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In Commissione Cultura il Piano per la promozione della lettura

La Commissione Cultura della Camera ha iniziato l’esame dello schema di decreto ministeriale per l’adozione del Piano nazionale d’azione per la promozione della lettura, per gli anni 2021-2023.

«Il testo prevede una serie di interventi che incentivano la lettura “a diventare un punto fondamentale nella cultura di questo Paese», ha dichiarato Flavia Piccoli Nardelli, intervistata sul provvedimento in discussione in Commissione.

«Dovevano essere ridefiniti alcuni criteri di distribuzione che la legge prevedeva. In Commissione Cultura – spiega Flavia Piccoli Nardelli – si sta lavorando su questo, con un dibattito molto interessante perché tutti i gruppi parlamentari hanno portato un contributo alla legge e l’hanno condiviso».

Di seguito l’intervento in Commissione Cultura di Flavia Piccoli Nardelli sullo schema di decreto ministeriale per l’adozione del Piano nazionale d’azione per la promozione della lettura, per gli anni 2021-2023 (Atto n. 339).

 

Flavia PICCOLI NARDELLI (PD), relatrice, riferendo sull’atto del Governo n. 339, recante lo schema di decreto ministeriale di adozione del Piano nazionale d’azione per la promozione della lettura, per gli anni 2021-2023, ai sensi della legge n. 15 del 2020, premette che il Piano viene adottato per la prima volta. Ricorda che il provvedimento prevede il concerto fra Ministero della cultura e Ministero dell’istruzione e, naturalmente, il Ministero dell’economia e delle finanze. L’atto ripartisce su diversi fronti circa 4 milioni e mezzo di euro, destinati alla promozione della lettura, su proposta elaborata dal Centro per il libro e la lettura.

Considera questo passaggio di oggi l’ulteriore tappa di uno sforzo parlamentare che viene da lontano. Ricorda, in proposito, che già nella scorsa legislatura, infatti, la Commissione cultura è stata impegnata nell’esame della proposta di legge n. 1504 a prima firma Giordano. La sede referente si sviluppò in modo approfondito, raccogliendo numerosi spunti e sollecitazioni dal mondo dell’editoria e degli operatori della filiera del libro. Vi furono, evidentemente, degli ostacoli, come in tutti i percorsi legislativi e solo una parte di quella proposta transitò in una legge di bilancio della XVII legislatura. Ricorda che sempre in quella legislatura, la Commissione cultura svolse un’ampia indagine conoscitiva sulle buone pratiche della diffusione culturale, nell’ambito della quale le esperienze di promozione della lettura e di diffusione editoriali furono messe in evidenza: si riferisce, per esempio tra le tante, a «Nati per leggere», a «BOOKCITY» di Milano e a «Pordenone legge». Sottolinea che quella semina non fu vana: il suo approdo è proprio – come tutti i colleghi sanno e come può testimoniare la relatrice di quella proposta di legge, on. Carbonaro, che condivide la soddisfazione di veder arrivare a compimento l’iter legislativo – la legge n. 15 del 2020, che ha ripreso larga parte della proposta n. 1504 e che prevede, tra l’altro, all’articolo 2, il Piano nazionale per la promozione della lettura, oggi in esame.

Da questo punto di vista, crede giusto premettere che le fasi attuative di questa legge si inseriscono oggi nell’esperienza della pandemia in corso e nelle nuove dinamiche sociali che essa ci consegna e che rendono urgente riattivare un dibattito articolato sullo stato e sulle prospettive future del nostro patrimonio materiale e immateriale. La legge n. 15 del 2020 e, in qualche misura anche l’atto del Governo all’esame, mostrano consapevolezza del ruolo centrale della cultura in termini di ricadute sociali, occupazionali, di crescita economica e cognitiva dei territori, di valorizzazione del capitale umano e di sviluppo delle nostre comunità. I prolungati periodi di lockdown dei luoghi della cultura e della socialità hanno sollecitato nuove modalità di valorizzazione e di fruizione del patrimonio, suggerendo prospettive inedite ed introducendo interrogativi cogenti sul tema dell’accessibilità e della condivisione delle esperienze artistiche e culturali. Se la pandemia ha inferto al mondo della cultura numerose fratture determinando una situazione molto complessa e talvolta parcellizzata – basti pensare a quella fotografia drammatica emersa plasticamente in tutti i suoi effetti dirompenti nel corso dell’indagine conoscitiva delle Commissioni VII e XI su previdenza e lavoro nel mondo dello spettacolo – diventa imprescindibile ripartire dalla valorizzazione delle risorse e del capitale umano, dai professionisti della cultura, da nuove e virtuose forme di coinvolgimento dei privati e di tutela del nostro patrimonio. Una sorta di transizione culturale integrata alle altre due transizioni – quella digitale e quella ambientale – che trasversalmente investa tutti i segmenti della cultura.

In questo processo di rilancio e ridefinizione dei paradigmi culturali diventa imprescindibile un’integrazione potenziata fra scuola, università e luoghi della cultura. Una valorizzazione piena di uno strumento che si è rivelato strategico come la lettura proprio durante la pandemia. Sottolinea la necessità di creare uno spazio di dibattito e confronto per determinare una nuova cornice entro cui iscrivere le principali azioni culturali per lo sviluppo e la crescita dei cittadini, dei territori, delle comunità.

Passando al contenuto dello schema di decreto, riferisce che l’articolo 1 disciplina l’oggetto del provvedimento, cioè il Piano nazionale d’azione per la promozione della lettura per gli anni 2021-2023. Il Piano d’azione identifica le azioni utili al raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo sociale e culturale mediante il miglioramento della capacità di lettura delle persone contribuendo all’incremento di conoscenze, competenze e capacità individuali e sociali, e ne pianifica l’attuazione. Il Piano è coordinato e attuato dal Centro per il libro e la lettura con le risorse finanziarie del Fondo per l’attuazione del Piano d’azione che – ricorda – ha una dotazione di 4.350.000 euro annui, una cifra ancora da rafforzare ma che ha il grande merito di aprire capitoli di bilancio dedicati. Gli obiettivi, le priorità e le azioni del Piano sono perseguiti in armonia con le altre iniziative pubbliche a sostegno della promozione del libro e della lettura, con particolare riferimento a quelle previste dalla legge n. 15 del 2020, che si sono rivelate molto significative, quella relativa al conferimento del titolo di «Capitale italiana del Libro» (prevista dall’articolo 4 della legge n. 15 del 2020), l’attribuzione della Carta della cultura, di cui all’articolo 6 della medesima legge n. 15 del 2020, e l’istituzione dell’Albo delle «Librerie di qualità» di cui all’articolo 9 della stessa legge. I comuni e le regioni aderiscono al Piano d’azione, nell’esercizio della propria autonomia compatibilmente con l’equilibrio dei propri bilanci, attraverso la stipulazione di patti locali per la lettura finalizzati ad aumentare il numero di lettori nel territorio di riferimento. Si prevede, poi, che le scuole di ogni ordine e grado promuovano la lettura come momento qualificante del percorso didattico ed educativo degli studenti. Si dispone, infine, che il Piano d’azione costituisca il documento di riferimento in materia di strategia di promozione della lettura anche per le iniziative da realizzare tramite accordi di partenariato con altri soggetti pubblici e privati che agiscono per il perseguimento dei medesimi obiettivi e finalità.

L’articolo 2 indica gli obiettivi generali del Piano d’azione, riprendendoli in larga parte dal testo stesso della legge n. 15. Ricorda, fra le priorità elencate, il concetto di rete, quello dei servizi a livello nazionale e la lettera c) circa lo sviluppo di strumenti e infrastrutture di raccolta dati per il monitoraggio dell’attuazione del Piano e la valutazione dei risultati, con particolare riferimento alle banche dati e alle piattaforme digitali per la presentazione, gestione, monitoraggio e valutazione dei progetti finanziati.

Ritiene particolarmente importanti sono gli articoli 4, 5 e 6 relativi, rispettivamente, al riparto delle risorse, ai patti territoriali, alla promozione della lettura nella scuola.

L’articolo 4 prevede le modalità di attuazione del Piano. Si prevede che il CEPELL predisponga annualmente un piano di attività con i diversi ambiti di intervento, articolati in progetti speciali. Per il triennio 2021-2023, a valere sulle risorse del Fondo per l’attuazione del Piano d’azione, che – ricorda – prevede uno stanziamento annuale di 4.350.000 euro, il CEPELL pubblica bandi aperti a soggetti pubblici e privati, e stipula accordi e convenzioni, per le specifiche finalità e per gli importi massimi annuali per ciascuna linea di azione. Il Piano presenta alcune modifiche rispetto a quello adottato nella prima fase di attuazione della legge nel riparto delle somme disponibili, tenendo conto dell’esperienza maturata in questo periodo. Si prevede, inoltre, che una quota non superiore al 2 per cento dell’importo annuo del Fondo possa essere destinata dal CEPELL alla realizzazione di piattaforme informatiche strumentali all’acquisizione, alla valutazione, alla gestione, al monitoraggio e alla rendicontazione delle azioni citate.

L’articolo 5 disciplina i Patti locali per la lettura. Esso prevede che i comuni e le regioni aderiscono al Piano d’azione attraverso la stipulazione di Patti locali per la lettura. Ai sensi del comma 2, i comuni e le regioni, nell’aderire al Piano d’azione, costituiscono una rete territoriale, a cui possono partecipare le città metropolitane e le province, individuando un ente responsabile della gestione delle eventuali risorse e del raggiungimento delle finalità del progetto (cosiddetto «ente capofila»). Il comma 3 prevede che il Patto locale per la lettura è costituito da un accordo in base al quale, sulla base degli obiettivi generali individuati dal Piano d’azione e in ragione delle specificità geografica, l’ente territoriale o la rete territoriale prevedono interventi finalizzati ad aumentare il numero dei lettori abituali nelle aree di riferimento. Secondo il comma 4, gli interventi di cui al comma 3 tengono conto anche di eventuali finanziamenti per il sostegno alle iniziative di promozione della lettura promosse da biblioteche e altri soggetti pubblici, in particolare le scuole. Il comma 6 prevede che, con cadenza triennale, il Patto locale sia aggiornato in accordo tra le parti, in modo da consentire revisioni rispetto alle modifiche intervenute all’interno del contesto interessato. A mente del comma 7, al fine di attuare il censimento e l’analisi dei dati statistici relativi ai Patti, gli enti capofila di ciascun Patto forniscono al Centro copia del Patto, debitamente sottoscritto. Ai sensi del comma 8, il CEPELL istituisce una banca dati con tutti i Patti consultabile sul sito istituzionale e definisce le «Linee guida per la stipula dei Patti locali per la lettura», modulabili secondo la tipologia territoriale, per favorire lo sviluppo e l’applicazione omogenea dei Patti sul territorio nazionale.

L’articolo 6 regola la promozione della lettura nella scuola come ambito fondamentale. In tale ottica il Piano prevede azioni di sostegno delle attività delle biblioteche scolastiche. L’articolo disciplina quindi azioni per la promozione della lettura nell’ambito delle reti scolastiche del medesimo ambito territoriale, affidando il coordinamento a Scuole Polo che dovranno essere individuate dagli Uffici scolastici regionali. Il comma 4 dispone che le attività formative, di cui al comma 3, sono svolte in collaborazione con il Ministero della cultura, le Regioni, i Comuni, le associazioni di categoria e gli enti accreditati dal Ministero dell’istruzione ai sensi della direttiva ministeriale n. 170 del 21 marzo 2016 (sull’accreditamento degli enti di formazione) e specializzati in materia. Le attività formative svolte dalla Scuola Polo o dai soggetti che hanno curato la formazione in favore delle altre scuole presenti nella rete, possono comprendere anche azioni di supporto nell’organizzazione e gestione delle biblioteche scolastiche delle reti, ivi compresa l’attività di catalogazione. Il comma 5 prevede che, al fine di supportare lo sviluppo di una rete di biblioteche scolastiche omogenea sul piano nazionale e in linea con elevati standard di servizi, il Piano possa prevedere le seguenti attività: a) avvio di una mappatura delle biblioteche scolastiche presenti sul territorio italiano; b) costituzione di gruppi di lavoro, a titolo gratuito per i componenti, composti da rappresentanti del Ministero dell’istruzione, delle Regioni e del Centro, che possono essere integrati dall’ICCU-Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane per le informazioni bibliografiche e dall’Associazione italiana biblioteche, per favorire l’attuazione delle iniziative in materia di supporto alla nascita delle nuove biblioteche scolastiche e di sviluppo delle biblioteche esistenti e la collaborazione inter-istituzionale sui temi della promozione della lettura a scuola.