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18App piace ai ragazzi e funziona

Stupisce leggere sul Corriere della Sera le dichiarazioni negative di Aldo Cazzullo in merito al bonus cultura ai neodiciottenni perché i dati, al contrario, ci dicono che la 18App piace ai ragazzi e funziona: a maggio di quest’anno sono stati oltre 407mila i ragazzi registrati presso il portale dedicato 18App, circa il 15 per cento in più del numero complessivo di adesioni raccolte lo scorso anno, per un totale di circa 763mila diciottenni. L’incremento degli iscritti e della spesa dimostra che si tratta di un’iniziativa che piace ai ragazzi, che hanno contribuito al successo con il passaparola, dando allo stesso tempo una spinta ai consumi culturali.

I dati ci dicono che il bonus è stato speso soprattutto per l’acquisto dei libri. I primi mesi del 2018 hanno già registrato vendite di libri per 62,6 milioni di euro, il 17 per cento in più di quanto totalizzato lo scorso anno al 1° primo luglio, giorno di scadenza dei termini per la registrazione dei ragazzi nati nel 1998.

Dalla sua attivazione (3 novembre 2016) ad oggi, circa 220 milioni di euro sono stati spesi in libri, quasi l’80 % dei totali 268 milioni di euro spesi in cultura con la 18App. Un successo per un Paese come il nostro, dove si legge poco.

Inoltre, i ragazzi hanno acquistato musica registrata per il 12,42%: in soli otto mesi, dall’ottobre 2017 a maggio 2018, gli acquisti di musica tramite 18app hanno realizzato consumi per oltre 12 milioni di euro, sensibilizzando così i giovani all’acquisto di contenuti legali sul web e allo stesso tempo stimolandoli all’utilizzo delle nuove tecnologie.

Infine, i consumi culturali dei neodicciottenni hanno inciso il 10,45% per l’acquisto di biglietti per i concerti e il 9% per l’acquisto di biglietti per il cinema. Più basse le quote, circa il 2%, per eventi culturali, formazione, teatro e danza e visite a musei, parchi naturali e aree archeologiche.

È perciò inequivocabile che malgrado il bonus cultura abbia conosciuto inizialmente alcune difficoltà, dovute in primo luogo alla novità dello strumento e ad alcune problematiche tecniche relative all’accesso da parte dei giovani alla piattaforma web dedicata, ad oggi stia producendo risultati significativi e concreti sul piano della crescita dei consumi culturali.

È del tutto evidente che si può fare sempre di più e meglio ma senza cestinare le esperienze che stanno, numeri alla mano, producendo risultati concreti. Tant’è che anche in Francia, si sta per introdurre uno strumento simile alla 18App: ad annunciare la misura è stato il primo ministro francese Édouard Philippe dando seguito a quanto promesso in campagna elettorale dal Presidente della Repubblica Emmanuel Macron.

È vero che a volte si sono verificati episodi in cui il bonus è stato utilizzato in modo inapprorpiato aggirandone le limitazioni, ma a farlo è stata comunque una minoranza di utenti e quindi non vale a giudicare le buone intenzioni di questa misura e men che meno dei suoi effetti concreti che sono certificati dal sostegno concreto dato all’editoria, alle librerie, al cinema, allo spettacolo dal vivo, a tutta l’industria creativa anche in quei settori dove il supporto pubblico era meno presente. È irresponsabile perseverare in questo atteggiamento svilente degli interessi culturali dei nostri ragazzi anziché investire per stimolarli al consumo dei beni culturali e all’accesso alla cultura.

L’art. 9 della Costituzione stabilisce che la cultura è prima di tutto un diritto fondamentale dei cittadini: da questo principio discende la responsabilità pubblica di favorirne lo sviluppo e la diffusione e, insieme, di garantire a tutti l’accesso al nostro patrimonio e alla produzione culturale, così come si è fatto, negli ultimi anni, anche grazie allo sviluppo di strumenti come la 18App, dove lo Stato collabora insieme alle forze vive della filiera dell’industria creativa del nostro Paese per garantire il diritto di cittadinanza culturale ai nostri ragazzi.