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ANAI: lettera sulla grave situazione dell’Archivio Centrale dello Stato

Pubblichiamo la lettera aperta che il Direttivo dell’ANAI-Associazione Nazionale Archivistica Italiana ha inviato all’On. Flavia Piccoli Nardelli, lo scorso 24 gennaio 2020, sull’urgenza dei problemi dell’Archivio Centrale dello Stato, che a causa dell’insufficienza di spazio nei suoi depositi non è più in grado di accogliere i nuovi versamenti di documentazione, oltretutto soffrendo già delle gravissime carenze di personale che affliggono tutto il settore degli archivi.

ANAI-Associazione Nazionale Archivistica Italiana
IL PRESIDENTE
Micaela Procaccia

Gentile on.le Piccoli Nardelli,
abbiamo apprezzato molto il contenuto della sua interrogazione del 3 gennaio scorso a proposito della gravissima situazione degli spazi dell’Archivio centrale dello Stato che, come Lei dice, non è più in condizione di accogliere i versamenti che diversi Ministeri sarebbero in grado di effettuare e conserva in diverse sedi distaccate una parte rilevante del patrimonio.

Anche la nostra Associazione ha più volte segnalato le difficoltà del maggior Istituto archivistico italiano come pure hanno fatto la Direzione generale Archivi e l’Istituto stesso.

Ci permettiamo di segnalare, come contributo alla discussione e come soluzione operativa, la possibilità di chiedere all’ INAIL il trasferimento altrove degli uffici comunali che occupano attualmente l’intera ala meridionale del complesso monumentale affacciato sul piazzale degli Archivi, consentendo di riunificare all’EUR i fondi archivistici depositati a Pomezia e a Oriolo e anche di guadagnare nuovo spazio per i versamenti che da decenni ancora attendono di essere effettuati.

È anche il momento che l’INAIL ponga mano, in qualità di proprietaria dell’immobile, per il quale l’ACS paga il notevolissimo canone di 5.085.700,00 euro l’anno, a una situazione non più accettabile (se mai lo è stata) per risolvere i problemi dell’ala laterale del deposito già assegnato all’Archivio centrale dello Stato, dove si verificano infiltrazioni d’acqua, distacchi e altri fenomeni gravemente dannosi per la documentazione. Si tratta di un intervento più volte promesso e ancora non attuato.

Abbiamo accolto con grandissimo favore l’attribuzione della posizione dirigenziale generale per il Soprintendente dell’Archivio centrale dello Stato nella nuova riorganizzazione del MiBACT, considerandola un segnale positivo di riconoscimento dell’importanza strategica dell’Istituto, e ci auguriamo che tale riconoscimento sia foriero di conseguenze operative concrete in termini di risorse umane e materiali.

L’Archivio Centrale dello Stato, infatti, soffre anche delle gravissime carenze di personale di tutto il settore degli archivi, che vede un organico di funzionari archivisti ridotto ormai alla metà del necessario e una elevatissima mancanza di dirigenti: sono presenti ormai 17 sui 26 dirigenti archivisti previsti dalla riorganizzazione che, correttamente, scorpora alcune delle Soprintendenze precedentemente unificate e di questi quattro sono provenienti da altre amministrazioni ai sensi art. 19, comma 5 bis, del d.lgs. 165/2001, tre sono in procinto di andare in pensione, uno (Soprintendenza archivistica della Sicilia-Archivio di Stato di Palermo) è una funzionaria alla quale è stata attribuita la posizione dirigenziale ai sensi del comma art. 19, comma 6, del d.lgs. 165/2001, in Calabria le funzioni sono svolte da una funzionaria, tutti gli altri dirigenti svolgono da due fino a tre incarichi contemporaneamente.

Come più volte segnalato, anche dalla stessa Direzione generale, è urgentissimo bandire un concorso per dirigenti e funzionari archivisti, affinché l’attenzione dimostrata e i buoni propositi dichiarati non rimangano semplici auspici, anche in riferimento alla situazione dell’Archivio centrale dello Stato.
Conoscendo la Sua attenzione per i problemi degli archivi e della ricerca storica, confidiamo che possa rappresentare in Commissione cultura queste criticità la cui soluzione non è più rinviabile.

Con sincero apprezzamento