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Art Bonus: una riflessione

Lo strumento dell’Art Bonus, portato nel nostro ordinamento dal decreto legge 83 del 2014, viene a riempire un vuoto evidente soprattutto nei confronti di altri Paesi europei. La Francia ad esempio ha una legge in questo senso già dal 2003 e una solida tradizione in materia di mecenatismo culturale, altrettanto si può dire dell’Inghilterra.

I dati dell’Art Bonus ad oggi sono incoraggianti: si sono raccolti 75,381,899,00 euro e i beni culturali coinvolti sono 552 in tutto il Paese.

Al primo posto la Lombardia con 24,600,000,00 euro per 45 beni culturali e 48 interventi; al secondo posto il Veneto con 18,835,571,00 euro per 46 beni culturali e 73 interventi ; al terzo l’Emilia Romagna con 9,500,000,00 euro per 67 beni culturali e 94 interventi ; al quarto la Toscana con 8,200,064,00 euro per 84 beni culturali e 142 interventi ; al quinto il Piemonte con 5,306,720,00 euro per 112 beni culturali e 138 interventi. Il numero di interventi previsti sui beni culturali è 760; il numero dei donatori 2492.

Gli interventi previsti da Art Bonus sono di 3 tipi: Manutenzione, Protezione e Restauro dei Beni culturali pubblici; Sostegno degli Istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica (ai sensi dell’art. 101 del Codice dei Beni Culturali: musei, biblioteche, archivi, aree e parchi archeologici, complessi monumentali, ecc.) delle Fondazioni lirico sinfoniche e dei Teatri di tradizione; Realizzazione di nuove strutture, restauro e potenziamento di quelle esistenti, delle Fondazioni lirico- sinfoniche o di Enti o Istituzioni pubbliche, che, senza scopo di lucro, svolgono esclusivamente attività nello spettacolo. Ad oggi in totale 532 del primo tipo, 225 del secondo e 7 del terzo.

Appare evidente, da una prima analisi, che ad una cifra notevole raggiunta di donazioni (Lombardia e Veneto) non corrisponde un maggior numero di beni culturali beneficati, infatti in alcune regioni sono i Teatri e le Fondazioni lirico- sinfoniche (Teatro alla Scala di Milano, Teatro di Verona) ad ottenere un maggior numero di donazioni. Se si guardano i dati pubblicati dal sito Arcus (http://artbonus.gov.it/) le prime otto posizioni per ordine di donazioni sono occupate da Teatri e Fondazioni teatrali (dal teatro alla Scala di Milano al teatro dell’Opera a Roma) che da sole hanno raccolto 49,106,823,00 euro. Questo vuol dire che i restanti 544 beni culturali hanno raccolto 26,275,076,00 euro.

Le motivazioni sono molteplici e vanno dalla consuetudine della sponsorizzazione dei grandi mecenati ai teatri e alle fondazioni teatrali, che si è semplicemente spostata su Art Bonus e per gli altri beni culturali forse la mancanza di una strategia comunicativa forte che non può essere solamente centrale ma che deve essere anche periferica.

Infatti Art Bonus è uno strumento non solo per il macromecenatismo dei grandi sponsor ma anche per il micro mecenatismo della cittadinanza attiva. Il suo fine non è solo quello di raccogliere fondi per un patrimonio culturale che ne ha sempre più necessità ma anche quello di ricreare e rafforzare il sentimento identitario che è alla base di un proficuo rapporto fra i beni culturali che insistono su di un determinato territorio e coloro che lo abitano.

Se guardiamo alle 20 regioni del Paese troviamo alcune risposte numericamente importanti, come Piemonte e Toscana, altre con pochissimi beni, la Valle D’Aosta, il Friuli, il Trentino, l’Abruzzo, il Molise, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna. Solo una regione non ha ancora aderito ad Art Bonus ed è la Basilicata.

In Toscana e in Piemonte abbiamo un numero considerevole di beni culturali per i quali si sta svolgendo una raccolta fondi e per molti si è già stanziato del denaro. Questo indica che vi è un maggior coinvolgimento della popolazione, un maggior numero di piccoli mecenati. Nella legge di stabilità il Ministero ha previsto 45 milioni per completare gli interventi Art Bonus.

Molti sono poi i beni culturali che non hanno avuto ancora alcuna donazione. Infatti non basta decidere di proporre un bene per una raccolta fondi ma occorre pure stimolare i potenziali donatori, creare un idonea strategia di comunicazione che diviene fondamentale per produrre un consenso diffuso nella cittadinanza.

Secondo i principi affermati dalla Convenzione di Faro ogni persona ha il diritto di godere dell’eredità culturale e di partecipare alla vita culturale. La Convenzione sottolinea come la conservazione dell’eredità culturale appartenga alla comunità e come questa attività abbia per obbiettivo lo sviluppo umano e la qualità della vita.

Il ruolo dell’eredità culturale nella costruzione di una società pacifica e democratica, nei processi di sviluppo sostenibile e nella promozione della diversità culturale, garantisce anche una maggiore sinergia di competenze fra tutti gli attori pubblici, istituzionali e privati coinvolti. Per questo l’Art Bonus occorre diventi un dispositivo atto a incentivare la partecipazione civile ai bisogni del nostro patrimonio culturale.