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Turismo: trasferimento dal Mibac al Mipaaf+”T”

Flavia Piccoli Nardelli interviene alla Camera dei deputati, mercoledì 11 luglio, per interrogare il Ministro Bonisoli sulle ragioni del trasferimento delle competenze e delle risorse sul turismo dal Ministero per i beni e le attività culturali al Ministero delle politiche agricole.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Grazie Presidente. Ministro, il Consiglio dei ministri del 2 luglio 2018 ha approvato un decreto-legge, che trasferisce al Ministero delle Politiche agricole le funzioni esercitate dal Ministero dei Beni e delle attività culturali in materia di turismo.

Nel 2013 il trasferimento di queste funzioni, dalla Presidenza del Consiglio dei ministri al Ministero per i beni e le attività culturali, ha consentito di avviare politiche del turismo collegate alle straordinarie potenzialità culturali del nostro Paese.

Nel 2017, grazie alle misure promosse dal 2014 a oggi con il cosiddetto decreto-legge “Art bonus”, le strutture ricettive italiane hanno registrato il record di 122 milioni di arrivi e oltre 427 milioni di presenze totali, su dati ISTAT, e la spesa dei turisti stranieri nel nostro Paese è aumentata del 7,3 per cento.

Questo importante rilancio del turismo è stato ottenuto anche tramite azioni di valorizzazione del patrimonio culturale, come confermano le previsioni del Piano strategico del turismo 2017-2022, la celebrazione de “l’Anno dei borghi”, eccetera.

Noi chiediamo, Ministro, quale sia la reale entità delle risorse che saranno trasferite da un Ministero all’altro e con quali risorse il Ministero interrogato intenda assicurare che si proseguano le importanti azioni di valorizzazione del patrimonio culturale, in collegamento col turismo, intraprese dal 2014 ad oggi e citate in premessa.


 

Interrogazione 3-00067
Elementi in merito al trasferimento di risorse tra dicasteri in relazione al previsto riordino delle competenze in materia di turismo

— Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

le molteplici dichiarazioni a mezzo stampa rilasciate dal Ministro interrogato sottolineano la necessità e la volontà di rafforzare le politiche di tutela e di valorizzazione del patrimonio italiano, accogliendo, così, auspicabilmente un nuovo orientamento culturale incentrato sulla riflessione che il patrimonio italiano non è solo una fonte di spesa così come fin adesso considerato;

durante la XVII legislatura la Commissione 7a del Senato della Repubblica ha promosso un’indagine conoscitiva sulla «Mappa dell’abbandono dei luoghi culturali», nelle cui risultanze si è anche sottolineato come la fruibilità dei luoghi di cultura debba essere supportata da adeguati finanziamenti volti a favorire l’apertura e l’usabilità dei luoghi, sia dal punto di vista strutturale che logistico;

sempre nella XVII legislatura è stato previsto che la tutela, la fruizione e la valorizzazione del patrimonio culturale rientrano fra i livelli essenziali delle prestazioni e che l’apertura al pubblico dei luoghi della cultura costituisce un servizio pubblico essenziale;

gestire l’immenso patrimonio culturale italiano affinché possa essere volano di una rinascita dell’attenzione al «bello» nelle sue molteplici sfaccettature e possibilità significa, in primis, permettere ai visitatori un accesso continuo ai servizi che ne consentano il pieno apprezzamento da parte degli utenti;

particolarmente grave si è ritenuto quanto avvenuto agli scavi di Ercolano e Pompei quando a Natale 2014 e Capodanno 2015, a causa della carenza di personale di vigilanza, i cancelli sono rimasti chiusi a turisti italiani e stranieri. A tale riguardo a nulla è valsa la dichiarazione della soprintendenza che si dichiarava amareggiata per i disagi causati;

l’esempio di Ercolano e Pompei evidenzia la criticità della situazione che da tempo ormai grava sui siti e sui luoghi di cultura, bisognosi di personale che ne garantisca non solo l’apertura ma anche la fruibilità –:

se il Ministro interrogato intenda intervenire con politiche di valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale italiano, promuovendo un piano straordinario di assunzioni di personale che risponda efficacemente alle necessità esposte. (3-00066)


 

Risposta del Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Alberto Bonisoli, all’interrogazione di Flavia Piccoli Nardelli.

ALBERTO BONISOLI, Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo. Innanzitutto ringrazio l’onorevole Piccoli Nardelli per la possibilità di questo mio intervento.

I deputati del PD chiedono notizie in merito al trasferimento al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali delle funzioni esercitate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in materia di turismo, previsto dallo schema di decreto-legge approvato dal Consiglio dei ministri dello scorso 2 luglio.

Ho avuto modo di anticipare questo argomento nel corso dell’audizione sulle linee programmatiche del Ministero, tenutosi ieri presso le Commissioni Cultura di Camera e Senato in seduta congiunta.

Come sapete, il provvedimento trasferisce le funzioni in materia di turismo al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, con il fine di promuovere e valorizzare il turismo italiano anche attraverso i prodotti agroalimentari e il loro legame con il territorio. Mi riferisco alle eccellenze del made in Italy, che costituiscono un patrimonio unico, così come le destinazioni turistiche, che, trattate unicamente da un solo dicastero, mediante attente operazioni di marketing potranno costituire un importante volano di sviluppo, competitività e innovazione.

Unitamente alle competenze in materia di turismo, al medesimo Ministero dell’agricoltura saranno, altresì, trasferite le risorse umane della Direzione generale del turismo del Ministero dei beni e delle attività culturali. Tali risorse, che saranno individuate con apposito decreto, includono il personale di ruolo e il personale a tempo determinato, entro i limiti del contratto in essere alla data di entrata in vigore del decreto, che risulti in carico alla Direzione generale del turismo alla data del 1° gennaio 2018.

Lo stanziamento complessivo della legge di bilancio 2018, relativo al centro di responsabilità della Direzione generale del turismo, ammonta complessivamente a 46.763.624 euro. A questa somma vanno sottratti 2 milioni e mezzo di euro circa, destinati al funzionamento della scuola e dei beni e delle attività culturali, che, come sapete, resta al Ministero dei beni culturali, e circa 760.000 euro per altri progetti destinati a tutela e valorizzazione del patrimonio culturale.

Le ulteriori risorse strumentali e finanziarie, compresa la gestione residui, saranno individuate a seguito di specifico approfondimento da parte dei due Ministeri, con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e del turismo, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, il Ministero per la pubblica amministrazione e il Ministero per i beni e le attività culturali, previsto dal comma 7, articolo 1, dello schema del decreto in parola.

Replica di Anna Ascani, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Cultura

ANNA ASCANI (PD). Grazie, Presidente. Ministro, non siamo affatto soddisfatti della sua risposta, intanto perché in quello che vi piace chiamare “contratto di governo” avevate previsto un Ministero ad hoc, che, come lei ben sa, era l’unica alternativa a lasciare, lì dove stava, ovvero in seno al Ministero dei beni e delle attività culturali, la delega del turismo, un settore che è cruciale per lo sviluppo di questo Paese e che, grazie alle attività di questi cinque anni, è enormemente cresciuto. Spostarlo soltanto perché il titolare delle Politiche agricole lo invoca, essendo un tour operator, è assolutamente imbarazzante; sarebbe come dire che spostiamo la delega allo sport al Ministero dell’istruzione perché il Ministro in questione di mestiere faceva l’insegnante di educazione fisica e che così smantelliamo tutti i Ministeri a seconda dei bisogni e delle necessità dei Ministri che la Lega di Salvini esprime all’interno di questo Governo. Mi pare assurdo piegare un settore, che oggi vale il 12 per cento del PIL, alle esigenze strumentali dei singoli ministri.

Io mi auguro, Ministro, che la cifra che ho sentito – 760 mila euro – sia una cifra simbolica, perché pensare di fare la valorizzazione del patrimonio culturale italiano con 760 mila euro, quando lo stanziamento previsto era un miliardo, è assolutamente impossibile.

Quindi, spero che nel prosieguo del suo lavoro lei sappia far valere la sua autorevolezza e la forza del Ministero dei beni e delle attività culturali per far sì che il turismo e la cultura restino, come devono essere, strettamente connessi: ne va dell’economia e dello sviluppo di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).