Ripartire dai libri con un piano straordinario, a sostegno del settore, per superare “la più grave crisi attraversata dal libro dal Dopoguerra”, è la richiesta della filiera del libro al governo in un appello firmato da AIB – Associazione Italiana Biblioteche, AIE – Associazione Italiana Editori e ALI – Associazioni Librai Italiani.
Appello congiunto al governo di bibliotecari, editori e librai
Viviamo immersi in una pandemia senza precedenti, che ha stravolto i nostri modi di vivere. Abbiamo tutti appreso a vivere a distanza gli uni dagli altri, ma in tempi di “distanziamento sociale” i settori culturali, fondati sulla socialità, soffrono più di altri.
Sono state chiuse le librerie, e molte ancora lo sono; altre lavorano costrette a snaturarsi come luoghi di socializzazione attorno ai libri, di contatto vivo, di ricerca personale del prossimo libro da leggere. La chiusura è intervenuta in un momento già caratterizzato da una crisi delle librerie fisiche, dovuta ai cambiamenti nella struttura distributiva: nello scorso decennio le librerie fisiche avevano perso il 12% della loro quota di mercato e nell’ultimo trimestre 2019 oltre il 36% lamentava un calo di liquidità. Nel mese di marzo si stima che le librerie abbiano perso 25 milioni di ricavi. Quante saranno in grado di sopravvivere? Il rischio di desertificazione culturale – specie nelle aree più deboli del paese – è alto. Ed è sempre più difficile tornare indietro che non agire subito per ridurre il danno.
Sono chiuse scuole e università, luoghi di scambi culturali per elezione. Nella didattica a distanza i testi di studio acquistano ancora maggior rilevanza ma le difficoltà logistiche di approvvigionamento hanno generato nuovi problemi – anche per la coincidenza delle chiusure con la partenza del secondo semestre accademico – mentre le difficoltà nelle adozioni per il prossimo anno scolastico e accademico vanificano investimenti già fatti e avranno effetti sulla ripresa.
Sono chiuse le biblioteche, luoghi imprescindibili di promozione della lettura, specie tra i più giovani. Quasi 600 biblioteche di pubblica lettura si sono mobilitate, in collaborazione con autori ed editori, per non interrompere il loro legame con i propri piccoli lettori, proponendo video-letture di libri per bambini e ragazzi. Ne sono già programmate 1.700, di oltre mille titoli, segno della passione che anima il mondo del libro, dagli autori ai bibliotecari. Ma è una goccia nel mare, a fronte della chiusura delle 11.608 biblioteche attive in Italia e dei nove milioni di lettori che ne varcano la soglia.
Le chiusure generano la più grave crisi attraversata dal libro dal Dopoguerra. Già a fine marzo il 64% degli editori librari aveva fatto ricorso alla cassa integrazione o era in procinto di farlo. Il numero delle novità previste nel 2020 era stato riprogettato con una riduzione del 31% rispetto ai programmi di inizio anno. Il 92% degli editori valutava le conseguenze della crisi nel medio periodo da significative a drammatiche. La crisi di fatturati e liquidità, associata a queste aspettative, si sta tramutando in una riduzione degli investimenti in nuovi titoli rallentando – in assenza di interventi efficaci – le possibilità di ripresa al termine della crisi sanitaria.
Le industrie tipografiche e della carta saranno duramente coinvolte. Ridurre del 31% i piani editoriali significa rinunciare all’edizione di oltre 23mila titoli e alla stampa di 49milioni di copie, con conseguenze pesanti sui posti di lavoro nei settori della carta, della stampa e nei service editoriali e grafici.
Soprattutto, sarà un colpo verso la cultura italiana, la diversità culturale e il pluralismo: i dati ci dicono che la crisi colpisce più duramente i piccoli editori che a fine marzo avevano già spostato o cancellato l’80% delle uscite del secondo trimestre.
Gli autori e i traduttori sono tra le categorie più colpite. Hanno meno protezioni sociali di altri e la riduzione dei redditi da diritto d’autore, dovuta al calo delle vendite atteso fino alla fine dell’anno, crea sacche poco visibili di difficoltà. Si stima che ci saranno quest’anno 3100 libri in meno da tradurre e ad oggi nessuna tutela è prevista per compensare i traduttori per i mancati redditi.
Un intervento mirato a sostegno del libro è necessario subito. Le associazioni della filiera del libro chiedono interventi a sostegno diretto di imprese, specie le più piccole, biblioteche, lavoratori, autori e traduttori per risolvere la crisi che attraversa l’intera filiera. Il sostegno alla domanda deve esserne una parte importante, e deve avere effetti immediati. Proponiamo (a) fondi alle biblioteche di pubblica lettura per un piano straordinario di acquisti di libri, con particolare attenzione alle librerie del territorio e (b) un sostegno alla domanda tramite strumenti analoghi al bonus cultura, finora dedicato ai diciottenni, da estendersi ad altre fasce della popolazione.
La crisi è intervenuta quando era viva la discussione di una “legge di sistema” per il libro, con una visione di lungo periodo. La crisi non deve far dimenticare questa prospettiva, deve anzi aiutare a delinearne meglio i contenuti, con misure per (a) promuovere la lettura con risorse finalmente all’altezza, (b) stabilizzare il sostegno alla domanda anche oltre l’emergenza, (c) rafforzare il sistema bibliotecario del paese a partire da quelle di pubblica lettura, (d) prevedere una detrazione fiscale sull’acquisto dei libri, (e) promuovere l’innovazione lungo la filiera del libro, (f) completare la transizione verso un’editoria libraria interamente verde e inclusiva, (g) rafforzare la promozione del libro italiano all’estero.
AIB – Associazione Italiana Biblioteche
AIE – Associazione Italiana Editori
ALI – Associazioni Librai Italiani