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Ripensare la nostra idea di fruizione culturale e di valorizzazione del turismo

«L’emergenza sanitaria ha modificato il nostro mondo. Non si tornerà indietro. Occorrerà ripensare in modo virtuoso modelli più flessibili e decentrati costruendo nuove alleanze fra cultura e rivoluzione digitale, fra turismo e piattaforme», ha affermato Flavia Piccoli Nardelli nel corso del suo intervento alla Camera dei deputati a seguito dell’informativa del Ministro Dario Franceschini sulle inziative intraprese dal suo Dicastero a sostegno dell’industria del turismo duramente colpito dall’emergenza da COVID-19.

Camera dei deputati – Seduta 336 di giovedì 7 maggio 2020

PICCOLI NARDELLI. Grazie Presidente. Ministro lei ha affrontato i temi della crisi del turismo e della cultura nel nostro Paese in successione, come era giusto facesse.

Io vorrei affrontarli insieme perché insieme abbiamo vissuto negli anni trascorsi l’investimento, la crescita e lo sviluppo di questi due mondi. Abbiamo lavorato per vedere le vie e i cammini della fede attraversare l’Europa e l’Italia, i piccoli borghi diventare il fulcro di rinnovati investimenti sui territori, le città mobilitarsi per guadagnare il ruolo di capitale della cultura del nostro Paese, i grandi musei provvedere al sostegno di quelli più piccoli. Abbiamo insomma sostenuto e creduto in un’Italia più viva e più ricca grazie alle caratteristiche di museo diffuso che le sono proprie.

► Per questo il Covid-19 e il lockdown, che dall’inizio di marzo 2020 hanno bloccato il Paese, hanno all’improvviso messo davanti ai nostri occhi la fragilità di quel mondo fatto di un intreccio virtuoso tra cultura e turismo.

Oggi il nostro sistema culturale e il nostro turismo affrontano una gravissima crisi che ne mette in forse la sopravvivenza costringendoci a prendere atto che questo sistema, con questa concatenazione così originale di vitalità, unicità, ricchezza culturale, rischia di non reggere più.

► Parliamo di moltissimi lavoratori coinvolti, difficili da quantizzare, che hanno perso o perderanno il loro lavoro, di altri che lo hanno visto ridursi e che non sanno se e come e quando potranno recuperarlo.

Sono spesso lavoratori autonomi in una percentuale che rappresenta quasi il doppio rispetto a quella rilevata negli altri settori del mercato del lavoro, meno stabile, più fragile, più esposta a rischio di precarietà.

Parliamo di mondi fatti di filiere e di operatori con caratteristiche, forme giuridiche e strutture organizzative molto diverse tra loro.

► Lo abbiamo detto, si sono bloccati musei noti in tutto il mondo e piccoli musei vivi sul territorio che rappresentano. Si sono chiusi teatri, biblioteche, si sono vuotati città e paesaggi che sono unici al mondo. Parliamo di patrimoni che sono testimoni viventi di quelle eredità di comunità riconosciuti dalla Convenzione di Faro come uno dei più alti valori della nostra storia.

► Oggi occorre intervenire per fronteggiare l’emergenza, per sostenere i più deboli, per impedire che il sistema tracolli. Occorre modificare le regole del FUS, dare fiducia, garantire aiuto a fondo perduto.

Tutti i settori sono accomunati da una fortissima crisi di liquidità a cui far fronte con provvedimenti straordinari: dall’indennità per i lavoratori del turismo e della cultura alle tutele e agli ammortizzatori sociali, al sostegno alle imprese della cultura, dello spettacolo e del turismo.

► Ma nel corso degli anni Ministro abbiamo sperimentato strumenti che hanno già dato buona prova di se: l’art bonus, il bonus cultura, il 5×1000 da erogare subito, la legge per la promozione della lettura da arricchire, la città capitale italiana della cultura di cui si parlava, il sistema museale, asse portante dell’attrattiva turistica del Paese.

Sono tutti strumenti che possiamo implementare e che ci consentiranno di modulare gli interventi di fronte ad una emergenza che va valutata di momento in momento.

► Manchiamo ancora di dati certi sulla durata e sull’impatto di questa emergenza sanitaria, soprattutto in vista di una riapertura da programmare, con processi accelerati, anche se frequentare i luoghi della cultura e del turismo e fruirne in maniera tradizionale renderanno lungo il processo per la riapertura.

Ma occorre prepararsi a riprendere le attività interrotte dall’emergenza della pandemia utilizzando quanto ci sta accadendo per ripensare il sistema culturale e quello turistico nel loro complesso.

► È un impegno chiaro a tutti noi e il dibattito che ne è nato ne dà la migliore testimonianza.

Non a caso otto risoluzioni proposte da altrettanti gruppi politici hanno alimentato un ricco dibattito su questi temi, in questi giorni, nella VII Commissione della Camera per arrivare poi ad un’unica risoluzione approvata da tutte le forze politiche presenti in Commissione, con l’intento di offrire indicazioni al Governo.

► Alcuni punti fermi ci sembrano ormai acclarati: il ruolo del Mibact resta centrale, anche a fronte delle evidenti difficoltà degli enti locali, oggi in affanno, ad occuparsi del proprio patrimonio culturale.

La crisi che stiamo vivendo può essere l’occasione per modificare la nostra idea di fruizione culturale e di valorizzazione del turismo.

La rivoluzione digitale che sta accompagnando l’emergenza sanitaria ha modificato il nostro mondo. Non si tornerà indietro. Occorrerà ripensare in modo virtuoso modelli più flessibili e decentrati costruendo nuove alleanze fra cultura e rivoluzione digitale, fra turismo e piattaforme.

Nuovi mestieri si propongono e sarebbe insensato non considerarli.

► La Commissione Europea sta negoziando con gli stati membri i nuovi accordi di partenariato per il periodo 2021-2027. Gli obiettivi principali prevedono progetti che favoriscano il turismo di prossimità, propongano portali per la fruizione di contenuti digitali per accedere a collezioni e a materiali già digitalizzati. Abbiamo bisogno di quelle risorse. Dobbiamo saper valorizzare quanto spontaneamente è nato in questi 2 mesi per la spinta creativa di giovani, di artisti, di musicisti, di scrittori.

L’impalcatura comunitaria può essere usata per sviluppare politiche a livello locale e nazionale, soprattutto per definire regole comuni all’interno dell’Unione europea, di cui Lei Ministro ha parlato, che garantiscano prescrizioni di sicurezza sanitaria comune e consentano il libero spostamento tra paesi europei, condizione essenziale perché il nostro territorio, sia pur lentamente, si possa riprendere.

► Quindi, Ministro, occorre ripensare secondo nuove prospettive la realtà a cui siamo abituati, utilizzare strumenti già collaudati ma pensare anche a strumenti nuovi, a quei fondi per la cultura e per il turismo, di cui lei ha fatto cenno, che mettano insieme risorse pubbliche e risorse private, consentendo investimenti a lungo termine, garantendo liquidità immediata e trasformandosi in un investimento legato al nostro patrimonio e alla sua valorizzazione.

► Concludo, Ministro, sottolineando a nome del Partito Democratico la coerenza dei provvedimenti adottati fino ad ora e riaffermando l’importanza di proseguire in questa direzione con interventi mirati a tutelare davvero tutto il settore del turismo e il mondo della cultura del nostro Paese, garantendone il nostro sostegno e in nostro appoggio.