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Buone pratiche culturali, indagine conoscitiva della Commissione

La Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati, a luglio, ha deliberato di indire un’indagine conoscitiva sulle buone pratiche di diffusione culturale.

Uno studio volto ad acquisire informazioni  nelle materie di competenza delle Commissioni e può essere promossa da ogni commissione di Camera e Senato.

È, di fatto, una ricerca sullo “stato dell’arte” in una data materia.

Nel nostro caso, una ricerca che non potendo dar conto della totalità delle buone pratiche esistenti, dato irraggiungibile per i tempi dei lavori di Commissione, si è focalizzata su alcuni elementi.

Questo lavoro si propone una ricognizione degli elementi che costituiscono il tessuto identitario culturale dei nostri territori. Non si tratta, dunque, di un’attività conoscitiva sui beni, ma sul patrimonio inteso in senso “dinamico e sociale”.

Abbiamo posto alla base l’idea del patrimonio culturale nella sua funzione “generativa”, nella sua capacità di “creare cultura”.

L’indagine non potrà essere esaustiva e non punta alla completezza, ma cerca di evidenziare quanto di buono è stato prodotto sui territori; quanto si è applicato alle politiche culturali proposte.

Parliamo dei provvedimenti previsti dalla legge “Art Bonus”, dalla proposta di impiegare risorse nella difesa e contemporaneamente nella cultura: un euro in difesa e un euro in cultura. Dalla “buona scuola”.

Quindi la defiscalizzazione proposta con Art Bonus, la App 18 anni, l’alternanza scuola-lavoro.

Lo scorso 19 dicembre abbiamo terminato le audizioni.

Abbiamo audito sul tema della diffusione della cultura noti studiosi, addetti ai lavori, professionisti appassionati. Che ci hanno fatto conoscere i casi virtuosi di musei, istituti culturali, associazioni private, scuole.

Alcuni progetti partono dal basso, raccolgono un’istanza locale forte. Altri dalle istituzioni e, in comune, hanno la capacità di ascolto, la facoltà di corrispondere ad un bisogno.

Si nota, in ogni progetto, una grande attenzione al linguaggio.

Emerge un focus alle nuove tecnologie della comunicazione e un grande entusiasmo per la funzione della fruizione del patrimonio. Penso, in particolare, al museo che come istituzione è quella che si è mostrata, nei casi auditi, fra le più innovative.

Abbiamo udito 65 casi, in quasi tre mesi e mezzo. Tra persone e progetti, in molti degli interventi gli uditi sono partiti ricordando i dati sulla lettura, perciò parlando di diffusione culturale molti degli “addetti ai lavori” pensano che per parlare di diffusione culturale si deve partire dal dato della “non lettura”.

In allegato la lista delle persone e dei progetti auditi.

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