I protocolli firmati fra le Regioni Liguria, Lombardia e il MiBACT sono il primo passo verso la stesura di piani paesaggistici condivisi, attesi da tempo, così come stabilisce il Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.lgs. n.42 del 2004).
La Regione Liguria ne prevede l’approvazione per gennaio 2020. Il lavoro che si è proposta di fare, con il MiBACT, consiste nell’aggiornare le regole che tutelano il paesaggio, per averne di certe entro cui indirizzare l’operato del privato; rivedere le aree vincolate e eventualmente aggiungerne delle nuove; definire gli interventi di recupero delle aree degradate. Nel protocollo è coinvolto anche il Ministero dell’Ambiente.
Anche il protocollo con la Regione Lombardia prevede la ricognizione delle aree vincolate e la verifica delle prescrizioni, con la volontà di dare maggior certezze operative, particolare attenzione è stata data alla definizione degli ambiti territoriali omogenei e alla ricostruzione della stratificazione delle tutele paesaggistiche vigenti.
Il protocollo d’intesa è lo strumento con il quale MiBACT e regioni definiscono la collaborazione reciproca nella stesura del piano.
Infatti il Codice stabilisce che il Ministero e le regioni definiscano d’intesa le politiche per la conservazione e valorizzazione del paesaggio e che cooperino per la definizione di indirizzi e criteri riguardanti la pianificazione territoriale. L’elaborazione dei piani paesaggistici, sempre secondo il Codice dei beni culturali e del paesaggio, avviene congiuntamente tra ministero e regioni per quel che riguarda i beni paesaggistici.
Il Codice, redatto nel 2004, recepisce a pieno quanto fissato dalla Convenzione europea del paesaggio (Firenze 2000), primo documento a dare una definizione condivisa di paesaggio:“una determinata parte di territorio, così come percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dai fattori naturali e umani e dalle loro interrelazioni”. Sottende, dunque, un’ idea di paesaggio definita dalla natura, dall’opera dell’uomo e dalle interrelazioni che nel tempo si sono avute fra questi due fattori, ma anche un paesaggio come percezione delle popolazioni che lo vivono e che nel tempo lo hanno generato. Un bene culturale a tutti gli effetti che ha un aspetto materiale ma una radice forte e tenace nell’immateriale.
Il paesaggio, come bene culturale, racchiude in sé il significato stesso del nostro patrimonio culturale: la sua capacità di essere espressione diretta del mondo che l’ha generato. Così come le collezioni dei nostri musei, provenendo dai territori che li accolgono, ne rappresentano la storia, l’arte, il saper fare, la religione, le credenze, e le usanze, il paesaggio, allo stesso modo, è espressione vivida della popolazione.
La tutela e la valorizzazione del paesaggio, garantite dallo strumento del piano paesaggistico, sono da perseguire allo stesso modo di quanto si fa per i beni culturali.
Queste, in breve le motivazioni per le quali essere soddisfatti delle collaborazioni fra MiBACT e regioni nel tema sensibile della pianificazione del paesaggio, la cui tutela, come ci ricorda la Costituzione è fra i principi della Repubblica e necessita di tutte le competenze più avanzate.
Di seguito si pubblica lo stato dell’arte della pianificazione paesaggistica del Paese in data gennaio 2017, così come desunta dal sito MiBACT.