La giornalista Lara Crinò pubblica sul quotidiano La Repubblica “Meno sconti: ma gli editori restano divisi” un interessante articolo sulla proposta di legge per la promozione e il sostegno della lettura, approvata dalla Camera dei deputati, in cui rileva l’unanimità del parlamento nel cercare soluzioni condivise per il sostegno alla filiera del libro, un «primo passo» cui molti guardano con speranza. ma, allo stesso tempo, constata la divisione tra gli editori sulle misure proposte.
la Repubblica – 17-LUG-2019
Meno sconti: ma gli editori restano divisi
UNANIMITÀ ALLA CAMERA PER LA NUOVA LEGGE SUL LIBRO
Le riduzioni di prezzo dal 15 al 5 per cento: la misura protegge le piccole librerie che non reggono la concorrenza delle grandi e di Amazon
di Lara Crinò
Meno sconto sui libri, più progetti per far crescere i lettori. Con queste linee guida la proposta di legge per la promozione e il sostegno della lettura prosegue il suo cammino: dopo il voto favorevole di ieri alla Camera (406 sì, nessuno contrario, Forza Italia astenuta), passa al Senato per l’approvazione definitiva.
Il provvedimento, che ha come prima firmataria Flavia Piccoli Nardelli (Pd) e come relatrice la cinque stelle Alessandra Carbonaro ha percorso una strada anomala: arco parlamentare schierato a favore, mondo editoriale diviso.
A far discutere, in un Paese che resta al palo per tasso di lettura (fermo al 40 per cento della popolazione) l’articolo della nuova legge per cui il tetto massimo degli sconti passa dal 15 per cento (previsto dalla legge Levi del 2011) al 5 per cento del prezzo di copertina, con la possibilità di arrivare al 20 per cento solo un mese l’anno e solo per i volumi usciti da almeno sei mesi (il vincolo non vale per l’editoria scolastica).
Una misura pensata per proteggere le piccole librerie dalla concorrenza delle catene e dei rivenditori online come Amazon, visto che il tetto si applica anche a loro. Ed è su questo che il settore si è diviso.
Interpellato da Repubblica qualche giorno fa, il presidente dell’ Associazione degli editori Ricardo Franco Levi (firmatario della precedente legge) paventava il rischio che ridurre gli sconti deprima la domanda e possa “scassare il mercato”: alcuni nomi delle grandi case editrici, tra cui Stefano Mauri di Gems, sembravano sulla stessa linea.
Ma non tutti tra gli editori concordano. Giuseppe Laterza, patron dell’omonima casa editrice e promotore dei Presìdi del libro, pensa che l’effetto negativo, se ci sarà, sarà minimo: «È miope focalizzarsi sullo sconto. La nuova legge è importante perché non parla solo di mercato, ma del leggere come fattore di crescita del Paese, con uno sguardo di lungo periodo».
Il provvedimento, che in tutto vale circa 10 milioni di euro, stanzia 500 mila euro per istituire ogni anno una Capitale del libro, parla di biblioteche scolastiche nelle scuole «di ogni ordine e grado» anche tramite accordi di rete con gli enti locali, promuove la digitalizzazione del patrimonio librario e porta avanti il tax credit per le librerie (fino a 20mila euro di defiscalizzazione delle imposte per le librerie indipendenti, 10mila per quelle di catena), dando respiro a un settore che ha sofferto negli ultimi anni molte chiusure.
Secondo Laterza «le risorse sono scarse. Ma ci si potrà, spero, lavorare».
Il sottosegretario ai Beni culturali, il cinque stelle Gianluca Vacca si lascia andare a una promessa: «Ci impegneremo per individuare dove necessario ulteriori risorse per rendere la legge il più possibile efficace ».
Così la presidente del sindacato librai, Cristina Giussani, plaude «al riequilibrio della concorrenza» e i librai sono i più soddisfatti. Barbara Pieralice, tra le promotrici della rete che mette insieme quaranta librerie romane e alla guida della Nuova Europa, non ha dubbi: «Non si promuovono i libri con gli sconti. Il messaggio deve essere che l’editore dà al libro il prezzo giusto. Ciò rivaluta il nostro lavoro: dobbiamo avere un margine per offrire un ambiente accogliente e persone preparate che guidino chi legge».
Lo dice la prima firmataria della legge, Flavia Piccoli Nardelli, che leggere è «riscatto e segnale di libertà» e che si vuole tutelare «la filiera di competenze dietro il libro, dagli editori, ai librai, ai distributori, agli autori, ai traduttori, agli illustratori ». Riconosce che i soldi sono pochi, ma l’istituzione per le legge di Fondi «rende più facile finanziare le diverse aree di intervento».
Un «primo passo» cui molti guardano con speranza.