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Turismo: competenze da Mibac a Mipaaft

Il turismo, anche se considerato settore di straordinaria importanza per il nostro Paese, ha avuto vita difficile: il Ministero del turismo è stato istituito nel 1959, poi abrogato nel 1993 (a seguito di un referendum) e le sue competenze trasferite presso un Dipartimento della Presidenza del consiglio dei Ministri. Successivamente nel 1998 il Dipartimento fu trasformato in Direzione e trasferita al Ministero dell’Industria, poi nel 2006 ritorna alla Vicepresidenza del Consiglio dei Ministri e così via via fino a quando nel 2009 le competenze sul turismo hanno di nuovo un Ministero dedicato.

Nel giugno 2013 le competenze sul turismo vengono affidate al Ministro per i beni e le attività culturali: il MIBAC è diventato MIBACT proponendo una inedita ma interessante fusione tra cultura e turismo. Una serie di decreti hanno via via organizzato la struttura del dicastero definendo il numero complessivo degli uffici dirigenziali generali, centrali e periferici.

Numerosi sono stati gli interventi operati per dare vitalità ed efficienza al sistema dei beni culturali, uno degli elementi di forza del nostro Paese che possiede una caratteristica molto particolare: quella di essere diffuso sull’intero territorio nazionale. Proprio questa ampia diffusione ha reso importante il collegamento tra i beni e le attività culturali con il turismo, quest’ultimo affidato, come sappiamo, al sistema regionale.

Il rischio di frammentazione, molto alto per tutti e due i sistemi, ha spinto il Ministero dei beni culturali a lavorare con particolare attenzione per superare le difformità nella gestione sia della valorizzazione del patrimonio culturale, sia del turismo, superate nella comune consapevolezza che il patrimonio turistico e quello culturale rappresentano un bene comune del nostro Paese che va valorizzato, fruito e, quindi, tanto più tutelato.

L’applicazione dell’art. 9 della Costituzione ha trovato concreta attuazione in alcuni specifici progetti: la riscoperta dei “cammini”, le grandi direttrici di collegamento europeo, i “borghi” che rappresentano gran parte degli insediamenti umani sul nostro territorio, destinazioni culturali meno note tra paesi e città di piccole dimensioni caratterizzate, però, da un ampio patrimonio storico-culturale, mete ideali per forme di turismo lento e sostenibile. Infine la designazione delle “Capitali italiane della cultura”, capaci di unificare straordinarie risorse all’interno di città piccole e medie del nostro territorio, nata con l’obiettivo di “valorizzare i beni culturali e paesaggistici” e di “migliorare i servizi rivolti ai turisti”

Tutto questo lavoro è stato più di una mera ridistribuzione di compiti e riordino di competenze, è stato la dimostrazione che la dimensione nazionale dei beni culturali e del turismo sono davvero le forze vive su cui possiamo costruire lo sviluppo sociale ed economico del nostro Paese.

Il Consiglio dei Ministri del 2 luglio scorso ha purtroppo cancellato questa opportunità approvando un decreto legge che trasferisce le funzioni esercitate in materia di turismo dal Mibac al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.

Il ministro Bonisoli, davanti alle Commissioni Cultura riunite di Camera e Senato, ha dichiarato di rinunciare volentieri a questo impegno.

Non capiamo le ragioni della rinuncia allo straordinario lavoro finora svolto dal Ministero per la valorizzazione del patrimonio culturale in stretto collegamento con il turismo, che ha portato risultati brillanti sia all’economia del nostro Paese sia alla promozione della sua immagine all’estero.

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Pubblichiamo di seguito l’interrogazione presentata dai deputati della Commissione Cultura del Partito Democratico e illustrata da Flavia Piccoli Nardelli al Ministro Bonisoli nel question time svoltosi alla Camera mercoledì 11 luglio 2018.

INTERROGAZIONE

ASCANI, PICCOLI NARDELLI, ANZALDI, CIAMPI, DE MARIA, DI GIORGI, PRESTIPINO, ROSSI, GRIBAUDO, FIANO e ENRICO BORGHI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — per sapere – premesso che:

il Consiglio dei ministri del 2 luglio 2018 ha approvato un decreto-legge che trasferisce al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali le funzioni esercitate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo in materia di turismo;

nel 2013, il trasferimento di dette funzioni dalla Presidenza del Consiglio dei ministri al Ministero per i beni e le attività culturali ha consentito di avviare politiche del turismo collegate alla straordinaria potenzialità culturale del Paese;

nel 2017, grazie alle misure promosse dal 2014, con il cosiddetto decreto-legge «Art bonus» a oggi, le strutture ricettive italiane hanno registrato il record di 122 milioni di arrivi e oltre 427 milioni di presenze totali (Istat) e la spesa dei turisti stranieri è aumentata del 7,2 per cento;

questo importante rilancio del turismo è stato ottenuto anche tramite azioni di valorizzazione del patrimonio culturale, come confermano le previsioni del piano strategico del turismo 2017-2022, la celebrazione dell’anno dei borghi e dell’anno dei cammini o lo stanziamento, con delibera del Cipe del 1° maggio 2016, di 1 miliardo di euro del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020 al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per il piano «Turismo e cultura»;

il citato decreto-legge prevedrebbe il trasferimento al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali di tutte le risorse umane, finanziarie e strumentali impiegate a vario titolo dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per il turismo, con evidente indebolimento dell’amministrazione del patrimonio culturale;

la scelta infelice di rompere l’integrazione organizzativa tra politiche del turismo e quelle della cultura appare irragionevole perché mira esclusivamente a potenziare uno specifico dicastero diverso dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, per di più meno legato al turismo di altri, quale per esempio il Ministero dello sviluppo economico, a cui innanzitutto spetterebbero le funzioni di promozione del made in Italy;

tale potenziamento di un singolo dicastero a danno della cultura trova conferma nel fatto che gli uffici competenti in materia di turismo, nel passaggio da un Ministero all’altro, si triplicheranno perché a una direzione generale si sostituirà un dipartimento, dotato di ben due direzioni generali –:

quale sia la reale entità delle risorse che saranno trasferite da un Ministero all’altro e con quali risorse il Ministro interrogato intenda assicurare che si proseguano le importanti azioni di valorizzazione del patrimonio culturale in collegamento con il turismo intraprese dal 2014 a oggi e citate in premessa.
(3-00067)