Il Governo è contro la cultura. Il PD dice no

«Senza cultura, senza istruzione non c’è futuro. Il governo Lega-5Stelle ha presentato una legge di Bilancio impietosa per scuola, cultura, ricerca, editoria.

Questa manovra fa danni enormi: per la cultura non ci sono progetti, non ci sono fondi, non ci sono idee» dichiara Flavia Piccoli Nardelli nella conferenza stampa del Partito Democratico dal titolo “Il governo contro la cultura, la scuola, l’università, la ricerca, lo sport, l’editoria: il Pd dice NO”.

Perché ho votato contro il decreto sicurezza

Il decreto legge 113 è molto lontano dall’idea di sicurezza che apparentemente afferma di voler garantire o almeno lo è per la cultura politica cui appartengo. È legato ad un’idea di sicurezza “militarizzata” molto lontana da quella fatta di impegno per la collettività, per la società civile, fatta di aiuto reciproco, in cui mi riconosco. Assimilare in un unico provvedimento sicurezza e immigrazione lo si è detto è profondamente sbagliato: molte delle misure previste non offrono garanzie adeguate, specialmente verso le persone più deboli come i minori non accompagnati.

Decreto sicurezza: il governo crea un esercito di irregolari

«State creando centomila persone senza più nome né volto, oggi sono seguite dai comuni, domani saranno espulse dai percorsi regolari ma non spariranno: vagheranno come fantasmi per le nostre città» afferma il capogruppo del Partito Democratico alla camera dei deputati, Graziano Delrio, nella dichiarazione di voto sul decreto sicurezza, criticando una norma sbagliata che demolisce il circuito virtuoso degli Sprar e i permessi umanitari per i richiedenti asilo.

Il Decreto InSicurezza

Il cosiddetto “decreto sicurezza” o “decreto Salvini” (dl 113 del 4 ottobre 2018) parte innanzitutto da una filosofia di fondo profondamente sbagliata, perché sovrappone in modo scontato e automatico il tema della sicurezza e quello dell’immigrazione, affrontando quest’ultimo in termini solo “securitari” e al tempo stesso in modo propagandistico, soffiando sul fuoco delle paure delle persone.

Dopo di che, scendendo nel merito, le misure in esso contenute sono in realtà inefficaci e addirittura controproducenti dal punto di vista degli effetti pratici, con un vero e proprio “effetto boomerang” dal punto di vista della sicurezza. Non si scoraggerà certo l’immigrazione, e aumenterà l’insicurezza. Alcune delle misure del decreto hanno portato addirittura a sollevare forti dubbi sulla sua costituzionalità, tanto che il Presidente della Repubblica, in modo irrituale ma motivato, ha accompagnato la sua firma con una precisa lettera che ha richiamato gli obblighi internazionali dello Stato e in particolare quanto direttamente disposto dall’articolo 10 della Costituzione, che protegge i cittadini stranieri.

Fondo da 1mln di euro per le biblioteche

La Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali del Mibac ha pubblicato il decreto n.1082 del 16/11/2018 che ripartisce risorse, pari a un milione di euro, a sostegno dei sistemi bibliotecari e delle biblioteche scolastiche, riconoscendo il loro ruolo fondamentale nel promuovere la cultura della lettura.

L’articolo dell’agenzia giornalistica AgCult.it “Mibac, ripartito il Fondo da 1mln di euro a favore di sistemi bibliotecari e biblioteche scolastiche” descrive puntualmente il piano dei contributi per le Biblioteche.

Gli agrituristi Indiana Jones

Ha fatto molto discutere l’emendamento alla legge di Bilancio 2019 presentato da Lorenzo Viviani, capogruppo della Lega in Commissione Agricoltura alla Camera, che “al fine di contribuire alla valorizzazione dei territori che rivestono interesse storico-archeologico” vorrebbe consentire gli ospiti degli agriturismi di partecipare ad attività di scavo archeologico qualora gli scavi insistano nella proprietà del titolare dell’agriturismo.

Ritengo quindi molto interessante l’articolo “Gli agrituristi Indiana Jones” di Giuliano Volpe, archeologo e presidente emerito del Consiglio superiore Beni culturali e paesaggistici del MiBAC, pubblicato su huffingtonpost.it lo scorso 21 novembre, che illustra bene le evidenti criticità insite nella proposta emendativa.

Stella, Corriere della Sera: Il tempo pieno alle elementari? Così Di Maio ci metterà 21 anni

Gian Antonio Stella ha pubblicato sul Corriere della Sera del 20 novembre scorso un bellissimo articolo su «Il tempo pieno alle elementari? Così Di Maio ci metterà 21 anni» che illustra puntualmente le incoerenze contenute nella proposta avanzata dal Movimento 5 Stelle di estendere il tempo pieno a tutte le scuole elementari, a tutti gli effetti disancorata dalla realtà dei fatti.