Università, più posti a medicina e stop al quizzone

(ANSA) – ROMA, 15 FEB – Cambia il meccanismo di selezione dei candidati ai corsi di laurea a numero chiuso, tra i quali Medicina, già a partire dal 2022 e in modo più deciso dal 2023. È quanto prevede la risoluzione approvata dalla Commissione Cultura della Camera.

Si prevede anche che vengano prese iniziative “per garantire un incremento congruo, pari o superiore al 10 per cento del numero delle ammissioni ai corsi a Medicina” che passerebbero da 14.500 a oltre 15 mila già dal prossimo anno.

Manfredi, “fare tesoro delle esperienze messe in campo per ricerca e università”

Il Ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, è intervenuto in occasione del seguito della sua audizione in videoconferenza davanti alla commissione Cultura della Camera dei deputati sulle iniziative di competenza del suo dicastero per fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso.

Per il Ministro, «occorre garantire in una fase così complessa un diritto allo studio che sia equo e che consenta l’accesso all’università dei giovani che provengono da famiglie colpite da questa crisi».

Il Ministro dell’Università in audizione alla Camera

«Il sistema universitario è stato in grado di rispondere alla domanda di formazione e si è comportato come una vera infrastruttura strategica del Paese, dando una risposta uniforme su tutto il territorio nazionale, senza differenze tra Nord, Centro e Sud », ha affermato il Ministro dell’Università’ e della Ricerca, Gaetano Manfredi, nella sua audizione in videoconferenza in Commissione Cultura alla Camera dei deputati, sulle iniziative di competenza del suo dicastero per far fronte all’emergenza coronavirus.

«È in corso un monitoraggio delle attività e i dati sono estremamente incoraggianti – ha spiegato il ministro – nell’ultima ricognizione, la totalità degli atenei garantiva l’offerta e ha assicurato il 94% dei corsi. Fino al 20 marzo sono stati svolti con modalità a distanza 71mila esami di profitto e 26mila studenti si sono laureati con accesso di 1,2 milioni di studenti,che rappresentano più dell’80% degli studenti universitari. Da alcune statistiche è emerso che in alcuni casi la frequenza è stata superiore rispetto a quella che si aveva in Aula».