100 anni dalla fine della Grande Guerra

Ricorre oggi il centenario della vittoria dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, che è costata anni durissimi di sofferenza e di sacrificio sia dei nostri soldati impegnati sui campi di battaglia, sia della popolazione civile coinvolta nelle zone del fronte.

La guerra ha coinvolto in modo diretto anche il Trentino, la terra in cui sono nata e cresciuta e anche la mia famiglia forzosamente evacuata all’inizio del conflitto a Kirchbichl, un piccolo centro dell’Austria. Mio padre nacque in quel piccolo paese e visse le privazioni che coinvolsero allora la popolazione locale, provata dalla scarsità di cibo e di materie prime.

Gabrielli P. “La guerra è l’unico pensiero che ci domina tutti. Bambine, bambini, adolescenti nella Grande guerra”, Rubettino

«Negli anni della Grande Guerra, una raffinata macchina di propaganda coinvolse militari e civili, tra questi ultimi non furono risparmiati bambini e adolescenti». È un estratto del libro di Patrizia Gabrielli “La guerra è l’unico pensiero che ci domina tutti. Bambine, bambini, adolescenti nella Grande guerra”, presentato alla Camera da Flavia Piccoli Nardelli, la sen. Vanna Iori, alla presenza dell’Autrice.

È un libro «che spero inviti ad una riflessione- spiega l’autrice- sul ruolo e il peso della propaganda, che ha sollecitato una visione manichea del mondo, basata sull’antinomia amico-nemico, che è un grave pericolo. Accadde nella Grande Guerra, con bambini coinvolti in una propaganda pervasiva molto articolata, che toccava mente e cuore».

Mozione PD sulla Grande Guerra

La Camera dei deputati ha bocciato la mozione presentata dal Partito Democratico sulle Iniziative per la celebrazione del centesimo anniversario della vittoria della Prima Guerra Mondiale, che poneva l’accento sul ruolo distruttivo che produssero i nazionalismi europei nello scoppio della Prima Guerra Mondiale.

Al contrario, è stata approvata dalla maggioranza la mozione presentata da Fratelli d’Italia che della Grande Guerra sottolinea invece il valore della “vittoria indimenticabile che ci permise di completare il percorso risorgimentale, portando i confini della Patria là dove già Dante aveva indicato”. Quindi, non l’inutile strage, come sostenne Papa Benedetto XV nell’agosto del 1917, una tragedia mondiale che causò oltre 17 milioni di vittime tra militari e civili, ma una guerra dove “i nostri eroi trasformarono uno Stato giovane in una Nazione”.