Flavia Piccoli Nardelli è intervenuta nel question time alla Camera dei deputati in replica all’intervento della Ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, che rispondeva all’interrogazione del Partito Democratico su come intendesse garantire, con urgenza, agli studenti meno abbienti i dispositivi digitali individuali loro necessari per l’apprendimento a distanza, tutelando così il diritto costituzionalmente garantito all’istruzione.
FLAVIA PICCOLI NARDELLI: ”In Italia per arginare l’epidemia di Coronavirus e il suo carattere particolarmente diffusivo, il governo ha varato misure restrittive estese all’intero territorio nazionale.
Dal 5 marzo è stata sospesa l’attività scolastica ed è impossibile a breve prospettare la ripresa delle lezioni.
Tutte le scuole, di fronte all’emergenza sanitaria, sono state chiamate a trovare un’alternativa alla didattica tradizionale, per assicurare agli studenti la prosecuzione delle lezioni attraverso l’utilizzo di risorse digitali.
Una nota del Miur dell’8 marzo ha disposto che tutti i docenti attivino la didattica a distanza, al fine di tutelare il diritto costituzionalmente garantito all’istruzione.
È fondamentale, per affrontare questa emergenza in modo responsabile, che ogni studente venga coinvolto nel processo di apprendimento, fornito di adeguati dispositivi digitali individuali per la relativa fruizione e attraverso forme mirate di verifica, che impediscano una fruizione passiva delle lezioni.
Siamo convinti tutti, io credo, che quando la situazione di emergenza che il nostro Paese vive sarà finalmente superata anche la didattica tradizionale non sarà più la stessa.
L’accelerazione che l’epidemia del Coronavirus ha prodotto su un tema come quello della didattica digitale è gigantesca; un processo iniziato vent’anni fa, portato avanti lentamente con investimenti anche significativi sulle infrastrutture, ma con pochi risultati sul tema della formazione dei docenti, oggi ci vede tutti proiettati in una gara contro il tempo. Per attrezzarci, per imparare, per fare formazione.
Abbiamo pochi punti fermi. Voglio ricordare l’intervento sulla scuola digitale che è stato parte rilevante della legge n. 107/2015, la cosiddetta “buona scuola” perché è da quello che oggi siamo ripartiti.
Voglio ricordare anche il ruolo centrale che ha svolto e sta svolgendo l’INVALSI.
È un percorso che forza il cambiamento, impegna l’intera comunità educante, che si è messa in gioco, con disponibilità e coraggio, misurandosi con sfide inedite e complesse.
Certo non si improvvisa, siamo di fronte ad una situazione inedita di cui non abbiamo il quadro completo.
I primi risultati ci dicono che il 93 per cento degli alunni è stato raggiunto da una qualche forma di attività da remoto, ma questa forme di comunicazione sono le più varie, da quelle più evolute a quelle basiche, con alcune scuole ancora ferme al palo con l’utilizzo del registro elettronico, come unico veicolo per mantenere il collegamento con gli alunni.
20mila i docenti attualmente in formazione, 90 i webinar, i corsi online organizzati, 400mila le visualizzazioni delle pagine dedicate sono i dati che l’INVALSI ci comunica.
Ma internet non arriva dappertutto. Ce ne accorgiamo sia con lo smartworking sia con la didattica a distanza.
La banda larga ultra veloce raggiunge solo il 24% della popolazione contro una media UE del 60%.
I dati ISTAT ci dicono che le famiglie con un accesso al web sono solo il 70%. All’appello mancano molte famiglie, soprattutto quelle che già vivono in condizioni di povertà educativa.
Un quarto dei ragazzi è priva di personal computer o tablet con cui collegarsi agevolmente dalla propria casa.
Le difficoltà non mancano e il processo va accompagnato.
La didattica a distanza senza misure di sostegno rischia di aumentare le discriminazioni
In questo tempo sospeso, con la popolazione scolastica chiusa in casa per un periodo che rischia di essere ancora molto lungo, noi chiediamo al Ministero un impegno continuo sulla didattica a distanza.
Questa è una sfida che coinvolge tutto il nostro Paese per adesso ma anche per il futuro.
Abbiamo il timore che la formazione a distanza, che consideriamo fondamentale e che cambierà il nostro Paese, diventi un elemento di divario ancora più forte di quanto non sia stata la didattica tradizionale. Quindi, occorre seguire con particolare attenzione questo processo”.
presentata da Flavia PICCOLI NARDELLI
Al Ministro dell’istruzione . – Per sapere – premesso che:
considerato l’evolversi della situazione epidemiologica in Italia causata dal carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia da Coronavirus (COVID-19), del rapido incremento dei casi e dei decessi notificati quotidianamente dall’Organizzazione mondiale della sanità, nelle ultime settimane il Governo ha varato misure restrittive estese all’intero territorio nazionale;
tra le misure restrittive varate per arginare il Coronavirus è stata disposta dal 5 marzo 2020 la sospensione delle attività didattiche;
dallo scenario epidemiologico non appare possibile prospettare una data di ripresa delle attività didattiche e dalle ultime dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei ministri Conte – confermate dallo stesso Ministro interrogato – il rientro tra i banchi degli studenti italiani, inizialmente fissato per il 3 aprile 2020, sarà ulteriormente prorogato;
tutte le scuole, di fronte all’emergenza sanitaria, sono state chiamate a trovare un’alternativa alla didattica tradizionale, pensando a strumenti finalizzati a garantire agli studenti la prosecuzione delle lezioni attraverso l’utilizzo di risorse digitali;
in questo senso, la nota del Ministero dell’istruzione dell’8 marzo 2020 ha disposto che tutti i docenti attivino la didattica a distanza, al fine di tutelare il diritto costituzionalmente garantito all’istruzione;
secondo il nuovo report dell’Osservatorio «Scuola a distanza» di Skuola.net – elaborato intervistando oltre 26 mila alunni di medie e superiori – circa 9 ragazzi su 10 svolgono regolarmente lezione da casa;
tuttavia, le lezioni non risultano ugualmente avviate: in netta minoranza sono gli studenti che possono avvalersi di lezioni attraverso l’utilizzo di piattaforme in videoconferenza o con strumenti didattici on line; sono ancora troppe le classi virtuali create con il registro elettronico, che forniscono un approccio basico e un confronto impersonale col docente tramite mail, chat o social network;
i più penalizzati risultano gli studenti della scuola primaria, la cui didattica è affidata nella maggior parte dei casi al solo registro elettronico;
in base a una prima rilevazione del Ministero dell’istruzione sarebbero pervenute oltre 46 mila richieste di tablet da assegnare alle famiglie meno abbienti;
è fondamentale, per affrontare questa emergenza in modo responsabile, che ogni studente venga coinvolto nel processo di apprendimento, con adeguati dispositivi digitali individuali per la relativa fruizione e attraverso forme mirate di verifica, che impediscano una fruizione passiva delle lezioni;
si condividono le parole del Ministro interrogato quando afferma che «la didattica a distanza rappresenta uno strumento utile non solo per l’apprendimento ma anche come canale per non perdere il contatto docenti-alunni» –:
quali strumenti urgenti il Ministro interrogato intenda avviare al fine di garantire rapidamente agli studenti meno abbienti dispositivi digitali individuali per la relativa fruizione e per l’apprendimento a distanza, a tutela del diritto costituzionalmente garantito all’istruzione.
(3-01383)
Pubblichiamo di seguito la risposta della Ministra Azzolina all’interrogazione del PD sulla didattica a distanza.
Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Grazie Presidente, onorevole come ho già avuto modo di chiarire, la scuola ha risposto alla grave emergenza epidemiologica che il nostro Paese sta attraversando dimostrando senso di responsabilità, di appartenenza e di disponibilità, ma soprattutto capacità di riorganizzarsi a fronte di una situazione complessa e imprevedibile. Per questo non posso che ribadire anche in questa sede, anche a rischio di ripetermi, il mio ringraziamento a tutte le comunità scolastiche.
Nell’arco di pochi giorni si sono resi necessari provvedimenti che hanno richiesto ai dirigenti scolastici l’attivazione delle modalità di didattica a distanza per tutta la durata della sospensione delle attività nelle scuole; difatti, come più volte ribadito e da lei ricordato, la didattica a distanza quale interazione tra docenti e studenti diventa nel corso di questa emergenza momento connettivo che conserva e fortifica la trama dei rapporti e consente inoltre di condividere la sfida nuova e difficile che la scuola ha di fronte.
Nello stesso tempo, è anche indispensabile fare in modo che ogni studente sia coinvolto in attività significative ed utili sotto il profilo dell’apprendimento.
Per questo sono state fornite indicazioni operative, per le attività didattiche a distanza, a tutte le istituzioni scolastiche con opportuni approfondimenti sulla loro progettazione, sulla valutazione, sulla necessità di non interrompere il processo di inclusione degli alunni con disabilità, sulla particolare attenzione da dedicare agli alunni con disturbi specifici di apprendimento e con bisogni educativi speciali non certificati.
Per riuscirci si è cercato di venire incontro alle esigenze delle istituzioni scolastiche meno dotate tecnologicamente, mettendo loro a disposizione un’apposita area sul sito Internet del Ministero.
Con il rischio ancora una volta di ripetermi ma, per dovere di risposta, ribadisco che il Governo ha stanziato adeguate risorse nel decreto-legge n. 18 affinché le scuole possano tempestivamente provvedere al potenziamento delle piattaforme e degli strumenti digitali utili per l’apprendimento a distanza e a mettere a disposizione degli studenti meno abbienti in comodato d’uso dispositivi digitali individuali per la fruizione delle piattaforme stesse. Le scuole con tali risorse potranno inoltre fornire agli studenti, ove necessario, la connettività alla rete, formare il personale scolastico sulle metodologie e le tecniche per la didattica a distanza e assumere assistenti tecnici informatici che, nelle istituzioni scolastiche del primo ciclo, favoriscano l’uso della strumentazione informatica.
È mia intenzione continuare a profondere ogni energia per accogliere le richieste che vengono dalle famiglie e per rispondere alle piccole e grandi esigenze rappresentate dai nostri istituti scolastici.