Pubblico la mia replica alla risposta del Ministro dei Beni delle Attività Culturali e del turismo, Dario Franceschini, al question time del Gruppo del Partito Democratico della Commissione Cultura della Camera, in cui si chiede quali siano gli obiettivi e le proposte che il governo intenda avanzare nell’imminente G7 dei Ministri della Cultura di Firenze, sul tema “Cultura come strumento di dialogo fra i popoli”.
La mia replica alla risposta del Ministro Franceschini. «Signor Presidente, ringrazio il Ministro Franceschini per la risposta articolata, che ci permette di fare il punto sugli obiettivi raggiunti in ambito internazionale ma anche su quanto si intende ancora fare per mantenere l’importante leadership culturale del Paese, a partire dal vertice internazionale che si apre domani: il primo G7 della cultura.
Questo incontro voluto dall’Italia, con l’obiettivo di definire un documento comune potrà ribadire che la cultura è strumento di dialogo. Potrà essere uno straordinario momento di confronto durante il quale si rifletterà su quanto può fare la cultura per la comprensione reciproca dei diversi popoli.
L’attenzione dimostrata dal Ministero per il consolidamento del ruolo internazionale del Paese in ambito culturale, ci permette di affermare la specificità del nostro patrimonio culturale, la tradizione delle nostre scuole di restauro e le capacità in un campo specialistico e tecnico di estrema importanza.
Siamo convinti che quanto ci distingua in questo settore sia una valida risorsa che debba essere valorizzata anche nella sua capacità di fornire competenze tecniche e specialistiche in questo campo all’estero.
Dal lavoro del Consiglio e del Parlamento europeo è evidente che la cultura sta prendendo sempre più spazio proprio come strumento volto a coadiuvare il difficile affermarsi di un’identità europea. Il 2018 sarà l’anno europeo del patrimonio culturale, un’iniziativa che tende a sottolineare l’importanza della storia e dei valori europei e a rafforzarne il senso d’identità. Si richiama così l’attenzione sulle opportunità offerte dal nostro patrimonio culturale, ma anche sulle sfide con cui si confronta. Sul passaggio al digitale, sui problemi legati all’ambiente e ai siti del nostro patrimonio e sul traffico illecito di beni culturali, solo per ricordare alcuni dei temi su cui si discute.
Il nostro ruolo culturale nel mondo è sempre stato rilevante, ma oggi c’è bisogno di riaffermare questa nostra caratteristica, perché da questo il Paese non potrà che trarne i dovuti vantaggi, ma anche perché, a nostro avviso, oggi è affidata alla cultura una funzione di dialogo fra i popoli sempre più necessaria».