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Sulla demolizione dei villini del quartiere Trieste

Da più parti mi è stata sottoposta la questione dei villini del quartiere Trieste, a Roma, oggetto di pesanti interventi volti, in alcuni casi, anche alla completa demolizione.


Quanto successo a via Ticino per il Villino Naselli (1930) mi ha profondamente colpita, la sua demolizione e la proposta progettuale che definisce la nuova costruzione sono un monito a porre la nostra più viva attenzione a quanto sta avvenendo.
Il Villino Naselli non aveva un vincolo diretto poiché non ne era stato riscontrato un “interesse culturale” specifico ma il suo rapporto con il contesto, con l’insieme delle architetture che lo circondavano andava comunque tutelato. Situato proprio accanto al villino Gigli di Gino Coppedè, era sicuramente una parte di quell’insieme architettonico che per grazia e stile dà vita al quartiere Coppedè, fra i più importanti esempi di architettura eclettica italiana.
Sappiamo che sono previsti interventi ugualmente invasivi per un villino di Piazza Caprera e per la villa Paolina di Mallinckrodt, scuola dal 1922.
Credo sia necessario impegnarsi per garantire un maggior rispetto dei caratteri di queste architetture che compongono insiemi di notevole interesse pubblico, anche stimolando il ricorso allo strumento del vincolo di tutela statale.