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Azzolina in Senato: l’anno scolastico è valido

In Senato si è svolta l’informativa della Ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, sulle iniziative concernenti la prosecuzione dell’anno scolastico in corso.

La Ministra ha confermato che l’anno scolastico sarà comunque valido per tutti, anche se non si raggiungeranno, come ormai sembra scontato, i 200 giorni di lezioni previsti dall’attuale normativa.

Di seguito il testo integrale dell’informativa.

Il ministro dell’istruzione. “Signor Presidente, onorevoli senatrici e senatori, la diffusione dell’epidemia da coronavirus ha dato luogo a una emergenza sanitaria di rilevanza globale. Sin dai primi casi di contagio manifestatisi nel nostro Paese, attraverso l’emanazione dei necessari provvedimenti recanti disposizioni di contrasto all’emergenza, il Governo ha inteso operare scelte, tutte ponderate e molto dolorose, finalizzate a contenere il più possibile il carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia sul territorio nazionale.

Abbiamo affrontato e stiamo affrontando come Paese, come comunità nazionale, giorni particolarmente duri. Questa emergenza non solo ha comportato il necessario stravolgimento delle nostre abitudini al fine di contenere i contagi e per il bene di tutti, ma ci costringe anche, ogni giorno, a fare i conti con il dolore di gravi perdite in termini di vite umane. Mi stringo con forza a tutto il Paese, a chi ha subìto i lutti e, in particolare, alle comunità, ai cittadini della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia Romagna, che sono le Regioni più colpite.

Voglio ringraziare le comunità scolastiche di queste aree che, pur nello sconforto per le perdite subite, hanno continuato a reagire. Lì la scuola non solo non si è fermata, ma ha saputo anche supportare i propri studenti e le proprie studentesse dal punto di vista emotivo. I ragazzi saranno fieri di voi e vi ricorderanno per tutto questo.

Scriveva Boccaccio nel «Decamerone» descrivendo la peste: «E lasciamo stare che l’uno cittadino l’altro schifasse e quasi niuno vicino avesse dell’altro cura».

Sono parole che molti avranno riletto in questi tempi duri, parole che per fortuna descrivono momenti storici e atteggiamenti profondamente diversi. La nostra comunità nazionale si sta dimostrando, infatti, forte e solidale, e un immenso, doveroso ringraziamento va ovviamente al personale sanitario che ogni giorno, in prima linea, combatte un nemico invisibile, per noi e al nostro fianco. Ugualmente desidero ringraziare il Dipartimento della protezione civile per l’opera infaticabile e il supporto che al Ministero e alle scuole sta offrendo. A tutti, grazie.

Preliminarmente è opportuno operare una rapida rassegna delle misure sin qui adottate grazie ai provvedimenti – decreti-legge e decreti del Presidente del Consiglio dei ministri – emanati per contenere la grave emergenza epidemiologica con specifico riferimento al sistema nazionale di istruzione.

In ordine temporale inverso, il decreto-legge n. 19 del 2020, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale, prevede in generale che possano essere adottate misure restrittive per periodi determinati di durata non superiore a trenta giorni, reiterabili e modificabili. Tra le misure adottabili, il decreto-legge dispone la sospensione di tutti i servizi educativi e scolastici, ferma la possibilità di svolgere attività a distanza e la sospensione dei viaggi d’istruzione. Prevede anche la limitazione della presenza fisica dei dipendenti negli uffici amministrativi e dispone la limitazione o sospensione delle procedure concorsuali, ferma restando la possibilità di procedere all’emanazione dei bandi di concorso. Espressamente sollecita poi i datori di lavoro a predisporre modalità di lavoro agile.

Già il decreto-legge n. 18 del 2020 ha previsto che, durante la sospensione dei servizi educativi e scolastici, le pubbliche amministrazioni forniscano prestazioni individuali, avvalendosi del personale disponibile già impiegato in tali servizi e dipendente da soggetti privati che operano in convenzione, concessione o appalto.

Lo stesso decreto-legge ha previsto che le scuole si dotino dei materiali per la pulizia straordinaria dei locali, nonché di dispositivi di protezione e igiene personali. Al riguardo posso annunciare di aver stamane firmato il decreto ministeriale di ripartizione tra le istituzioni scolastiche delle risorse per un totale di 43,5 milioni di euro.

Vi è di più: il decreto-legge citato ha previsto – come ripreso in altri passaggi del mio intervento – uno specifico stanziamento di 85 milioni di euro per l’anno 2020, al fine di consentire alle istituzioni scolastiche di dotarsi immediatamente di tutti gli strumenti utili per l’apprendimento a distanza e agli studenti meno abbienti di poterne fruire. Ha anche disciplinato le modalità di acquisto delle piattaforme e dei dispositivi necessari alla didattica a distanza. Inoltre, il Ministero dell’istruzione assegna comunque alle istituzioni scolastiche statali le risorse finanziarie per i contratti di supplenza breve e saltuaria.

Ancora: con il decreto-legge n. 9 del 2 marzo 2020 abbiamo garantito la presa di servizio di collaboratori scolastici, già LSU, nei territori colpiti dall’emergenza in modo da non pregiudicare in alcun modo il processo di internalizzazione di questi lavoratori. Abbiamo fatto sì che alla sospensione dei viaggi e iniziative di istruzione, confermata dal decreto-legge n. 19, si applicassero quanto previsto dall’articolo 41, comma 4, del decreto legislativo 23 maggio 2011 n. 79, in ordine al diritto di recesso del viaggiatore prima dell’inizio del pacchetto di viaggio, nonché l’articolo 1463 del codice civile, prevedendo che il rimborso potrà essere effettuato anche mediante l’emissione di un voucher di pari importo da utilizzare entro un anno dall’emissione.

Altra misura altamente significativa nel provvedimento in questione è inoltre quella che sancisce la conservazione della validità dell’anno scolastico 2019-2020. L’articolo 32 del decreto-legge n. 9 recita: «qualora le istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione non possano effettuare almeno duecento giorni di lezione a seguito delle misure di contenimento del Covid-19, l’anno scolastico 2019-2020 conserva comunque validità anche in deroga a quanto stabilito dall’articolo 74 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297».

Abbiamo altresì disposto che sono del pari decurtati, proporzionalmente, i termini previsti per la validità dei periodi di formazione e di prova del personale delle istituzioni scolastiche e per il riconoscimento dell’anzianità di servizio.

In maniera complementare rispetto alla decretazione d’urgenza appena citata, diversi decreti del Presidente del Consiglio dei ministri (DPCM) hanno integrato il quadro normativo necessario ad affrontare la situazione emergenziale, anche per quanto concerne l’istruzione. È bene evidenziare, seppur succintamente, alcuni passaggi fondamentali. In particolare, il DPCM del 22 marzo 2020 conferma la sospensione dei servizi scolastici sino al 3 aprile 2020 e si applica cumulativamente alle disposizioni di cui al DPCM dell’11 marzo 2020, nonché a quelle previste dall’ordinanza del Ministro della salute del 20 marzo 2020, i cui termini di efficacia, già fissati al 25 marzo 2020, sono prorogati al 3 aprile 2020. Con il DPCM del 4 marzo 2020 era stata prevista la sospensione per tutto il territorio nazionale, sino al 15 marzo 2020, dei servizi educativi per l’infanzia, delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore. Già in quell’occasione era stato previsto che, per tutta la durata della sospensione, i dirigenti scolastici attivassero modalità di didattica a distanza. Tali previsioni, unitamente a quelle contenute nei DPCM del 23 e 25 febbraio e del 1° marzo 2020, hanno comunque cessato di avere effetti l’8 marzo 2020, come disposto dall’articolo 5 del DPCM dell’8 marzo 2020, che ha esteso e generalizzato sino al 3 aprile la sospensione dei servizi educativi e ogni altro profilo ad essa connesso.

Dunque, come emerge da questa breve ricognizione normativa, in una situazione così difficile il Governo ha dovuto operare scelte importanti e complesse, impedendo, allo stato attuale, la presenza a scuola degli studenti, delle loro famiglie e dei docenti e riducendo la presenza del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) e dei dirigenti scolastici, limitandola alle sole attività ritenute indifferibili. Questo per contenere il contagio. Voglio ribadire con chiarezza un aspetto fondamentale: si tornerà a scuola se e quando, sulla base di quanto stabilito dalle autorità sanitarie, le condizioni lo consentiranno. Tuttavia, il servizio di istruzione è un servizio pubblico essenziale, costituzionalmente garantito. Per questo abbiamo subito sollecitato l’attivazione di forme di didattica a distanza, con l’obiettivo di garantire il diritto allo studio, ma anche e soprattutto – ci tengo a dirlo – la vicinanza ai nostri studenti e alle nostre famiglie. È una scelta a mio avviso obbligata: non abbiamo alternative se vogliamo stare accanto ai nostri allievi.

Dicevo poco fa che l’emergenza sanitaria da coronavirus, come noto, ha un impatto ormai globale, ma questo vale anche per la scuola. Più di tre quarti della popolazione studentesca mondiale è interessata da questa crisi. Si tratta di un numero spaventoso: 1,5 miliardi di studenti nel mondo in questo momento non sta andando a scuola. Si tratta di una sfida senza precedenti che dobbiamo raccogliere e lo stiamo facendo come Paese, in raccordo con l’Unione europea e con l’UNESCO.

Molti Paesi europei – è inutile nascondercelo – sono più attrezzati di noi riguardo alle infrastrutture tecnologiche, eppure in questi giorni sono stata più volte chiamata in causa dai miei omologhi per avere informazioni su come l’Italia stia operando. Ricordo che nel nostro Paese i ragazzi che non possono accedere agli edifici scolastici sono 8,3 milioni e avevano bisogno di risposte. Sin dai primi momenti dell’emergenza sanitaria ci siamo mossi per intervenire.

Il Ministero ha attivato, il 27 febbraio, una pagina con tutte le informazioni per la scuola sull’emergenza coronavirus, con sezioni dedicate alla consultazione delle norme, alle domande frequenti e con link utili per gli aspetti sanitari. Poi, il 2 marzo, abbiamo aperto una pagina web dedicata alla didattica a distanza, offrendo l’accesso gratuito a piattaforme dedicate, a webinar per il personale, docenti e dirigenti (realizzati in collaborazione con l’INDIRE, l’istituto che fa ricerca didattica nel Paese) ed a materiali utili per le lezioni. Abbiamo anche attivato delle call pubbliche per tutti gli operatori pronti a supportarci con sistemi informatici e device. Il 18 marzo abbiamo ampliato ulteriormente questo lavoro inserendo anche una sezione per l’inclusione scolastica a distanza, a sostegno della didattica importantissima per i ragazzi con disabilità. Fin dalle prime mosse di questo lavoro abbiamo registrato una gara di solidarietà e generosità operativa tra tutte le scuole del Paese, tra docenti, personale ATA, dirigenti scolastici e tra gli stessi alunni. Attraverso le reti professionali, i social media e i siti delle scuole abbiamo registrato migliaia di disponibilità a effettuare interventi e azioni concrete da parte di scuole che intendevano mettersi a disposizione di altre scuole.

Di fronte a una situazione di grande delicatezza che non ha precedenti nella storia repubblicana e che gradualmente si è trasformata, per alcuni territori in particolare, in una vera e propria tragedia umanitaria, la scuola ha risposto e sta ancora rispondendo in maniera solida e coesa, dimostrando senso di appartenenza, senso di responsabilità e disponibilità senza precedenti ad operare in emergenza. Nella immediata gestione dell’emergenza sono state sollecitate tantissime energie operative su tutto il territorio nazionale. È stata realizzata in pochissimi giorni un’area apposita sul sito Internet del Ministero tramite la quale le scuole hanno trovato le prime risposte alle domande più comuni riguardo le nuove procedure organizzative da adottare in emergenza e hanno potuto accedere ad una sezione pensata appositamente per consentire nelle più diverse forme e misure di realizzare didattica a distanza contemperando le esigenze dei territori meno dotati a livello tecnologico, con l’altissima competenza di altre aree dell’Italia, ove sono invece collocate le migliori risorse innovative.

Siamo anche consapevoli del fatto che una delle criticità riguardi la capacità di accesso alla Rete, che in alcune zone del Paese è carente. Per questo ringrazio la ministra per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione Pisano, che ha messo in campo un progetto di solidarietà digitale per sollecitare gli operatori del settore ad offrire connessione gratuita ai propri abbonati e quindi anche a docenti, studenti e famiglie. Per far fronte all’emergenza sanitaria sono stati attivati, grazie alla task force ministeriale per le emergenze educative, appositi interventi di assistenza che si realizzano nel rapporto quotidiano con tutte le scuole e con le famiglie attraverso azioni concrete, tra cui mi sembra importante citare le azioni di supporto psicologico rivolte a studenti, docenti e famiglie per superare le difficoltà intervenute con l’insorgere dell’emergenza. Abbiamo sentito il dovere di intervenire su diversi livelli. Attraverso un’apposita nota ministeriale, la n. 388 del 17 marzo 2020, abbiamo ritenuto di orientare le scuole sistematizzando quanto nella loro piena autonomia avevano realizzato fin dal principio dell’emergenza, con il fine di ricondurre tutte le esperienze e le attività svolte in un contesto di piena sostenibilità giuridica e amministrativa e di garantire, per quanto a ciascuno possibile, uniformità nell’azione didattica, anche nell’ottica della completa spendibilità delle attività svolte a distanza ai fini della validità dell’anno scolastico. Tutte le scuole infatti godono di autonomia garantita dalla Costituzione. Ciascuna ha affrontato l’emergenza reagendo a proprio modo, chi più coraggiosamente, chi con più incertezze, ed ogni reazione istituzionale – credetemi – noi l’abbiamo compresa e supportata proprio perché sicuramente scaturita dalle richieste dei territori, dagli alunni e dalle loro famiglie.

Il principio che ci muove, sin dal primo momento, è far sì che nulla – ma proprio nulla – di quanto faticosamente realizzato dai docenti italiani dall’erompere dell’emergenza possa essere perduto perché magari non rispondente a un codice di condotta già conosciuto o sperimentato; differentemente, noi intendiamo valorizzarlo e non perderlo, farne una ricchezza e, se possibile, un elemento che ci racconti la crescita dei nostri allievi in un momento complesso come quello che stiamo vivendo.

Così, tenendo sempre saldo questo principio all’interno della predetta nota ministeriale, abbiamo suggerito e chiarito, semplificando al massimo per motivi di opportunità, cosa si intende per «attività didattica a distanza», indicando gli strumenti validi, le metodologie, ma soprattutto gli elementi necessari affinché un’attività possa essere considerata didattica a tutti gli effetti: l’interazione docente-alunno che accompagni la costruzione del sapere, ma che dia anche senso e risposta alle domande esistenziali che gli alunni, soprattutto i più piccoli, si pongono in un contesto nel quale colgono direttamente e indirettamente segnali che li disorientano; i provvedimenti che le istituzioni scolastiche, nel rispetto della normativa vigente in materia, se non lo hanno già fatto, devono adottare per garantire il diritto alla privacy degli studenti e delle famiglie; una serie di azioni volte a rimodulare la progettazione delle attività di inizio anno sulla base delle nuove e attuali esigenze, adattandole alla didattica a distanza, possibilmente senza che diventi un ulteriore aggravio per le famiglie; le azioni di coordinamento che le scuole, attraverso i singoli docenti e i consigli di classe, hanno dispiegato per garantire anche agli alunni con disabilità, con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) o con bisogni educativi speciali non certificati, di essere pienamente inclusi nelle attività a distanza, così come per le situazioni di alunni ricoverati presso strutture ospedaliere o in cura presso la propria abitazione, nonché per gli alunni che versano in condizioni di detenzione; indicazioni puntuali sulla valutazione delle attività distanza, lasciando libertà ai docenti di esercitare la valutazione, contemperando, secondo un criterio di tipo formativo, le diverse necessità di acquisire elementi valutativi per ciascun alunno. Inoltre, attiveremo a breve un apposito servizio a livello nazionale di help desk a distanza apposito, a supporto delle istituzioni scolastiche.

Tutte le indicazioni impartite sono già principi saldamente incardinati nel sistema scolastico. Non è stata l’emergenza sanitaria a far affermare l’importanza della relazione docente-alunno, così come il comune sentire dell’inclusione scolastica, la progettazione delle attività didattiche coerente con il contesto e la necessità di valutare tutto il percorso degli alunni e non solo la singola prestazione. Sono elementi che esistono da decine di anni nella pratica scolastica, costruiti su evidenze scientifiche consolidate che da anni sono oggetto di riflessione e di approfondimento e che oggi, a causa dell’emergenza in corso, acquistano ancora più valore e ci sembrano, forse per la prima volta, realmente così importanti.

La configurazione concettuale e concreta dell’attività a distanza rappresenta una sfida e al contempo un’opportunità, nella quale anche noi ci sentiamo chiamati in prima linea. Sentiamo fortissima la responsabilità di rispondere alle aspettative che la società intera ripone nei confronti della scuola, quale avamposto essenziale dello Stato presente nei territori, specie se marginali, e quale presidio fondamentale di supporto.

Per poter meglio indirizzare le risorse alle aree del Paese più carenti di dispositivi digitali e di connettività è stato predisposto un monitoraggio delle singole scuole in continuo aggiornamento, grazie al quale ci siamo proposti di conoscere in che modo esse abbiano reagito all’emergenza con la didattica a distanza, quali risorse siano state attivate, quante classi, quanti alunni coinvolti, se abbiano ricevuto aiuti da altre scuole o se invece l’aiuto lo abbiano fornito.

Di seguito alcuni dati raccolti (e sottolineo che, nonostante il periodo di grave difficoltà nella gestione dell’emergenza, il 93 per cento delle scuole italiane ha risposto al quesito con il quale si è svolto il monitoraggio).

Il 67 per cento delle scuole che hanno attivato l’attività a distanza prevede per essa specifiche forme di valutazione. Attualmente più di 6,7 milioni di alunni sono raggiunti attraverso mezzi diversi da attività didattiche a distanza. L’89 per cento delle scuole ha predisposto attività e materiali specifici per gli alunni con disabilità; l’84 per cento ha predisposto attività e materiali specifici per gli alunni con DSA; il 68 per cento ha predisposto attività e materiali specifici per gli alunni con bisogni educativi speciali (BES non certificati; il 48 per cento delle scuole ha svolto riunioni degli organi collegiali a distanza.

Come già accennato, con il decreto-legge n. 18 del 17 marzo 2020 abbiamo individuato specifiche risorse, pari a 85 milioni di euro per l’anno 2020, destinando 10 milioni di euro alla dotazione o al potenziamento di piattaforme e strumenti digitali per l’apprendimento a distanza nelle scuole; 70 milioni di euro per mettere a disposizione degli studenti meno abbienti – ci tengo a sottolinearlo – dispositivi digitali individuali in comodato d’uso per la fruizione delle piattaforme di apprendimento e per garantire la connettività di rete nei territori ove essa sia carente o mancante. Lo abbiamo ripetuto più volte e lo ribadisco: nessun studente deve rimanere indietro a causa del digital divide, cioè delle differenze infrastrutturali di rete fra i territori. Vi sono poi 5 milioni di euro per la formazione del personale scolastico sulle metodologie e le tecniche per la didattica a distanza.

Abbiamo inoltre considerato che spesso le scuole del primo ciclo d’istruzione non hanno personale tecnico competente per affrontare le problematiche legate alla gestione delle nuove tecnologie, così abbiamo deciso – in un momento in cui le competenze digitali fanno la differenza – di mettere a disposizione di queste scuole mille nuovi assistenti tecnici informatici (profilo finora previsto solo per le scuole secondarie di secondo grado) con il compito di assicurare la funzionalità della strumentazione informatica in dotazione agli istituti e di supportare i docenti e gli alunni nell’utilizzo delle piattaforme di didattica a distanza.

Nel corso della mattinata di oggi ho firmato un decreto ministeriale attuativo con il quale, individuati i criteri, stiamo procedendo a ripartire tra le istituzioni scolastiche le risorse, con particolare attenzione a fare in modo che i 70 milioni di euro per i dispositivi digitali e la connettività intercettino maggiormente il fabbisogno delle scuole con popolazione scolastica in situazioni socio-economiche di maggior deprivazione, quindi più bisognose di dispositivi digitali per la didattica a distanza da dare in comodato d’uso agli studenti. Coerentemente con il dettato normativo, non ho voluto alcuna ripartizione a pioggia delle risorse. Si è tenuto conto infatti non solo del numero degli studenti, ma anche e soprattutto della loro condizione socio-economica allo scopo di supportare in termini di eguaglianza sostanziale quelli che ne hanno più bisogno, nel massimo rispetto dell’articolo 3, comma 2, della nostra Costituzione. Nello stesso decreto, inoltre, sono previste le procedure per l’assegnazione della dotazione organica aggiuntiva di assistenti tecnici informatici direttamente agli uffici scolastici regionali, da ripartire poi per scuole polo regionali.

Questo sistema, che incarna bene il principio di sussidiarietà verticale, consentirà alle amministrazioni che vivono nei territori, e che quindi maggiormente ne conoscono le esigenze, di gestire e mettere a frutto queste ulteriori risorse umane al fine di garantire la funzionalità della strumentazione informatica nonché il supporto all’utilizzo delle piattaforme di didattica a distanza, in modo da raggiungere la massima funzionalità delle istituzioni scolastiche del primo ciclo d’istruzione.

In aggiunta agli 85 milioni di euro abbiamo inoltre stanziato 8,2 milioni di euro per sostenere l’incredibile lavoro di supporto che in questo momento di inedita crisi stanno svolgendo gli animatori digitali delle istituzioni scolastiche: figure strategiche per la diffusione dell’innovazione a scuola, mai come ora chiamate a promuovere tra i colleghi la conoscenza e la formazione circa le nuove metodologie didattiche multimediali.

Abbiamo, inoltre, garantito con il cosiddetto decreto cura Italia, all’articolo 121, le prime misure per favorire la continuità occupazionale dei docenti e del personale tecnico, amministrativo e ausiliario (ATA) con contratto a tempo determinato, ai quali abbiamo assicurato il naturale diritto alla proroga del contratto medesimo, anche qualora fosse giunto a naturale scadenza nel corso del periodo di emergenza sanitaria, a garanzia del diritto fondamentale ed essenziale all’istruzione e allo scopo di potenziare l’attività didattica a distanza. Come ribadito più volte, lavoriamo affinché nessuno perda il lavoro a causa del Covid-19.

Una delle più grandi sfide rimane quella di continuare a parlare alle famiglie, che quotidianamente ci chiedono conto del nostro operato e che ringrazio sentitamente. Permettetemi, a tal proposito, una piccola riflessione cui tengo davvero tantissimo. Parlare di responsabilità e pretendere responsabilità da parte di tutti in questa situazione drammatica significa anche lavorare con serietà sulle informazioni che si veicolano al Paese. Forzare le interpretazioni, inoltrare messaggi non verificati, anticipare i contenuti senza alcuna fonte ufficiale e, persino – è successo anche questo – produrre materiali consapevolmente falsi, con tanto di logo ministeriale, è un modo di operare irresponsabile. (Applausi dai Gruppi M5S e PD). È il modo di creare incertezza e allarme a una cittadinanza che sta già soffrendo abbastanza. Questo è evidentemente un appello rivolto a tutti: sentiamoci tutti responsabili e responsabilizzati. Una situazione come quella attuale richiede un ribaltamento delle logiche, anche di quelle comunicative.

Come Ministero ci stiamo impegnando per offrire alle famiglie un’informazione puntuale e sempre aggiornata. Le famiglie ci sollecitano soluzioni sulla conclusione dell’anno scolastico e indicazioni sulla valutazione degli studenti. Per questo motivo, il Ministero è già al lavoro e stiamo predisponendo tutte le misure necessarie per intervenire, anche in deroga alle vigenti disposizioni normative, in materia di: valutazione intermedia e finale degli studenti; modalità di recupero degli apprendimenti; requisiti di accesso e struttura degli esami di Stato per il primo e secondo ciclo d’istruzione e ridefinizione del calendario scolastico nazionale e dei calendari regionali nel rispetto delle prerogative delle Regioni. In merito agli esami di Stato abbiamo più volte ribadito la necessità, come chiedono anche gli studenti – ai quali va il mio abbraccio più grande – di predisporre le modalità che garantiscano un esame serio e che tenga conto dello sviluppo reale degli apprendimenti. Questo approccio non vuole essere finalizzato alla rigidità formale, ma al contrario intende volgere alla valorizzazione dei percorsi di ognuno attraverso lo strumento più idoneo per tutti. Proprio per questo motivo anticipo in quest’Aula sin d’ora quella che può essere una diretta conseguenza di questo approccio di valorizzazione, che riguarda la composizione delle commissioni d’esame per la scuola secondaria di secondo grado. Il mio orientamento è di proporre una commissione formata da soli membri interni e con presidenti esterni. Da un lato, ciò vale a tutelare gli apprendimenti effettivamente acquisiti e, dall’altro, un presidente esterno si fa garante della regolarità dell’intero percorso d’esame.

Agli studenti della scuola italiana, che ci scrivono tutti i giorni e ai quali, seppure a distanza, ribadisco il mio più grande abbraccio, soprattutto a coloro che sono proiettati mentalmente agli esami e che per questo vivono insicurezze dovute all’emergenza che stiamo vivendo, voglio confermare che il Ministro, il Ministero, il Governo, i docenti, il personale ATA, i dirigenti scolastici e la scuola tutta sono con loro e, mai come in questo momento, è soprattutto «per» loro. La scuola italiana è per voi.

Seguiranno dunque nelle prossime settimane tutti i provvedimenti relativi alle decisioni che stiamo assumendo. Verranno impartite a tutti nuove indicazioni operative, pertanto nessuno si senta nell’incertezza e nessuno, soprattutto tra gli studenti, viva in ansia per la scuola.

Nel frattempo ci siamo attivati anche con la RAI – e ringrazio l’amministratore delegato Fabrizio Salini per questo – allo scopo di potenziare l’offerta di contenuti utili per le scuole. Il 24 marzo abbiamo siglato una carta di intenti: ci saranno sul canale «Rai Scuola» materiali per Scuola@casa e «RaiPlay», la piattaforma digitale della RAI, ha creato playlist ad hoc: elenchi di materiali per le istituzioni scolastiche fruibili anche da ragazzi e famiglie al di fuori della didattica a distanza che rientrano nell’iniziativa «La scuola non si ferma», l’hashtag che il Ministero ha adottato per raccontare, da un lato, quanto sta avvenendo negli istituti e, dall’altro, rendere riconoscibili i materiali e i contenuti che ruotano attorno alla didattica a distanza e alla situazione che stiamo vivendo.

La collaborazione non si ferma qui: stiamo sviluppando altre iniziative che siano utili a scuola, studenti e famiglie. Nel continuare a fare scuola a distanza, nel rispetto di tutte le prerogative professionali del personale, seppur con tutte le differenze di materiali, connettività, strumenti e competenze che necessariamente denotano i singoli e i territori del Paese, intravediamo una chance di normalità e di prosecuzione delle relazioni interpersonali, che, soprattutto tra i più piccoli e nelle situazioni familiari in cui il virus o la semplice impossibilità di uscire hanno portato angoscia e dolore, sono un aspetto fondamentale per tenere saldo l’equilibrio e rinsaldare la convinzione sincera che, insieme, tutto sarà superato. (Applausi dai Gruppi M5S e PD).