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Corviale, un incontro di riflessione al MAXXI

Ieri all’evento organizzato dal MAXXI, “Conversazioni d’autore Corviale. Da Mario Fiorentino ad oggi”, abbiamo affrontato il tema della riqualificazione delle periferie. Siamo partiti analizzando il caso del Corviale a Roma, insieme a Margherita Guccione direttrice MAXXI architettura, agli architetti Laura Peretti, Susanna Nobili e Guendalina Salimei.
L’edificio, progettato per l’Istituto Autonomo Case Popolari da Mario Fiorentino, negli anni ’70 del Novecento da tempo soffre di un degrado diffuso: non solo dal punto di vista architettonico ma anche sociale. E la questione del suo recupero è al centro del dibattito culturale da almeno un trentennio.
Anche ieri si sono ricordati i due opposti punti di vista: da un lato chi sostiene la conservazione del Corviale, come esempio di architettura urbana di valore; dall’altro chi ne ha sostenuto con forza la demolizione, convinti dell’impossibilità di un suo recupero.
Il Corviale verrà recuperato e ieri abbiamo potuto ascoltare dalle architette progettiste, Peretti e Salimei in che modo, attraverso la puntuale descrizione dei due progetti vincitori.
Mi è parsa particolarmente interessante la riflessione circa la necessità di considerare il recupero del Corviale non solo dal punto di vista architettonico.
Infatti, è emersa quanto sia importante l’attività sociale e culturale per la riqualificazione urbana.
La stessa necessità l’abbiamo rilevata allo Zen di Palermo, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle buone pratiche di diffusione culturale che stiamo portando avanti in Commissione.
L’Associazione culturale “Zen Insieme”- punto luce d’intesa con save the children, con le scuole e le famiglie del quartiere, è formata da educatrici che hanno aperto una biblioteca in uno degli stabili e offrono sostegno culturale e familiare a chi lo chiede.
Anche in questo caso specifico si cerca di ricostruire la trama sociale insieme alle attività culturali.
Mi sembra che questa sia una linea da perseguire con forza, il recupero e la riqualificazione delle periferie deve essere sostenuto dalle attività culturali e sociali, anche attraverso la creazione di nuove strutture come punti d’incontro e socializzazione, biblioteche, teatri, scuole, università perché sia superata l’idea della periferia come luogo di degrado e solitudine.