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La Cultura resta una nostra priorità

Anna Ascani, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Cultura alla Camera dei deputati, risponde con un tempestivo quanto esauriente articolo, La Cultura resta una nostra priorità pubblicato su “Il Messaggero” del 9 dicembre, alle critiche sull’assenza di un dibattito politico per promuovere la crescita culturale del Paese che Luca Ricolfi ha cercato di argomentare nel suo editoriale “La cultura dimenticata vero freno alla crescita. Il silenzio dei partiti”, pubblicato sempre da “Il Messaggero” dell’8 dicembre.

Il Messaggero – 8 dicembre 2018
La Cultura resta una nostra priorità

Anna Ascani*

Gentile Direttore, ho letto con grande attenzione e interesse l’editoriale di Luca Ricolfi di ieri: trovo che ogni intervento volto a rimettere al centro del dibattito pubblico la cultura e l’istruzione sia utile e importante, soprattutto in questo momento storico. La ringrazio quindi per avere dato spazio e rilevanza a questi temi, cosa oggi assai rara.

Tuttavia mi permetto di dissentire con l’assunto secondo il quale queste questioni sarebbero scomparse dalle priorità dell’opposizione e, in particolare, del Centro Sinistra.

Lo dico, credo, con cognizione di causa, poiché da qualche mese ho l’onore e la responsabilità di svolgere il ruolo di capogruppo del Partito Democratico nella Commissione VII della Camera dei Deputati, che si occupa di Cultura, Scienza, Istruzione. Lo dico perché di questa stessa Commissione parlamentare faccio parte da quasi sei anni e in questo non breve periodo, insieme a tanti colleghi, mi sono battuta affinché nelle Leggi di Bilancio da noi proposte e approvate i capitoli Istruzione e Cultura venissero rafforzati.

E così è stato: per quel che riguarda la scuola abbiamo investito 3 miliardi per il personale, 1 miliardo per le nuove competenze, 7 miliardi per l’edilizia scolastica. E poi nuovi fondi per la formazione in servizio dei docenti, l’alternanza scuola-lavoro, il diritto allo studio, lo 0-6. Come sempre si poteva fare di più e meglio, ma non si può certo dire che la scuola non sia stata per noi una priorità.

Lo stesso vale per la cultura: in quattro anni lo scarno bilancio del Mibact (che con questo governo ha perso anche la T di turismo) è stato raddoppiato: dall’art bonus al bonus cultura, dal tax credit per cinema e librerie ai nuovi fondi per lo spettacolo dal vivo.

E in questi difficili mesi di opposizione, pur nella fatica dovuta al dover interagire con un governo che cambia idea ogni giorno su tutto, non abbiamo perso di vista le nostre priorità. A dimostrazione dell’importanza che per noi rivestono i temi dell’istruzione e della cultura, nei giorni più caldi della votazione della Legge di Bilancio, abbiamo convocato una partecipata conferenza stampa insieme al Capogruppo Graziano Delrio durante la quale abbiamo preso in esame un o per uno i tagli del governo su questi capitoli, ci siamo soffermati con puntualità sulla gravità assoluta di quelle scelte, raffrontate alle promesse elettorali totalmente disattese.

Certo, questa nostra iniziativa, come le decine di interventi svolti in Aula su queste questioni (disponibili su YouTube), hanno trovato meno spazio dei litigi interni al nostro partito sui giornali. Conosco abbastanza gli interessi del pubblico da capire perché sia accaduto questo. E tuttavia credo che non lo si possa imputare esclusivamente a chi prova a fare la sua parte per invertire le tendenze.

Insomma, caro Direttore, non è sempre colpa della politica. È una versione semplificata e comoda, questa. È vero che a volte perdiamo di vista ciò che è più importante, ma non è questo il caso. Per noi l’istruzione e la cultura sono sempre state e restano, oggi più che mai, con gli sfascisti al governo, prioritarie; restano l’investimento che serve al Paese per riattivare la mobilità sociale, per costruire una cittadinanza attiva e consapevole, per favorire la tolleranza e l’integrazione, per prepararsi alle enormi sfide del prossimo futuro e per sostenere una crescita duratura. Perché pochi sanno che ogni euro investito in cultura ne genera 1,8.

Forse dovremmo scriverne di più. Forse, tutti insieme, dovremmo impegnarci per far sì che il dibattito pubblico si sposti dalle beghe e dai gossip dei partiti a questo. Aver ospitato l’editoriale di Ricolfi, in questo senso, vi fa onore. Non posso quindi che ringraziarla e augurarmi che sia il primo di una lunga serie di approfondimenti sul tema.

*Deputata, capogruppo Pd in Commissione Cultura