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Manfredi, “fare tesoro delle esperienze messe in campo per ricerca e università”

Il Ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, è intervenuto in occasione del seguito della sua audizione in videoconferenza davanti alla commissione Cultura della Camera dei deputati sulle iniziative di competenza del suo dicastero per fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso.

Per il Ministro, «occorre garantire in una fase così complessa un diritto allo studio che sia equo e che consenta l’accesso all’università dei giovani che provengono da famiglie colpite da questa crisi».

Nell’anno accademico in corso, 2019-2020, ha spiegato l’esponente dell’esecutivo, «il numero di immatricolati italiani è risalito al di sopra del numero che avevamo prima della crisi del 2008: è una ripresa importante e non va vanificata in conseguenza della crisi legata al coronavirus. L’offerta formativa online è stata quasi completa: i dati del monitoraggio del ministero insieme alla Conferenza dei Rettori, che fino allo scorso 20 marzo parlavano di circa 30 mila laureati e di 60 mila esami svolti, dicono che dal 20 marzo in poi ci sono stati più di 50 mila laureati e piu’ di 100 mila esami sostenuti».

Manfredi ha poi proseguito: «per la fase 2 il principio a cui ispirare la riorganizzazione, che stiamo mettendo in campo con il Consiglio universitario nazionale, il Consiglio nazionale degli studenti e la Crui, è da un lato quello di mantenere la sicurezza sanitaria che garantisca studenti, docenti e personale tecnico amministrativo, e dall’altro garantire una ripresa completa di tutte le attività di didattica e ricerca … La riprogrammazione sarà orientata su quattro direttrici: sicurezza di docenti, studenti e personale tecnico amministrativo, e ho chiesto esplicitamente al ministero della Salute e al Comitato tecnico-scientifico sulle modalità di distanziamento sociale e sull’uso di dispositivi di protezione individuale per il comparto; prosecuzione della didattica affinché nessuno studente resti indietro; un regolare sviluppo e svolgimento delle attività di ricerca; tenere conto delle specifiche esigenze territoriali e peculiarità dei diversi modelli organizzativi, discipline, spazi, numero di studenti, docenti e ricercatori. Questo fa sì che il programma nazionale, che ha principi comuni, debba essere articolato rispetto alle specificità territoriali per garantire il principio di autonomia a cui il sistema universitario è improntato».

Il ministro ha proseguito precisando che: «in questi giorni siamo impegnati nell’attuazione di una norma introdotta nel decreto scuola che riguarda lo svolgimento degli esami di stato utilizzando delle modalità innovative anche con riferimento allo svolgimento dei tirocini obbligatori. Questa attività si sta svolgendo in modo da combinare le esigenze di maggiore flessibilità legate all’emergenza ma mantenendo caratteristiche di rigore e qualità dell’esame di stato. Nei prossimi giorni avremo dei decreti che consentiranno di regolamentare sia la conclusione degli esami di stato in corso sia l’avvio dei nuovi esami in maniera più semplificata tale da ridurre il tempo da impiegare e avere condizioni di sicurezza sanitaria».

Gaetano Manfredi, ha annunciato che «tra gli obiettivi di medio-periodo, dopo l’introduzione dell’esame di laurea abilitante in medicina, anche di valutare la possibilità di rendere abilitanti altre lauree per ridurre gli oneri amministrativi e di tempo cui sono sottoposti i laureati per accedere agli albi». Inoltre, «per garantire un sostegno alla continuità dei percorsi di ricerca dei dottorandi che a causa del lockdown hanno potuto avere dei ritardi per il blocco delle attività di ricerca. Stiamo valutando un intervento che consente sia una flessibilità di tipo temporale con una possibile proroga delle attività di dottorato per gli studenti dell’ultimo anno ma anche con un sostegno finanziario che possa coprire queste mensilità».

Il Ministro ha evidenziato che «stiamo prevedendo un intervento di incremento del contributo che viene dato alle università per interventi sulla no tax area». L’obiettivo, ha spiegato, è duplice: «garantire la capacità del sistema universitario di poter sostenere gli interventi in atto, e liberare risorse finalizzate all’individuazione di ulteriori casi di esonero dalle tasse universitarie già a partire dalla prossima scadenza, per rispondere ai bisogni e alle difficoltà che si potranno manifestare nei prossimi mesi rispetto ai temi della iscrizione alla università».

Ha poi proseguito, «stiamo lavorando all’incremento del fondo istituito nel dl Cura Italia per fornire risorse finalizzate al superamento del digital divide sia in termini di dispositivi che di costi, sia di accesso che di fruizione da parte degli studenti. Nell’emergenza è apparso evidente come a fronte di una qualificata e consistente offerta formativa a distanza da parte delle università sia necessario rafforzare il diritto di cittadinanza digitale perché non possiamo accettare discriminazioni legate a condizioni economiche o di tipo geografico».

Manfredi ha annunciato che: «ho già informato gli atenei Anvur dello spostamento in avanti di 6 mesi delle valutazione», attività «non compatibile in una fase di emergenza».

«Dobbiamo fare tesoro delle esperienze» messe in campo per l’università e la ricerca durante l’emergenza coronavirus ha osservato il titolare del Dicastero, rilevando che bisogna riflettere su come «tutte le iniziative derivino da un confronto costruttivo con le istituzioni e il contributo del Parlamento è importante per guardare non solo all’uscita dall’emergenza ma a quello che rappresenta il patrimonio delle esperienze che possano essere tratte da un momento drammatico ma che rappresentano, ne sono convinto, una leva di innovazione … Inizierei a discutere in un futuro prossimo di quella che può essere una delle eredità» dell’emergenza coronavirus, è una «considerazione importante culturale: la crisi drammatica ha fatto capire come per affrontare problemi complessi, ed una epidemia è un problema complesso per la nostra società, ci sia la necessità di risposte complesse e di superare alcune barriere presenti nel sistema organizzativo della didattica e della ricerca, penso alle barriere che sono legate al sistema della ricerca».

Il Ministero «sta mettendo a punto un pacchetto di norme perchè si possa rafforzare il processo di semplificazione per fare in modo che ricerca, università e alta formazione italiane siano competitive» ha concluso il Ministro Gaetano Manfredi.