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Libri utilizzati dal 59% degli studenti universitari

Per 4 universitari su 10 niente libri, bastano appunti e slide

Alla Camera dei deputati è stata presentata la ricerca “Le abitudini di studio all’Università”, realizzata per l’Associazione Italiana Editori (AIE) da Talents Venture su mille studenti universitari tra i 19 e i 30 anni, fornisce un quadro aggiornato sulla frequenza di utilizzo da parte degli studenti dei diversi strumenti per la formazione, e sulle motivazioni che sottendono alla preferenza di uno strumento rispetto all’altro.

Più di quattro studenti universitari su dieci, interpellati sui materiali utilizzati per preparare l’ultimo esame universitario, dichiarano di aver fatto a meno di libri e prodotti digitali editoriali (quali contenuti integrativi, schede di approfondimento e prove di autoanalisi), facendosi bastare appunti, propri o di colleghi, riassunti scaricati dal web, registrazioni delle lezioni, slide, dispense, quiz ed esercizi del docente, correzioni di prove d’esame e altri materiali non strutturati, spesso progettati per fornire un semplice supporto complementare allo studio dei testi.

Al dibattito, svoltosi alla presenza della vicepresidente della Camera dei deputati Anna Ascani, si sono confrontati sui dati Alessandra Petrucci, rettrice dell’Università di Firenze e delegata per la didattica della Conferenza dei Rettori (CRUI), Andrea Gavosto, direttore Fondazione Agnelli, Innocenzo Cipolletta, presidente di AIE, e Maurizio Messina, presidente Gruppo accademico professionale e vicepresidente di AIE e concluso da Cristina Rossello, deputato e consigliere del ministro dell’Università e della Ricerca.

Nel dettaglio, il 59% degli studenti interpellati ha utilizzato libri e risorse digitali editoriali per preparare l’ultimo esame universitario. I materiali più utilizzati dagli studenti, nella maggior parte dei casi accanto ai libri, ma talvolta da soli, sono però quelli forniti dai docenti – saggi, dispense, quiz – citati nel 78% dei casi, e quelli autoprodotti, come appunti e mappe concettuali, indicati nel 71%. Il 54% degli studenti, infine, utilizza appunti e dispense forniti dai colleghi o scaricati online. Materiali di studio editoriali (libro e digitale), materiali autoprodotti e forniti dai docenti non sono in competizione uno con l’altro, ma complementari, disegnando un universo studentesco che si divide tra studenti che approfondiscono e utilizzano più piattaforme e altri che invece tendono a ridurre al minimo le risorse di apprendimento. In particolare, chi utilizza i materiali editoriali (libro e risorse digitali) più spesso utilizza accanto ad essi anche i propri appunti (52%), le slide proiettate a lezione (45%), le risorse autoprodotte come le mappe concettuali (40%) e tutti gli altri supporti. Chi sceglie di non utilizzare materiali di studio editoriali, utilizza meno anche i propri appunti (46%), le slide (40%), le risorse autoprodotte (31%) e tutti gli altri supporti. Emerge, tra alcuni studenti, una visione dello studio come attività meramente funzionale al superamento dell’esame e non con il fine di acquisire una buona formazione. “Hanno tutto ciò che serve per superare l’esame” è infatti tra le prime tre motivazioni di utilizzo degli appunti propri, delle dispense del docente, delle registrazioni delle lezioni, dei riassunti e delle dispense degli altri studenti, degli appunti dei colleghi. La facilità di utilizzo è tra le prime tre ragioni di utilizzo degli appunti propri, dei riassunti e delle dispense online, delle risorse create da altri studenti. Nella capacità del libro e dei materiali digitali editoriali di imporsi come strumento di approfondimento e analisi per la maggioranza degli studenti (59%), un ruolo fondamentale è giocato dai professori.

Il fatto che tali materiali sono stati indicati dal docente (53% dei casi) è la prima ragione del loro utilizzo, seguito dalla considerazione che consentono una preparazione specifica (27%) e dalla loro completezza (25%). Tra gli studenti che utilizzano materiali editoriali, oggi disponibili sia in versione digitale che cartacea, una netta maggioranza (78%) preferisce la carta, il 15% il digitale, mentre per il 7% è indifferente. La Ricerca conferma quanto già evidenziato da diverse ricerche a livello mondiale, secondo cui la lettura su carta è ritenuta dalle generazioni native digitali più proficua per la comprensione e la memorizzazione. I primi tre vantaggi del libro di carta sono infatti la possibilità di annotare e sottolineare (47%), la facilità di lettura/studio (44%) e la facilità di concentrazione (43%). A vantaggio del digitale, gli studenti indicano la sostenibilità ambientale (44%), la possibilità di accesso ovunque ci si trovi (41%) e la facilità di trasporto (40%).

«Sono profondamente convinta che la formazione universitaria rappresenti il cuore pulsante del progresso di una comunità nazionale, perché il futuro passa inevitabilmente attraverso la conoscenza, l’innovazione e persone preparate a comprendere e interpretare sfide che sono sempre più complesse e sempre più globali. In un mondo in costante evoluzione la formazione universitaria è la chiave che sblocca porte verso un futuro radioso, delineando una nazione pronta ad affrontare le sfide con saggezza, competenza e speranza», ha detto la vicepresidente della Camera on. Anna Ascani.

«La ricerca ci dice che esiste una parte di studenti, minoritaria ma ampia, che rifugge l’approfondimento sui materiali editoriali universitari, siano essi libri o contenuti digitali» ha sottolineato Maurizio Messina, vicepresidente di AIE. «Ci preoccupano, come editori attenti alla crescita culturale del Paese, modi di studio che costruiscono un sapere fragile, per questo vogliamo aprire un dibattito sulla formazione delle future classi dirigenti che si troveranno ad affrontare una contemporaneità sempre più complessa».

Per Innocenzo Cipolletta «questa ricerca ha un valore pubblico non tanto per quello che ci dice sulla diffusione dei prodotti editoriali universitari, tema pure a noi caro, quanto per come questo dato abbia poi un riflesso immediato nella costruzione di una cultura solida e approfondita tra i laureati italiani. AIE ha sempre sostenuto che la crescita economica e civile del Paese è legata al grado di preparazione culturale dei suoi cittadini: questo è il punto che dobbiamo discutere e su cui lavorare».

La ricerca “Le abitudini di studio all’Università”.