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Sentenza Tar Lazio: arretramento rispetto a modo coraggioso di pensare patrimonio culturale

Pubblico l’intervista che ho rilasciato oggi all’AgCult, sulla sentenza del Tar Lazio che ha annullato le nomine di 5 Direttori di Musei nazionali.

«Si tratta di un arretramento rispetto a un modo più coraggioso e internazionale di pensare il nostro patrimonio culturale, capace di vedere anche delle sfide positive».

È il commento di Flavia Piccoli Nardelli, presidentessa della VII Commissione Cultura della Camera, alla decisione del Tar del Lazio che, con due sentenze depositate ieri, ha annullato alcune nomine a direttore di museo di interesse nazionale. Le sentenze riguardano i direttori dei musei di Mantova, Napoli, Gallerie estensi di Modena, museo archeologico di Taranto e di Reggio Calabria. Piccoli Nardelli, parlando con AgCult, si rammarica per una decisione «che comunque ci riporta indietro. Fa tornare l’Italia a una dimensione molto nazionale. Questa decisione contrasta con quello che è oggi una dimensione internazionale e che fa parte del principio della valorizzazione dei beni culturali come quelli italiani».

La Commissione Cultura della Camera ha fortemente appoggiato l’impianto della Riforma Franceschini e la scelta di procedere alla selezione pubblica internazionale per l’individuazione dei direttori di museo di interesse nazionale. Quella scelta, spiega Piccoli Nardelli, creava «una virtuosa collaborazione, ma anche una gara altrettanto virtuosa, tra grandi direttori abituati a valorizzare straordinari patrimoni. Da una gara virtuosa non possono venire che cose positive».

I risultati, sottolinea la presidentessa della VII Commissione, «tra l’altro ci sono e lo confermano. Non si riesce a capire perché si torni indietro in questa maniera. Perché non si abbia il coraggio di accettare quella che è una sfida internazionale che siamo perfettamente in gradi di affrontare».

Il ministero, aggiunge, si è mosso «in maniera equilibrata con una giuria che ha gestito queste scelte composta da persone di altissimo livello. Sono stati scelti direttori stranieri ma anche direttori italiani. È proprio in questo mix virtuoso che io credo si sviluppi un processo vero di valorizzazione dei beni culturali». E conclude: «Spero che questa sentenza possa essere ripensata».