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ArtBonus, carburante per una cultura in difficoltà

Riceviamo e pubblichiamo un interessante articolo di Vera Schiavazzi, uscito oggi su “La Repubblica” di Torino, sull’incontro svoltosi lunedì 23 febbraio presso il Circolo dei Lettori di Torino, in cui i protagonisti delle istituzioni piemontesi si sono confrontati con il parlamento, rappresentato dalla Vicepresidente della Commissione Cultura on. Flavia Piccoli Nardelli, ed il governo, la sottosegretaria on. Borletti Buitoni, sulla legge 106 che defiscalizza le donazioni: “Una normativa che aiuta Torino a ripartire”

Circolo Lettori Torino«Così, ieri sera, l’assessore regionale alla Cultura Antonella Parigi si è dichiarata a favore dell’ArtBonus, poi entrato a far parte della legge 106 per la cultura, ricordando come anche in Piemonte, in una delle regioni più ricche di patrimoni culturali e di potenzialità turistiche, sia possibile fare un’assemblea con 117 sindaci di una provincia senza che nessuno citi né l’uno né l’altro argomento. Quella di ieri al Circolo dei Lettori, con la deputata Silvia Fregolent, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, e Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretaria ai Beni e alle Attività Culturali, e Flavia Nardelli Piccoli, vicepresidente della Commissione Cultura a Montecitorio, mentre Aldo Garbarini rappresentava l’assessorato alla Cultura del Comune, non è stata soltanto una discussione sull’ArtBonus, ma una specie di autocoscienza della cultura torinese e piemontese che era accorsa in massa per poter parlare a chi decide e legifera.

Per Fregolent, «non è un caso se questo dibattito viene sperimentato in primo luogo a Torino, città che dal 1993 in poi ha saputo trovare nella cultura e nel turismo nuove ragioni d’essere durante la crisi industriale».

Poi è toccato agli ospiti. Evelina Christillin, presidente dello Stabile e dell’Egizio, è intervenuta per raccontare come da un lato i contributi pubblici al Teatro Stabile siano scesi dal 70-75 per cento al solo 50 mentre aumentavano enormemente i biglietti venduti all’estero e gli abbonamenti, e dall’altro come attraverso il concorso per il nuovo direttore dell’Egizio «abbiamo dimostrato la possibilità di fare anche in antiche istituzioni della cultura pubblica scelte meritocratiche e ben motivate: anche in ciò che non è nuovo molto può migliorare».

Il rettore dell’Università di Torino, Gianmaria Ajani, ha spiegato che la legge 106 e l’ArtBonus hanno innovato nel settore culturale elementi che si aspettavano da tempo, segnalando come il ministero e l’università dovrebbero promuovere reti comuni per sostenere un “cultural heritage” che non riguarda solo le materie umanistiche. L’Università di Torino, ha detto Ajani, ha scritto al ministro Franceschini anche per proporre di sostenere piattaforme digitali comuni.

Patrizia Asproni, presidente della Fondazione Torino Musei, ha definito l’ArtBonus come un «paradigma della cultura italiana, che dai suoi grandi potenziali deve passare a essere altrettanto potente».

Marco Carassi, presidente dell’Anai e archivista, si è scagliato sulle differenze di età previste dalle diverse leggi sulla cultura, da 29 a 30 e a 40, e sulle diverse dotazioni di funzionari archivistici.

Anna Maria Poggi, presidente della Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo, ha ricordato come l’ArtBonus non sarebbe stato possibile anche solo dieci anni fa, e ha aggiunto come anche aziende private scelgano di sostenere le Fondazioni in alcuni casi, come la campagna per le nuove tecnologie a scuola della Fondazione alla quale Telecom ha dato il suo contributo.

Sergio Scamuzzi, presidente dell’Istituto Gramsci e dell’Ismel, ha auspicato che anche le fondazioni culturali come Gramsci, Salvemini, Nocentini, Donat Cattin che si stanno riunendo a Torino possano godere dell’ArtBonus, e espresso l’auspicio che nel “modello americano” al quale la cultura italiana si ispira possano emergere più privati interessati a donare.

E per Filippo Taricco, direttore del festival Collisioni, «chi fa cultura non deve stare sdraiato a scodinzolare sotto il tavolo della politica, ma anche essere disposto a indebitarsi e a rischiare».

A Flavia Nardelli Piccoli le conclusioni: «Abbiamo sentito voci culturali utilissime da Torino. Cultura e turismo ormai sono insieme, il 30 per cento delle visite si deve alla cultura, permettere anche ai privati e ai cittadini di donare è una grande forma di democrazia».

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