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Cultura e sviluppo alla Leopolda 2013

Leopolda2«Che cosa c’è di nuovo, che cosa è cambiato nell’ultimo anno nel mondo dei beni culturali, dopo il richiamo forte degli Stati Generali della Cultura e il discorso del Presidente Napolitano del 15 novembre del 2012?». A quest’interrogativo ha cercato di dare risposta il Tavolo di lavoro sulla “cultura”, coordinato dalla deputata Flavia Piccoli Nardelli e stimolato da Emiliano Degl’Innocenti nel ruolo di discussant, alla 3 giorni di dibattito della Leopolda 2013 di Firenze.

«Una discussione ricca di stimoli e di interventi di qualità», ha sottolineato Flavia Piccoli Nardelli, «un incontro di grande interesse per la molteplicità delle voci presenti, di ogni età e provenienza, per la varietà delle esperienze professionali li rappresentate, per la grande disponibilità al confronto ed a offrire il proprio contributo per il futuro».

Di seguito il testo del documento condiviso alla fine del dibattito del Tavolo “cultura”.

CULTURA E SVILUPPO
LEOPOLDA – Firenze, 25 ottobre 2013

• Che cosa c’è di nuovo, che cosa è cambiato nell’ultimo anno nel mondo dei beni culturali, dopo il richiamo forte degli Stati Generali della Cultura e il discorso del Presidente Napolitano del 15 novembre del 2012?

In quella occasione si è ribadito con forza come le istituzioni ed i lavoratori della cultura costituiscano, al pari di monumenti e paesaggi, una ricchezza che il nostro Paese deve sostenere non solo per ragioni culturali ma anche sociali ed economiche.

Il confronto tra i rappresentanti di importanti musei ed istituzioni della cultura scientifica ed industriale europea, è dimensione cruciale per il futuro della società contemporanea.
Su questo sfondo, non c’è dubbio che le tecnologie digitali rappresentino il catalizzatore per il superamento delle partizioni disciplinari che la realtà in cui viviamo ci impone.

• Di nuovo oggi ci sono alcuni elementi importanti: c’è la conferma del lavoro dell’agenda digitale per definire le linee guida di un piano nazionale di formazione in cui, per la prima volta, è presente la dimensione del Patrimonio Culturale. La necessità di mettere la cultura al centro del dibattito sullo sviluppo del Paese è diventata convinzione condivisa.

• C’è il decollo imminente di Europa Creativa e di Horizon 2020. L’obiettivo, come sappiamo, non è quello di distribuire risorse, ma di far uscire il sapere confinato nelle accademie affinché ne possa beneficiare l’industria creativa tutta.

L’obiettivo è quello di favorire meccanismi di produzione di cultura così come accade negli altri paesi europei.

Il mondo italiano della cultura è fatto di realtà spesso piccole ed impreparate ad affrontare, senza le dovute strutture e senza adeguate consulenze, i bandi stessi. Accorte politiche culturali orientate in tal senso, potrebbero contribuire a farci raggiungere una posizione di spicco nella società della conoscenza, dell’innovazione e della creatività.

• Il terzo elemento da considerare è l’attenzione dovuta a tutto il sistema delle imprese culturali nazionali, quelle che gravitano attorno alla Piattaforma Tecnologica per il Patrimonio Culturale, che hanno bisogno di disegnare una politica culturale in cui innovazione e nuovi modelli di fruizione siano fattori essenziali.

• Occorre, inoltre, un’azione volta a creare un ecosistema del digitale per i beni culturali, che sia sostenibile anche in termini di modelli di business, riconducibile ai temi delle infrastrutture e dei cosidetti big-data, impossibili da affrontare senza un approccio a livello di comunità (tematica, interdisciplinare, etc.)

In questo quadro di riferimento le grandi infrastrutture digitali europee, come DARIAH e la sua nuova sezione italiana, vogliono favorire l’aggregazione in termini di sistema di tutti gli attori della filiera dell’industria culturale, coordinandoli dalla fase della ricerca a quella della sua comunicazione, mettendoli in condizione di competere con le altre industrie culturali europee.

• Quinto punto: una strategia per il futuro digitale non può eludere la necessità di comunicare il Patrimonio Culturale secondo modalità multilivello, che possano essere accessibili a diverse fasce di utenti e multicanale, utilizzando smartphone, tablet ed altri strumenti in grado di consumare contenuti in mobilità.

• Sesto punto: si sta convertendo in legge un nuovo decreto dal titolo suggestivo “L’istruzione riparte”, che si integra col decreto sul “Valore della cultura” recentemente approvato dal Parlamento.

Non ci interessano soltanto le eccellenze, ma favorire lo sviluppo di un humus, un terreno di cultura condivisa, generatore di idee, di atti creativi, di proposte che si traducano in produzione e realizzazione concreta di progetti. I problemi che si frappongono al raggiungimento di questo obiettivo sono noti: dalla difficoltà di far passare leggi che aprano all’uso del nostro patrimonio in rete, alla parcellizzazione dei saperi e delle risorse.

Parliamo di due decreti, quello sulla scuola e quello sulla cultura, nei quali è ben presente la necessità di far ripartire la crescita sociale, di costruire una nuova classe dirigente, in cui prevalga il merito, che abbia una vista ampia sul mondo e sia capace di utilizzare i fondi comunitari per costruire infrastrutture digitali pari a quelle dei paesi più avanzati.

• Settimo punto: il mondo dell’industria creativa legata al patrimonio culturale ci offre un’occasione che non possiamo perdere, quella dei paradigmi del racconto, dei modelli di fruizione, dei linguaggi di interpretazione e narrazione. In questo settore la scuola italiana – non fosse altro per l’enorme quantità di patrimonio culturale disponibile – è all’avanguardia. Occorre ricerca e occorre definire il mondo delle competenze che per ora sono disperse. La buona politica ha il compito di essere “il centro di gravità permanente” per la creatività del paese.

• L’Italia ha due strade davanti a sé: restare mero fornitore di materia prima culturale, che sarà utilizzata da soggetti non italiani per creare valore a beneficio di altre economie, oppure essere protagonista nel creare valore aggiunto in tutte le forme rese possibili dall’incontro di un patrimonio senza uguali con le potenzialità delle tecnologie informatico-digitali.

L’incontro di oggi non è solo una utile rassegna degli obiettivi che ci si propongono, ma l’espressione della volontà condivisa di lavorare concretamente, tutti insieme, per riuscire a sfruttare la straordinaria opportunità offertaci dall’essere protagonisti nel prossimo semestre europeo.

Coordinatore del Tavolo, Flavia Piccoli Nardelli
Parlamentare, deputato Segretario VII Commissione Cultura della Camera
Sito web: http://www.flaviapiccolinardelli.it

Discussant, Emiliano Degl’Innocenti
Esperto di media e cultura digitale. Responsabile Laboratorio Digitale – Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino / Fondazione Ezio Franceschini (Firenze). Docente di informatica umanistica
Profilo completo: http://www.linkedin.com/in/degli

Hanno discusso al Tavolo “cultura” con:
Elisa Camagni
Insegnante di lettere a Treviso.

Irene Capecchi
Studentessa di 21 anni al terzo anno del cdl in pianificazione del territorio del paesaggio e della città.

Sacha Catalano
Ing. gestionale a Vicenza, si occupa di comunicazione politica per il PD e marketing per i professionisti.

Fania Cavaliere
Insegnante di storia e filosofia in un liceo, è direttore del Centro Artistico Alik Cavaliere di Milano.

Stefano Dal Pra Caputo
consigliere comunale del PD nel Comune di Vicenza, studia sociologia, è commerciante di professione. Interessato a innovazione e cultura.

Iris De Stefano
Studentessa di Relazioni Internazionali alla Luiss Guido Carli di Roma.

Federica Gemignani
Assistente sociale di un Servizio Età Evolutiva della provincia di Treviso. Si occupa di minori disabili e tutela dei minori.

Gloria Innocenti
Presidente Commissione Cultura Quartiere 5, Firenze

Eleonora Manca

Benedetta Scagnelli
Laureata in filosofia, operatore della comunicazione. Segretario di un Circolo del PD.

Katja Todorow
Pianista.

Simona Tosini
Laurea in Scienze Politiche, con indirizzo Amministrativo e in Storia dell’Arte. Direttore artistico della Fondazione Magnani Rocca per 22 anni.

Susana Zimmermann
Docente di filosofia e pedagogia, coreografa, direttrice di diverse compagnie di teatro-danza.

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