La Cultura resta una nostra priorità

Anna Ascani, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Cultura alla Camera dei deputati, risponde con un tempestivo quanto esauriente articolo, La Cultura resta una nostra priorità pubblicato su “Il Messaggero” del 9 dicembre, alle critiche sull’assenza di un dibattito politico per promuovere la crescita culturale del Paese che Luca Ricolfi ha cercato di argomentare nel suo editoriale “La cultura dimenticata vero freno alla crescita. Il silenzio dei partiti”, pubblicato sempre da “Il Messaggero” dell’8 dicembre.

Legge di Bilancio: nessuna progettualità sulla cultura

«Nella legge di bilancio manca progettualità sulla cultura. Non ci sono gli investimenti dei cinque anni precedenti e un Paese che non investe in cultura è un Paese che non costruisce il futuro”, dichiara all’agenzia di stampa DIRE Flavia Piccoli Nardelli, deputata del Partito Democratico, al termine di una conferenza stampa alla Camera sulle gravi lacune della nuova legge di bilancio presentata dal governo Lega-5Stelle.

Il Governo è contro la cultura. Il PD dice no

«Senza cultura, senza istruzione non c’è futuro. Il governo Lega-5Stelle ha presentato una legge di Bilancio impietosa per scuola, cultura, ricerca, editoria.

Questa manovra fa danni enormi: per la cultura non ci sono progetti, non ci sono fondi, non ci sono idee» dichiara Flavia Piccoli Nardelli nella conferenza stampa del Partito Democratico dal titolo “Il governo contro la cultura, la scuola, l’università, la ricerca, lo sport, l’editoria: il Pd dice NO”.

DEF 2018: parere negativo

Condivido la dichiarazione di Pier Carlo Padoan sulla Nota di Aggiornamento al DEF: «questa NADEF è un documento basato su misure che sono inefficaci, dannose e pericolose per il Paese: sono inefficaci perché non sono iscritte in una visione complessiva e logica di lungo periodo di dove si può portare il Paese; sono dannose perché implicano in molti casi lo smantellamento di misure che già funzionano per trovare risorse che altrimenti non sarebbero disponibili; sono pericolose perché inseriscono nel sistema fattori di rischio, quei fattori di rischio che i mercati già da mesi stanno valutando e ogni giorno che passa costituiscono una tassa crescente, la tassa del Governo sul Paese, una tassa crescente sulle tasche dei cittadini».

Infatti, anche per le parti di comptenza della Commissione Cultura (scuola, università, ricerca e beni culturali) la Nota di aggiornamento del DEF 2018 presentata dalla maggioranza Lega-M5S è non solo generica ma fortemente lacunosa:  si taglia pesantemente sull’alternanza scuola lavoro senza precisare dove saranno destinate quelle risorse; non si capisce come si intenda promuovere l’inclusione scolastica; non sono chiari i progetti per la scuola digitale; nessuna novità sull’edilizia scolastica; non si spiega come saranno finanziate le assunzioni di personale nella scuola e nei beni culturali; non si specifica quale riduzione di risorse comporterà il trasferimento della competenza sul turismo dal Ministero per i beni culturali al Ministero dell’agricoltura; non si fa cenno a misure concrete in favore della ricerca; non si specificano gli strumenti per ampliare la no tax area dell’Università.

Per la salvaguardia di Villa Paolina di Mallinckrodt

Pubblichiamo la replica di Flavia Piccoli Nardelli alla risposta, purtroppo ancora non risolutiva, che il Ministero per i beni e le attività culturali ha dato oggi in Commissione Cultura alla Camera all’interrogazione con la quale si chiedeva al Ministro di tutelare Villa Paolina di Mallinckrodt, a rischio, come altri edifici storici del quartiere Trieste di Roma, di pesanti interventi volti, in alcuni casi, anche alla loro completa demolizione.

Spettacolo: Bonisoli mette a rischio quello dal vivo

Roma, 2 ago. (AdnKronos) – «La riforma dello spettacolo dal vivo è a rischio». Lo denuncia la deputata democratica Flavia Piccoli Nardelli al termine del Question-Time in Commissione Cultura di oggi in cui il Mibac ha depositato un documento in cui è scritto che «i pochi mesi che mancano alla scadenza del termine fissato dalla legge per l’adozione dei decreti attuativi della riforma dello spettacolo (fine 2018) non costituiscono un orizzonte temporale sufficiente a garantire la conclusione dei lavori».