che sono destinati a intercettare nel modo migliore i bisogni emergenti in fatto di salute mentale”.