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La legge per il contrasto alle discriminazioni di genere

 

Flavia Piccoli Nardelli è intervenuta alla Camera dei deputati, nel dibattito sulla proposta di legge per il contrasto all’omotransfobia, per sostenere l’emendamento della Commissione Cultura che prevede che l’azione educativa delle scuole sia orientata al rispsculetto delle differenze e ai principi di uguaglianza, sanciti dalla Costituzione, per assicurare l’attuazione del principio di pari opportunità e per prevenire la violenza di genere e tutte le forme di discriminazione.

Resoconto stenografico dell’Assemblea
Seduta n. 421 di martedì 3 novembre 2020

FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo su un tema che è di particolare delicatezza, credo per tutti noi, ma su cui la Commissione cultura della Camera e tutti coloro che si occupano di scuola hanno portato riflessioni e pensieri in questi giorni. Intervengo per ricordare che questo emendamento della Commissione credo risponda a un’esigenza, che è quella espressa da molti dei colleghi che sono intervenuti oggi. Infatti, laddove si dice “nel rispetto del piano triennale dell’offerta formativa, di cui al comma 16 della legge 13 luglio 2015, n. 107”, al di là di quello che è una formula vuota, c’è un’indicazione molto specifica. È l’indicazione dell’articolo 1, comma 16, della legge 107: “Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5, comma 2” e via dicendo.

Ora è evidente che il suddetto comma dà attuazione, Presidente, ai principi fondamentali di pari dignità e non discriminazione, di cui all’articolo 3 della nostra Costituzione. Ma c’è un’indicazione che io vorrei dare ulteriore, molto importante, perché accanto a questo, il comma 16 è stato illustrato dalle linee guida, che sono di particolare peso e importanza, perché intendono inquadrare nella cornice dell’educazione al rispetto delle differenze e ai principi di uguaglianza, sanciti dall’articolo 3 della Costituzione, e portare un forte sostegno alle scuole per orientare, nel pieno rispetto dell’autonomia delle scuole stesse, l’azione educativa, per prevenire la violenza di genere e tutte le forme di discriminazione.

Ora qualcuno prima ha detto che le scuole non si devono sostituire alle famiglie. Le scuole non si sostituiscono alle famiglie, ma la scuola lavora in continua sinergia con le famiglie. Infatti, noi è a questo tipo di scuola che dobbiamo guardare, è alla scuola in cui noi sappiamo che gli insegnanti lavorano in autonomia, ma in grande equilibrio. È questo tipo di scuola che noi vogliamo tenere aperta in questi giorni, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È per questo che stiamo combattendo e lottando, perché sono queste le scuole che ci aiutano a crescere dei cittadini.

Aggiungo soltanto un’altra cosa, Presidente. C’è un altro punto che ci aiuta a capire il perché sia particolarmente significativo questo tema. Infatti, c’è una legge, che ormai è da quest’anno attuata, che viene da una virtuosa proposta dell’opposizione: è l’istituzione dell’educazione civica nelle scuole. Educazione civica, che prevede in maniera specifica che problemi complessi come questo, problemi delicati come questo, diventino argomento davvero di riflessione, quindi non cerimonie, non cose di questo genere, ma riflessioni, naturalmente capacità di abituare i ragazzi a pensare, da quando sono piccoli a quando sono grandi, naturalmente nei modi e nei tempi giusti e con le occasioni giuste. Quindi, fidiamoci della scuola, cerchiamo davvero di investire sulla scuola, cerchiamo di tirar fuori il meglio che possiamo dai nostri ragazzi, dagli insegnanti, da quello che è l’apporto che le famiglie sanno e possono portare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Liberi e Uguali e Italia Viva).