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Abolito il finanziamento pubblico ai partiti, libera scelta dei cittadini di dare un contributo

Il Partito democratico, approvando la legge di riforma del finanziamento ai partiti, conferma il proprio impegno a riformare le istituzioni in chiave moderna a cominciare dai partiti politici e, in particolare, dalle leggi sui rimborsi elettorali ai partiti politici che in passato si sono prestate ad abusi.

Il provvedimento prevede una abolizione graduale del finanziamento dal 2014 al 2017, viene introdotto il finanziamento privato attraverso donazioni fiscalmente agevolate, cui avranno diritto solo quei partiti che daranno garanzie sulla democrazia interna e la trasparenza dei bilanci.

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Abolizione finanziamento diretto, trasparenza e regolamentazione dei partiti

simboli elettoraliLa Camera, nella seduta del 20 febbraio 2014, ha convertito definitivamente in legge il decreto legge n. 149 del 2014 recante «abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore». La disciplina prevista dal decreto si inserisce in un processo di progressiva riduzione dell’entità dei contributi diretti ai partiti, istituiti nel 1974 ed erogati a partire dal 1993.

Con il nuovo provvedimento si passa dalla contribuzione diretta da parte dello Stato a forme di contribuzione indiretta fondate sulle scelte dei cittadini e a forme di detrazioni. Condizione fondamentale per l’accesso a queste forme di contribuzione è il rispetto dei requisiti di trasparenza e democraticità dei partiti e dei movimenti politici.

Il decreto prevede degli standard minimi di democraticità interna, trasparenza e controllo sulle spese dei partiti. In particolare, si stabilisce che i partiti che intendano avvalersi dei benefici previsti dal decreto sono tenuti a dotarsi di uno statuto redatto nella forma dell’atto pubblico, che deve avere un contenuto minimo come, ad esempio, il simbolo, l’indirizzo della sede legale nel territorio dello Stato, il numero, l’attribuzione e la composizione degli organi deliberativi esecutivi e di controllo; i diritti e i doveri degli iscritti; le modalità di selezione delle candidature; le misure disciplinari adottabili; la promozione della presenza delle minoranze negli organi collegiali esecutivi e della parità tra i sessi; le regole che assicurano la trasparenza, con particolare riguardo alla gestione economico-finanziaria.

I partiti dovranno, altresì, rispettare alcuni requisiti minimi idonei a garantire la trasparenza, e procedere, dopo tale verifica, alla registrazione nel registro nazionale dei partiti politici.

Qualora lo statuto non sia ritenuto conforme alle disposizioni, la Commissione invita il partito ad apportare le modifiche necessarie e a depositarle, in copia.

Qualora le modifiche apportate non siano conformi o il termine non sia rispettato, la Commissione nega, con provvedimento motivato, l’iscrizione al registro.

Il registro sarà consultabile su apposita sezione internet del Parlamento.

Viene introdotto un meccanismo volontario di contribuzione ai partiti, riconoscendo a ciascun contribuente la facoltà di destinare il 2 per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) in favore di un partito politico.

Per quanto riguarda le detrazioni fiscali per le erogazioni liberali in denaro in favore dei partiti da parte di persone fisiche, si prevede che saranno del 26% per importi compresi tra 30 e 30 mila euro annui e che saranno consentite solo se effettuate tramite bonifico o comunque tracciabili (a partire dall’anno d’imposta 2007 le erogazioni effettuate, purché tracciabili, devono comunque considerarsi detraibili).

Le società possono a loro volta detrarre un importo pari al 26% delle erogazioni liberali per gli importi tra 30 a 30 mila euro. Sono esclusi dalla detrazione IRES gli enti a partecipazione pubblica. Il costo delle detrazioni è valutato in 27,4 milioni per il 2015 e in 15,65 milioni dal 2016. La copertura dell’onere è garantita dai risparmi di spesa disponibili con l’abrogazione graduale dei contributi ai partiti politici previsti dal decreto.

Il sistema introdotto, dunque, consente a ciascun contribuente di scegliere se destinare il 2 per mille dell’IRPEF ad uno specifico partito politico. In caso di mancata effettuazione della scelta, le risorse restano all’erario.
il cosiddetto “inoptato” non viene ripartito tra i beneficiari della disciplina.

L’attuale sistema di finanziamento cesserà definitivamente nel 2017 per permettere il passaggio al finanziamento privato: le percentuali annue della riduzione sono pari al 25% nel 2014, al 50% nel 2015 e al 75% nel 2016.

I partiti saranno quindi valutati giorno per giorno e giudicati almeno una volta l’anno. Il meccanismo del 2 per mille è dunque un incentivo per i partiti a comportarsi in maniera corretta e trasparente, per acquisire il consenso dei cittadini, per conquistare una nuova legittimità.

Il tetto alle donazioni dei privati
La novità più rilevante è il tetto alle erogazioni liberali dei privati: le persone fisiche non potranno effettuare donazioni in denaro o comunque corrispondere contributi in beni o servizi, sotto qualsiasi forma e in qualsiasi modo erogati, anche per interposta persona o per il tramite di società controllate, per un valore complessivamente superiore a 100 mila euro l’anno.
Il tetto di 100 mila euro si applica anche per le erogazioni liberali in denaro delle persone giuridiche (associazioni, società, fondazioni).
Saranno altresì definiti i criteri e le modalità di applicazione di tale “tetto” ai gruppi di società e alle società controllate e collegate di cui all’articolo 2359 del codice civile.
Le erogazioni liberali delle persone fisiche e delle persone giuridiche devono essere effettuate tramite bonifico bancario e comunque con modalità di pagamento tracciabili.

Parità di accesso alle cariche elettive
I partiti promuovono la parità di accesso alle cariche elettive, in attuazione dell’articolo 51 della Costituzione. È prevista la sanzione della decurtazione dei finanziamenti ottenuti con il 2 per mille nel caso in cui i partiti non candidino almeno il 40% delle donne in lista. È al contrario previsto un incentivo, tramite l’attribuzione di risorse derivanti da un Fondo alimentato con i proventi delle multe per la violazione di tale soglia per i partiti virtuosi, quelli nelle cui liste la percentuale di eletti del sesso meno rappresentato sia pari o superiore al 40%.

Norme di trasparenza
Per quanto riguarda le norme di trasparenza, viene stabilito che i partiti debbano assicurare l’accesso alle informazioni relative al proprio assetto statutario, agli organi associativi, al funzionamento interno e ai bilanci,

Certificazione esterna dei bilanci
Prevista la certificazione esterna dei bilanci dei partiti al fine di garantire la trasparenza e la correttezza nella gestione contabile e finanziaria. La previsione della certificazione esterna si applica, già a decorrere dal 2014, anche alle sedi locali dei partiti

Fondazioni politiche
Anche le fondazioni e le associazioni collegate alla politica dovranno assicurare la trasparenza dei bilanci e degli Statuti.

Cassa integrazione per i dipendenti
Dal 2014, infine, per i partiti in difficoltà economica è assicurata la cassa integrazione per i dipendenti: ai partiti e movimenti politici, e alle loro rispettive articolazioni e sezioni territoriali, sono estese le disposizioni in materia di trattamento straordinario di integrazione salariale e i relativi obblighi contributivi, nonché la disciplina in materia di contratti di solidarietà.

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